Premiati anche “Napolislam” di Ernesto Pagano, “Grozny Blues” di Nicola Bellucci, “Revelstoke – Un Bacio nel Vento” di Nicola Moruzzi e “I sogni del lago salato” di Andrea Segre
Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani – chiama a raccolta il mondo del documentario per annunciare i vincitori della VI edizione del Doc/it Professional Award.
Cinque i documentari finalisti: “Louisiana (the Other side)” di Roberto Minervini, “Napolislam” di Ernesto Pagano, “Grozny Blues” di Nicola Bellucci, “Revelstoke – Un Bacio nel Vento” di Nicola Moruzzi, “I sogni del lago salato” di Andrea Segre.
I 5 finalisti di questa edizione, votati dai membri dell’Academy sono stati selezionati a partire dai documentari usciti nel 2015 e iscritti al Premio. Le votazioni preliminari che hanno portato all’assegnazione dei premi hanno registrato un’eccezionale partecipazione da parte del mondo del documentario italiano: una Academy composta da più di 70 professionisti fra autori, produttori, direttori di festival, critici e tecnici, ha avuto modo di visionare i 75 titoli in concorso in streaming video tramite la piattaforma www.italiandoc.it ed esprimere il proprio voto.
“Louisiana” di Roberto Minervini vince il Doc/it Professional Award con un premio di 1.000 euro, a cui si aggiunge il Premio Margutta Digital che consiste nella color correction per il prossimo film documentario.
“Louisiana” si aggiudica anche la Menzione Speciale Quaderno del Cinemareale che prevede la pubblicazione di uno studio sul processo creativo che ha portato alla realizzazione del film in uno dei prossimi numeri della rivista.
“Louisiana” vince per il racconto lucido e sincero di un territorio invisibile, ai margini, di una comunità dolente, nel mondo di oggi, tra i suoi perdenti, nel cuore stesso del sistema di potere economico e ideologico in cui siamo immersi.
A proposito di “Louisiana” Minervini ha dichiarato: “Dopo il mio film precedente sapevo che era necessario spostare il discorso sull’asse politico questa è un’America non nascosta ma in qualche modo sommersa dall’indifferenza dei media. Avevo paura di dare questa svolta al mio cinema, una paura che continua a perseguitarmi ma che in qualche modo è stata la mia alleata; scavare in certi ambienti con questa sensazione di paura non è stato facile”.
“Louisiana” è stato prodotto da Okta Film e Agat Films & Cie ed è stato distribuito da Lucky Red.
“Napolislam” di Ernesto Pagano vince il Premio 100autori di 500 euro e il PremioAAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico che consiste in 3 minuti di repertorio da utilizzare nel prossimo film.
“Napolislam” si aggiudica il riconoscimento per la capacità di ascolto e racconto umile e silenzioso, in un documentario che aiuta a comprendere una nuova quotidianità, lì sotto i nostri occhi, eppure nascosta.
“Napolislam” è stato prodotto da La Doc & Isola Film e distribuito da I Wonder Pictures.
“Grozny Blues” di Nicola Bellucci, prodotto da Soap Factory e distribuito da Antipode, vince il Premio Stadion Video consistente in sottotitoli e master per la messa in onda tv.
“Grozny Blues” vince il premio per lo sguardo lucido e sensibile che, attraverso un viaggio appassionato nella Cecenia divisa tra passato e futuro, indaga un territorio incerto e scava tra le macerie rimaste, mettendo in luce la forza e la coerenza delle donne attiviste protagoniste del racconto.
“Revelstoke – Un Bacio nel Vento” di Nicola Moruzzi, prodotto da Schicchera Production, vince il Premio Lo Scrittoio – l’impresa del comunicare per traduzione e sottotitoli verso l’inglese.
Il premio va la film perché si muove sulle tracce di una memoria familiare che diventa universale. I migranti italiani del passato, le storie delle persone semplici dimenticate. Numeri che raccontano un passato che può aiutare ad interpretare il presente.
Infine, “I sogni del lago salato” di Andrea Segre, prodotto da Ambleto Srl e Rai Cinema e distribuito da Zalab, vince il Premio Issaverdens per l’encoding e la chiusura del DCP e una proiezione di controllo in sala con proiettore 2/4k.
Perché è un film dove memoria e presente si fondono in incastri e parallelismi: quelli dei sogni che l’umanità torna ciclicamente a fare. Qui il repertorio diventa non solo elemento visivo ma commento interiore che da al film la sua forza narrativa.
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