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Un nuovo titolo a Venezia 73, “L’uomo che non cambiò la storia”

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La Biennale di Venezia annuncia un nuovo titolo in programma alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2016), presentato in collaborazione con le Giornate degli Autori – Venice Days.

E’ il film documentario di Enrico Caria “L’uomo che non cambiò la storia”, liberamente ispirato al diario dell’archeologo e storico dell’arte Ranuccio Bianchi Bandinelli “Il viaggio del Führer in Italia”, e realizzato grazie alle immagini d’archivio dell’Istituto Luce Cinecittà.

“Ranuccio Bianchi Bandinelli ė figura notissima fra gli storici dell’arte e gli archeologi italiani – dichiara Alberto Barbera, direttore della Mostra di Venezia – Meno noto il fatto che, costretto a far da guida a Hitler e Mussolini in occasione del primo viaggio in Italia del Führer, si fosse interrogato sull’opportunità di organizzare un attentato per togliere di mezzo gli ingombranti dittatori. Caria ricostruisce con ironia e precisione documentale l’incredibile vicenda, che suscita ancora oggi interrogativi di grande attualità”.

“Sono grato ad Alberto Barbera – dice Giorgio Gosetti, direttore delle Giornate degli Autori – di averci voluto associare a un’occasione che non solo segnala il vivace talento di Enrico Caria, ma riporta d’attualità una pagina della storia italiana che molto insegna al nostro presente. La tutela del patrimonio storico dell’Italia, la forza della bellezza contro la brutalità delle dittature, la figura di un grande intellettuale come l’archeologo Bianchi Bandinelli e la sua paradossale vicenda a fianco di Mussolini e Hitler, sono tutti elementi di una riflessione culturale e politica che questo documentario di finzione (ma rigoroso nell’utilizzo delle fonti) rende straordinariamente attuali”.

Enrico Caria è un regista, scrittore e giornalista italiano. Nato a Roma (1957), è vignettista e giornalista per “Paese Sera”, “Cuore”, “Repubblica”, “L’Unità”, “Il Mattino”, “Il Fatto quotidiano”, “Le Iene”. È sceneggiatore per la radio, la televisione e il cinema. Regista di commedie nere e satiriche (17, ovvero: l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino, Carogne, Blek Giek, L’era legale) e del docu-film Vedi Napoli e poi muori. Ha pubblicato due libri “Bandidos” (Feltrinelli) e “L’uomo che cambiava idea” (Rizzoli).

Ranuccio Bianchi Bandinelli (Siena, 1900 – Roma, 1975), archeologo e storico dell’arte, ha notevolmente contribuito al rinnovamento degli studi di archeologia e arte antica in Italia, in contatto con la cultura europea del suo tempo. Negli anni ’30 insegnò archeologia nelle università di Cagliari, Pisa, Groniga (Olanda) e Firenze. Nel 1935 fondò la rivista “Critica d’arte” (1935) insieme a Carlo Ludovico Ragghianti. Nel 1938 fu incaricato dal Ministero della cultura popolare di svolgere la funzione di guida in occasione della visita a Roma e Firenze di Adolf Hitler. Accettò in seguito di tenere conferenze in Germania e di svolgere un’analoga funzione per la visita a Roma di Hermann Goering. L’anno successivo rifiutò la direzione della Scuola Archeologia italiana di Atene, dalla quale era stato appena rimosso il direttore ebreo Alessandro Della Seta, e nel 1942 rifiutò un incarico del Ministero per l’insegnamento a Berlino di “Storia della civiltà italiana”. Manifestò quindi una decisa opposizione al fascismo, con la partecipazione al movimento clandestino liberal-socialista (da cui si sviluppò successivamente il Partito d’Azione). Nel dopoguerra ha insegnato all’università di Roma fino al 1964. Ha fondato e la rivista “Società” (1947). Tra le numerose pubblicazioni: “Storicità dell’arte classica” (1943), “Archeologia e cultura” (1961), “Dal diario di un borghese” (1962), “Roma: l’arte romana nel centro del potere” (1969), “Roma: la fine dell’arte antica” (1970).

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

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IL FILM

L’uomo in questione è un professore universitario: Ranuccio Bianchi Bandinelli, massimo studioso italiano d’arte romana e tra i padri dell’archeologia moderna. Il che, negli anni trenta, faceva di lui un personaggio di cui il regime fascista andava fiero…

Salvo che il professore, era un convinto antifascista.

I nodi vengono però al pettine in occasione del famoso viaggio di Hitler in Italia del 1938, quando Ranuccio viene cortesemente invitato ad accompagnare in veste di interprete e cicerone Duce e Fürher, in giro per musei e siti archeologici.

A questo punto si ritrova davanti a un bivio: vestire in orbace e scattare sull’attenti davanti ai due odiati dittatori, o compromettere studi, carriera e forse incolumità personale? Insomma: che fare?

Quando poi il cortese invito si trasforma in un ordine perentorio che lui non può rifiutare, non ha più scelta.

Ma una volta “reclutato” obtorto collo, il professore si rende conto che nessuno lo perquisisce, nessuno lo controlla, che può avere la massima libertà d’azione decidendo tempi e percorsi delle visite guidate… Mettendogli (per quattro giorni di seguito) quei due mostri a meno d’un metro di distanza… La Storia gli sta offrendo un’occasione incredibile: lui potrebbe fermare la loro follia.

Come andarono le cose dopo quel 1938, la Storia ce lo ricorda bene. Questo film ci racconta invece dettagliatamente e irresistibilmente come non andarono. E soprattutto quale postuma vendetta di stile è sopravvissuta di quell’indimenticabile lezione tenuta ai due dittatori dal professor Bianchi Bandinelli.

“L’uomo che non cambiò la storia”
regia, soggetto e sceneggiatura Enrico Caria
montaggio Fabrizio Campioni
direttore della fotografia Giuseppe Schifani
supervisione musicale Pivio
disegni Spartaco Ripa
motion design Sergio Gazzo
montaggio del suono Adriano Fabio
fonico di mix Roberto Cappannelli
color correction Vincenzo Marinese per TTPixel Studio
voce narrante Stefano De Sando
voce Ranuccio Bianchi Bandinelli, Claudio Bigagli
musiche di Daniele Sepe, Stefania Graziani, Tony Carnevale, Pivio (Pivio e Aldo De Scalzi)
ricerche d’archivio Nathalie Giacobino, Cecilia Spano
filmati e foto di archivio Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Monte dei Paschi di Siena

Liberamente tratto da “Il viaggio del Fuhrer in Italia” di Ranuccio Bianchi Bandinelli, edizioni E/O.

Una produzione Istituto Luce Cinecittà. Produzione esecutiva Maura Cosenza. Una distribuzione Istituto Luce Cinecittà.

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