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Premio Robert Bresson 2017 al regista Gianni Amelio, la consegna a Venezia 74

Venezia 31 agosto 2017 – Sarà consegnato domenica 3 settembre alle ore 11.00 presso lo Spazio FEdS (Sala Tropicana 1) dell’Hotel Excelsior il Premio Robert Bresson 2017 a Gianni Amelio.

Il prestigioso riconoscimento, assegnato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS) e dalla «Rivista del Cinematografo» in occasione della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con il patrocinio della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Pontificio Consiglio della Cultura, è stato realizzato per questa occasione dal maestro orafo Gerardo Sacco e sarà consegnato al regista italiano da Mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, presidente Commissione episcopale per le comunicazioni sociali della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, nel corso di una cerimonia presentata dalla giornalista Tiziana Ferrario.

Istituito nel 1999, il Premio Robert Bresson viene attribuito ogni anno al regista che abbia dato testimonianza con il suo lavoro del difficile percorso di ricerca del significato spirituale dell’esistenza. Nelle precedenti edizioni è stato attribuito a Giuseppe Tornatore, Manoel de Oliveira, Theo Angelopoulos, Krzysztof Zanussi, Wim Wenders, Jerzy Stuhr, Zhang Yuan, Daniel Burman, Walter Salles, Aleksandr Sokurov, Mahamat Saleh-Haroun, Jean-Pierre e Luc Dardenne, Ken Loach, Amos Gitai, Carlo Verdone, Mohsen Makhmalbaf e Andrei Konchalovsky.

Questa la motivazione: 

Negli ultimi trentacinque anni, Gianni Amelio ha percorso e rivisitato i generi, si è sottratto al “pensiero unico” della commedia all’italiana nella sua fase declinante verso la farsa e si è misurato spesso con la matrice letteraria, da Sciascia a Ermanno Rea, da Camus a Pontiggia, ogni volta restituendone il senso in una chiave personale e non pedissequa. Nel corpus di Amelio i temi della famiglia (il conflitto padri/figli e le assenze/presenze intergenerazionali) e delle migrazioni, da “Lamerica” a “Così ridevano”, acquistano un primato scevro dalle ideologie e dalle contingenze della cronaca. Egli coglie un disagio carsico lungo il ‘900 e oltre e rivela la potenza (ri)generatrice dell’esodo, di chi si mette in viaggio in cerca di una nuova Terra promessa, sotto il segno di una stella che forse non c’è più, ma brilla nella notte dei popoli.

 

 

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