Alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella Sezione Venezia Classici – Documentari sarà presentato “Alfredo Bini, ospite inatteso”, un film di Simone Isola.
Una produzione Kimerafilm, Axelotil Film, Istituto Luce-Cinecittà. Una distribuzione Istituto Luce-Cinecittà.
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Alfredo Bini, ospite inatteso – Il Film
Montalto di Castro, 2001. Di fronte al Motel Magic di Giuseppe Simonelli giunge un anziano signore. Si trova temporaneamente senza dimora e chiede ospitalità per due o tre giorni. Simonelli gliela concede, affascinato dai racconti e dalla simpatia di quell’uomo. Non lo sa ancora, ma l’ospite inatteso è Alfredo Bini, storico produttore cinematografico, noto soprattutto per la lunga e intensa collaborazione con Pier Paolo Pasolini, che aveva fatto esordire nel 1960 con “Accattone” e del quale aveva prodotto tutti i film sino a “Edipo re” del 1967. I due o tre giorni di ospitalità diventeranno dieci anni, e un rapporto speciale, come tra padre e figlio.
Dalla storia di Giuseppe, e dalle testimonianze di “collaboratori” come Bernardo Bertolucci, Claudia Cardinale, Ugo Gregoretti, Piero Tosi, Giuliano Montaldo e altri ancora, e attraverso immagini di repertorio, film, foto e memorie autobiografiche “rilette” da Valerio Mastandrea, viene ripercorsa una vita vissuta per il cinema. Quella di un produttore mitico, con oltre 50 film prodotti, che aveva esordito “col botto” con “Il bell’Antonio”, e che credette nel talento – oltre che nello scandalo – di uno dei nostri più grandi registi, e di altri importanti autori; che negli anni ’70 virò verso un cinema ‘erotico ed esotico’ mentre nella sua filmografia si aggiungevano i nomi di Bresson e Chabrol; che nell’ultima parte della sua parabola si eclissò, senza chiedere aiuto al mondo del cinema.
“Alfredo Bini, ospite inatteso” restituisce così una storia emblematica del cinema italiano; e soprattutto, restituisce la storia di un produttore coraggioso, scomodo, mai banale, appassionato, convinto di un paradosso: che il pubblico potesse accettare il cinema d’autore e di qualità, e decretarne il successo. Un paradosso che lui era riuscito a produrre.
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