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La Scena Sensibile all’Argot: “un confronto tra donne attrici, scrittrici e artiste portatrici di un nuova parola”

Si è svolta a Roma, martedì 26 febbraio 2013, la conferenza stampa di presentazione della rassegna al femminile “La Scena Sensibile” arrivata alla sua diciannovesima edizione, in programma al Teatro Argot di Roma dal 4 al 24 marzo prossimi. “Un confronto tra donne attrici, scrittrici e artiste portatrici di un nuova parola – fanno sapere dall’organizzazione dell’evento – di un nuovo o antico linguaggio del corpo e della voce e di un pensiero che da non molti anni sta sconvolgendo i parametri e i linguaggi del maschile che hanno fatto la storia del teatro anche mondiale come nel caso di Julia Varley, dell’Odin Teatret, che durante la conferenza dimostra il suo apprezzamento per la scelta e l’idea di questa rassegna al femminile dal nome Scena Sensibile, ponendo l’attenzione sul concetto di vulnerabilità, parola invece utilizzata durante il suo percorso artistico, per sottolineare la differenza della donna dall’uomo”.

Ci si interroga su cosa sia stato questo “femminile” in tutti questi anni di rassegna; risponde l’organizzatrice e l’anima del festival Serena Grandicelli:

“Scena sensibile – dichiara Grandicelli – non è una realtà isolata è un appuntamento periodico a cui fanno riferimento molte artiste, molti gruppi di ricerca, dove a volte partecipano anche uomini, altre no… a volte sono realtà solo ed esclusivamente di donne. Sono gruppi o singole artiste che provengono, quest’anno soprattutto, da diverse parti d’Italia, due dalla Sicilia, una da Genova e una dalla Toscana. Una rete insomma che è nata e prosegue il suo percorso; siamo collegate con altre realtà di donne in Toscana, a Firenze, a Pordenone, a Napoli, in Sicilia, a Genova…in Europa, ma anche oltreoceano, in Africa… Lavoriamo periodicamente, ci incontriamo e facciamo un punto sul nostro lavoro, sui nostri lavori anche se apparentemente il lavoro si svolge in maniera sotterranea, tutte portiamo avanti un ricerca, che è formativa di un linguaggio, di un pensiero altro, di una diversità che prima di tutto va amata e rispettata, da noi stesse.

Artiste come Ilaria Drago, che ha creato una nuova scrittura una parola altra, in contatto con personaggi importanti del pensiero delle donne, come Simon Weil, Tiziana Bergamaschi (mia socia), Katia Ippaso, Cinzia Villari, Francesca Santaflores, Laura De Marchi, Maria Teresa Di Clemente, che fanno anche parte del gruppo di scrittura di Scena Sensibile formatosi con José Sanchis Sinisterra e molte altre attrici che ci hanno aiutato e ci aiutano ancora a mettere nuove radici e a proseguire la crescita di una piccola pianta che sta assumendo già le dimensioni di una foresta… Siamo capaci di resistere – prosegue Grandicelli – anche in periodi di crisi… perché ci siamo allenate anche a questo… ma stiamo anche attente a non abbandonare chi è in difficoltà… non c’è più tra di noi quel tipo di competitività che uccide… ma è una competitività che fa crescere e sostiene… nel momento in cui la Scena Sensibile è entrata in difficolta, per esempio, un’altra realtà di Pordenone ha inserito in un progetto Europeo la Scena Sensibile. Voglio ringraziare – conclude Serena Grandicelli – le associazioni Zero Violenza Donne e La Casa Internazionale delle Donne che hanno prestato anche quest’anno il loro appoggio alla rassegna”.

 

 

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