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Berlinale 2016: “Fuocoammare” vola sulla stampa internazionale

Molti giudizi positivi sulla stampa internazionale dopo la presentazione del film di Gianfranco Rosi al Festival di Berlino

Fuocoammare - Photocall - 66th Berlin Film Festival

Berlino, 14 Febbraio 2016 – Successo sulla stampa internazionale per “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, unico film italiano in concorso alla 66esima edizione del Festival di Berlino. Giudizi positivi, tra gli altri, su Hollywood Reporter, Der Spiegel, Tagesspiegel, Screen International e The Guardian.

“Dove il giornalismo finisce, inizia Fuocoammare – dice Deborah Young su Hollywood Reporter – Ci vuole un regista di documentari unico come Gianfranco Rosi per catturare il dramma attraverso il periscopio della sua macchina da presa incentrata sulla piccola isola siciliana di Lampedusa”. Vola il film di Rosi anche su The Guardian. Andrew Pulver sottolinea: “Nonostante il pacato e rispettoso modo di filmare di Rosi, questo film è un potente pugno nello stomaco”. Infine, due tweet, quello del Daily Telegraph in cui Tim Robey scrive: “Un film opportuno, umano e sconvolgente”. E quello di The Times a firma Kate Muir, che dice solo: “Brillante”.

Fuocoammare-poster-locandina-2016

“Fuocoammare” è il nuovo film documentario del Leone d’Oro Gianfranco Rosi presentato in Concorso alla Berlinale 2016. Il film uscirà nelle sale dal 18 febbraio distribuito da Istituto Luce Cinecittà e 01 Distribution.

Nel suo viaggio intorno al mondo per raccontare persone e luoghi invisibili ai più, dopo l’India dei barcaioli (Boatman), il deserto americano dei drop-out (Below Sea Level), il Messico dei killer del narcotraffico (El Sicario, room 164), la Roma del Grande Raccordo Anulare (Sacro Gra), Gianfranco Rosi è andato a Lampedusa, nell’epicentro del clamore mediatico, per cercare, laddove sembrerebbe non esserci più, l’invisibile e le sue storie. Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti.

Da questa immersione è nato “Fuocoammare”. Racconta di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.

L’invito a partecipare alla Berlinale è arrivato mentre Rosi stava ancora girando a Lampedusa, dove è stato trasferito il montaggio per garantire il continuo scambio tra realtà e narrazione documentaristica. “È sempre difficile staccarmi dai personaggi e dai luoghi delle riprese, ma questa volta lo è ancora di più. Più che in altri miei progetti, ho sentito però la necessità di restituire al più presto questa esperienza per metterla in dialogo con il presente e le sue domande. Sono particolarmente contento di portare a Berlino, nel centro dell’Europa, il racconto di Lampedusa, dei suoi abitanti e dei suoi migranti, proprio ora che la cronaca impone nuovi ragionamenti”.

Il film, prodotto da Donatella Palermo e Gianfranco Rosi, è una produzione 21Uno FilmStemal EntertainmentIstituto Luce-Cinecittà e Rai Cinema ed è una coproduzione italo-francese Les Films D’Ici e Arte France Cinema.

Regia, fotografia, suono di Gianfranco Rosi; il montaggio di Jacopo Quadri; aiuto-regia di Giuseppe del Volgo. Soggetto di Gianfranco Rosi, da un’idea di Carla Cattani.

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