Un corto-gioiello italiano di animazione in stop motion sulle trincee e le divisioni della guerra e un’utopia di pace nella musica, e nella creatività
L’animazione, nelle sue diverse declinazioni, si sta confermando uno dei nuovi luoghi di elezione per il cinema di tutto il mondo per la sperimentazione di linguaggi, narrazioni, ed emozioni per il pubblico, come testimoniano risultati da record nei box office e l’attenzione crescente da parte di festival e premi. E l’Italia, pur lontana da un sistema di produzioni ad alto budget, si sta dimostrando un laboratorio di talenti, energie e storie per un nuovo cinema dagli sviluppi tutti da seguire.
Una prova di questo fermento è il piccolo sorprendente film, “Lo Steinway”, diretto da Massimo Ottoni, giovane regista e animatore classe 1984, una produzione Istituto Luce-Cinecittà con Centro Sperimentale di Cinematografia e il contributo di Film Commission Torino Piemonte, insignito oggi dai Nastri d’Argento del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) con una Menzione Speciale, nella categoria dei corti d’animazione.
Un cortometraggio-gioiello, realizzato in stopmotion e disegni animati, con protagonisti decine di pupazzi, paesaggi e nature, scenografie e oggetti di scena ricostruiti al millimetro, che hanno posato per 9 mesi davanti una troupe di giovani creativi negli spazi del Cineporto di Torino.
Un lavoro che proviene da un racconto, sceneggiato dallo stesso autore, di Andrea Molesini, tra i più affermati narratori italiani contemporanei, vincitore tra gli altri del Premio Campiello, del Premio Comisso e del Premio Andersen alla carriera. Una storia che viene da un secolo fa, ma forse, più che mai attuale
IL FILM
Durante la Grande Guerra in una trincea austriaca sul fronte italiano seguiamo le vicende di alcuni soldati. È un periodo di stasi tra una battaglia e un’altra e tra i due fronti si è creato un implicito e fragile accordo di non belligeranza. Nel corso una ricognizione gli austriaci trovano in un rudere un vecchio pianoforte e lo portano nella trincea, un ex concertista tra i soldati inizia a suonare e la musica fa dimenticare la distanza tra i due fronti creando uno strano sentimento di fratellanza, sempre minato dall’imminenza di una possibile rottura dell’equilibrio.
L’intesa tra i due fronti cresce con il passare dei giorni e dei concerti, per un attimo la guerra sembra un ricordo distante. Ma un cambio di guardia o un comando dall’alto possono spazzare via in un soffio ogni speranza, e riportare gli uomini alle fattezze di soldati nemici.
Un racconto, semplice e commosso, in un tempo di tregua armata, in un confine diviso da fili spinati, tra il desiderio e l’incapacità di unirsi. Scandito da brani classici e dalle intense musiche originali di Fabio Barovero, con cambi di atmosfere dipinti con maturità cinematografica, dove la tecnica avanzata e certosina della stopmotion regala un sapore artigianale alle immagini e alla fotografia.
Una ballata sulla pace, e sul potere unificante della musica, che come nei più riusciti film di animazione lega bene realismo della storia (e della Storia) e utopia dell’immaginazione.
LO STEINWAY / regia Massimo Ottoni / sceneggiatura Andrea Molesini / montaggio Salvatore Centoducati, Massimo Ottoni / fotografia Massimo Ottoni / scenografie Martina Carosso, Francesca Quatraro, Chiara Tessera / animazione Linda Kelvink, Massimo Ottoni, Mathieu Narduzzi, Francesca Quatraro / musiche Fabio Barovero / sound design Vito Martinelli. Una produzione Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Centro Sperimentale di Cinematografia con il contributo di Film Commission Torino Piemonte. Una distribuzione Istituto Luce-Cinecittà.
Massimo Ottoni è nato ad Ascoli Piceno il 31/05/1984. Si è laureato in Letteratura Musica e Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma. Si è specializzato in animazione al Centro Sperimentale di Cinematografia a Torino. Il suo film di diploma “Imperium Vacui”, co-diretto con Linda Kelvink, ha ottenuto diversi riconoscimenti in festival nazionali e internazionali. Attualmente lavora a Torino come regista, video-maker e animatore freelance.