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Cristicchi al Sala Umberto con “Magazzino 18”

Dal 17 al 22 dicembre 2013 al Teatro Sala Umberto di Roma sarà in scena “Magazzino 18”, l’esodo degli italiani cancellati dalla storia di Simone Cristicchi, scritto con Jan Bernas, per la regia di Antonio Calenda.

Musiche e canzoni inedite di Simone Cristicchi; musiche di scena e arrangiamenti Valter Sivilotti. Ha collaborato alla scrittura del progetto Matteo Pelliti.

Il racconto dell’ esodo biblico degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, parte da un luogo “simbolo”: il Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste.
Furono quasi 350 mila le persone che all’indomani del trattato di pace del 1947, abbandonati i propri beni e imballata la loro vita, preferirono avventurarsi verso un’Italia disastrata, affamata e diffidente, piuttosto che restare estranei nella Jugoslavia di Tito, una terra di violenze e soprusi che non riconoscevano più. Una storia ancora poco conosciuta, volutamente rimossa, forse perché scomoda. Il protagonista, ideale “Virgilio” per gli spettatori, è un umile archivista romano, spaesato e ignorante, che viene inviato dal Ministero degli Interni a Trieste, per fare l’inventario di questa enorme catasta di masserizie abbandonate e stipate alla rinfusa. Oggetti marchiati da nomi e numeri, che raccontano la tragedia di un popolo sradicato dalla propria terra. Sedie, armadi, specchiere, cassapanche, attrezzi da lavoro, libri, ritratti, quaderni di scuola, fotografie in bianco e nero. Oggetti che sembrano essere in attesa di un fantasma che li venga a prendere, perché capaci di evocare direttamente la persona cui sono appartenuti. Il giovane protagonista ne riporta alla luce la vita che vi si nasconde, scoprendone gradualmente l’esistenza, narrando in maniera cruda e schietta una delle vicende meno raccontate della storia d’Italia. Cambiando registri vocali, costumi e atmosfere musicali, Simone Cristicchi si trasforma dando vita ad ogni singolo personaggio: l’esule da Pola, il bambino di un campo profughi, la donna “rimasta” che scelse di non partire, il monfalconese che decide di andare in Jugoslavia, il prigioniero del lager comunista di Goli Otok. In una sorta di nuovo genere teatrale, il “Musical-Civile”, le testimonianze reali e le canzoni inedite sul tema, colmano il silenzio di una pagina strappata dai libri di Storia.

“E pensare che per cinque anni, nel tragitto che l’autobus 765 faceva per portarmi al Liceo, c’era una fermata. Vicino a quella fermata c’era un cartello, una specie di targa con su scritto ‘Quartiere Giuliano Dalmata’. Ogni volta che ci passavo davanti, leggevo quel cartello, e nella mia ignoranza mi chiedevo: ‘Ma questo signor Giuliano Dalmata, chi era?’ “.
Simone Cristicchi

Con “Magazzino 18”, lo Stabile del Friuli Venezia Giulia ripete la felice esperienza già vissuta in partnership con Promo Music in occasione della messinscena nel 2004 di “Variazioni sul cielo” di e con l’astrofisica Margherita Hack e Sandra Cavallini.

 

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