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Da Venezia a Roma, arriva “Spira Mirabilis” con D’Anolfi e Parenti

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Arriva a Venezia a Roma, accompagnato dai due registi Massimo D’AnolfiMartina Parenti, il film “Spira Mirabilis” (lunedì 19 settembre alle ore 18.00 al Cinema Greenwich) presentato in Concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove ha vinto il Premio Sfera 1932 e il Premio Green Drop. Il film sarà poi in sala dal 22 settembre distribuito da I Wonder Pictures.

La grande Marina Vlady, l’attrice francese che ha lavorato con Cocteau, Godard, Welles e alcuni dei più grandi registi italiani da Ferreri a Lattuada, da Emmer ai Taviani; Shin Kubota, lo scienziato cantante giapponese che studia la medusa immortale Turritopsis che ha dato spunto agli autori per il film “sull’immortalità”; Felix Rohner e Sabina Schärer, la coppia di musicisti svizzeri inventori dello Hang, lo strumento/scultura in metallo di loro esclusiva creazione, sono i protagonisti di “Spira Mirabilis”, un film girato in diversi luoghi del mondo, una sinfonia visiva, un inno alla parte migliore degli uomini, un omaggio alla ricerca e alla tensione verso l’immortalità.

“Spira Mirabilis” è prodotto da MONTMORENCY FILM e LOMOTION con RAI CINEMA e con SRF SCHWEIZER RADIO UND FERNSEHEN / SRG SSR. È distribuito in Italia da I WONDER PICTURES in collaborazione con UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION. La distribuzione internazionale è di THE MATCH FACTORY.

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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA

“Definirlo documentario è riduttivo, è una cosmologia, una riflessione sul senso della vita, sull’immortalità, sulla caducità sugli elementi fondamentali acqua aria fuoco terra. Film di una potenza concettuale e una forza visiva che lo colloca in un panorama internazionale di un certo tipo di documentario che in Italia non si fa molto per questo l’ho messo in concorso”.
Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia

“Parenti e D’Anolfi sono autori tra i più interessanti del panorama odierno”.
Emiliano Morreale, la Repubblica

“Il film più visionario, impalpabile e poetico della mostra di Venezia”.
Valerio Cappelli, Corriere della Sera

“Uno dei film più attesi, apertura creativa sui massimi sistemi”.
Mauro Gervasini, Film TV

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