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Corso Salani: un omaggio al cinema Trevi di Roma

6637-corso-salaniDal 5 al 7 Giugno 2014, al cinema Trevi di Roma, si svolgerà la rassegna “Corso Salani. Ai confini del cinema”.

Un omaggio necessario questo a Corso Salani, in occasione dei quattro anni dalla sua prematura scomparsa. Un’occasione per ricordare un regista più unico che raro all’interno del panorama cinematografico italiano.

«Non so se Corso sia stato proprio l’unico, ma sicuramente di registi come lui nel nostro paese ce ne sono pochi. Corso aveva scelto di portare la macchina cinema al suo grado zero. Dire che lavorava low budget e con un assetto produttivo leggero è quasi un eufemismo. Più gli anni passavano, più la sua scelta di eliminare qualsiasi sovrastruttura si è fatta radicale. Negli ultimi anni Corso ha lavorato quasi da solo: lui, un’attrice, una persona che faceva insieme il suono, l’aiuto regista, l’aiuto di produzione e poi la sua sceneggiatrice che collaborava anche al montaggio. Fine. Ogni possibile contributo in più lo considerava inutile e persino dannoso, rispetto alla riuscita del progetto. Dietro a questa scelta così estrema c’era prima di tutto un’enorme spinta di libertà: poter girare esattamente quello che voleva, come voleva, dove voleva, il prima possibile. Poter essere pronti sempre a raccogliere l’infinita gamma di possibilità che solo il reale ci offre. È chiaro che Corso i suoi film li pensava, li scriveva e poi li realizzava in funzione di questo modo di concepire il cinema. Si arrabbiava sempre quando si provava a forzare, a marcare la differenza tra realtà e finzione. La sua creatività si muoveva proprio nel chiaroscuro dello spazio che si apre in questo confine. Corso amava viaggiare, andare in posti sperduti, filmare i volti delle persone per strada, nei bar, sui mezzi pubblici, trovare le attrici per caso, fidandosi solo del suo istinto e delle emozioni che i loro volti, i loro occhi, i loro gesti gli suggerivano. Aveva una sconfinata passione per il mondo, per la sua bellezza, ma anche per la sua desolazione, per la sua tristezza quasi inesauribile. Gli interessava partire da questo materiale grezzo, non artefatto, per scatenare da qui e solo da qui, il gioco dell’immaginazione e delle possibilità. Dietro ogni sguardo, ogni espressione filmata, raccolta per un caso cercato con ostinazione, si celava per Corso una vita possibile, una storia, un sentimento da dilatare. Il cinema per lui era questo. Il confine tra cinema e vita tendeva a scomparire» (Marta Donzelli).

L’evento è organizzato dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con Associazione Corso Salani, Cineteca Svizzera di Losanna, Pablo, Fuori Orario (Rai Tre), Vitagraph, Vivo Film.

Rassegna a cura di Maria Coletti e Juan Francisco Del Valle Goribar.

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