Home Uncategorized Arcipelago ricomincia dal Bari

Arcipelago ricomincia dal Bari

Accogliendo l’offerta di “asilo culturale” avanzata da Felice Laudadio e Silvio Maselli (rispettivamente, direttore artistico del Bif&st e direttore dell’Apulia Film Commission) all’indomani dell’annunciata chiusura della ventennale manifestazione romana, lo scorso giugno, la rassegna che dal 1992 ha tenuto a battesimo numerosi talenti del nostro cinema, da Pappi Corsicato a Roberta Torre, da Edoardo Winspeare a Paolo Genovese e Luca Miniero, dai Fluid Video Crew a Claudio Noce, si presenta oggi sulla ribalta del capoluogo pugliese come enclave autonoma dedicata al cortometraggio all’interno della quarta edizione del Bif&st – Bari International Film Festival, in programma dal 16 al 23 marzo 2013.

Come anticipa il suo direttore artistico Stefano Martina, che con la preziosa collaborazione organizzativa di Giuliana La Volpe ha curato la selezione dei corti, “alla vigilia della sua terza tournée in Cina, prevista per il prossimo maggio, Arcipelago inaugura proprio a Bari – cuore di una delle rare regioni italiane nelle quali le parole Cultura e Innovazione hanno ancora pieno diritto di cittadinanza, in un panorama generale altrimenti consegnato alla progressiva desertificazione della Conoscenza – il suo nuovo percorso verso un modello di festival cinematografico che provi ad andare oltre i suoi limiti tradizionali, trasformandosi in un evento diffuso e liquido, ubiquo e plurale. In breve, una vetrina/laboratorio in maggior sintonia con la profonda trasformazione/moltiplicazione in atto da alcuni anni nella produzione e nella fruizione del prodotto audiovisivo: un mutamento che il nostro festival è stato tra i primi ad intuire ed interpretare già dalla fine degli anni ’90, dedicandosi con spirito pionieristico ad esplorare da subito le nuove frontiere del digitale, di Internet e del cinema mobile o ‘portatile’. Oltre che una straordinaria opportunità di cui non possiamo non essere riconoscenti a Felice Laudadio, a Silvio Maselli e ai loro staff, Arcipelago al Bif&st è per noi anche un nuovo inizio, una solida e accogliente ‘oasi resistente’ da cui, nel nostro piccolissimo, ma da irriducibili guerriglieri del ‘fuori formato’, far partire una controffensiva culturale di cui questo paese ha oggi bisogno più che mai”.

Pur diventando ufficialmente l'”arena” competitiva del Bif&st dedicata ai corti nazionali, la storica sezione ConCorto – Concorso Nazionale Cortometraggi di Arcipelago si è vista comunque garantire da Felice Laudadio la più completa indipendenza artistica e d’identità, che anche in quest’occasione si è perciò espressa in un’attenta indagine a 360 gradi nel magmatico fiorire di talenti e linguaggi tipico del “cinema breve”, senza discriminazioni di generi o formati. Il risultato che ne è scaturito – estremamente soddisfacente, malgrado il cambiamento radicale di luogo, tempi e contesto organizzativo – ha la forma di 5 programmi dedicati alla competizione vera e propria (i film saranno giudicati da 30 giurati popolari guidati dal regista e sceneggiatore Daniele Vicari, che il 19 marzo assegnerà al miglior cortometraggio il Premio Michelangelo Antonioni) oltre ad un sesto programma di corti fuori concorso.

Tra i 19 cortometraggi in gara (ben 13 le anteprime mondiali, 6 quelle italiane) non mancano i nomi di spicco: si parte da Paolo Sassanelli (che con la sua seconda prova da regista, “Ammore”, a sorpresa si lascia alle spalle i toni da commedia del precedente “‘Uerra” in favore di un crudo e toccante dramma sugli abusi domestici) e Roberto Herlitzka (interprete di “Genesi”, storia sulla memoria, le radici e la terra dalla quale la regista Donatella Altieri fa emergere lo straordinario talento del piccolo Claudio Salvato), passando per Lorenza Indovina nelle paradossali vesti della badante italiana di un anziano rumeno (“Dreaming Apecar” di Dario Leone) e Ginevra Elkann, produttrice di “Il fischietto” di Lamberto Sanfelice (una bambina è impegnata nel delicato percorso di elaborazione di un grave lutto, con Thomas Trabacchi), per arrivare al gradito ritorno di Gianluca Sodaro (uno dei migliori talenti “brevi” emersi negli anni ’90) con il mystic gothic “God’s Got His Head in the Clouds”, prodotto anche con fondi lituani e musicato dal compositore preferito da David Lynch, Angelo Badalamenti. Oltre ad Alessandro Tiberi, Silvio Orlando, Ana Caterina Morariu e ad una valorosa pattuglia di giovani “talenti in fuga” oltreconfine.

 

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here