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“One day in Aleppo”, il documentario di Ali Alibrahim al Museo Vincenzo Vela il 29 novembre

“One day in Aleppo” è il documentario del regista Ali Alibrahim, presentato alla scorsa edizione del Festival Visions du Réel e premiato con diversi riconoscimenti.

Il film, proposto al Museo Vincenzo Vela (Ligornetto – Svizzera) mercoledì 29 novembre alle ore 18.00, racconta di un atto creativo e potente di resistenza alla guerra e offre l’occasione per riflettere sull’urgenza di difendere, oltre gli essere umani, le cose belle della civiltà.

Una discussione che verrà stimolata da un’ospite illustre, Frances Pinnock, Professoressa di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente antico alla “Sapienza” di Roma, nonché membro della Missione Archeologica di Ebla, di cui è co-direttore con il Professore Paolo Matthiae.

La furia iconoclasta, distruttrice di segni nobili di civiltà non è invenzione dell’Isis. Da sempre le guerre, le violenze di gruppo, le sopraffazioni, hanno avuto tra le vittime non solo donne, bambini, uomini, ma anche appunto le cose più belle delle civiltà: i templi, i segni religiosi, le opere artistiche più significative e irrepetibili. Il fatto che si possa oggi a livello internazionale (per i paesi che aderiscono alla Corte Penale dell’Aja e riconoscono il suo potere) processare ed eventualmente condannare chi commette “crimini contro l’umanità” distruggendo il patrimonio artistico di qualsivoglia civiltà, sembra un passo in avanti importante nel riconoscimento internazionale per la tutela dei beni del patrimonio artistico appartenenti a tutta l’umanità.

Il documentario, senza dialoghi, “One day in Aleppo” mostra un atto di protesta e resistenza. Alcuni abitanti di Aleppo, luogo sconvolto da mesi di incessanti bombardamenti, umiliato dalla guerra e dall’indifferenza dell’opinione internazionale, iniziano a dipingere i muri della loro città in rovina. I colori accesi sui muri si diffondono come luci di speranza per le migliaia di persone intrappolate tra le macerie.

Afferma il regista: “Mi svegliavo ogni giorno con il rumore dei raid aerei e delle bombe che cadevano sulla mia città. E osservavo impotente i volti di chi fugge dalla morte. Anche io avrei potuto diventare un numero, una notizia del telegiornale, una delle tante vittime anonime: 89 persone uccise oggi ad Aleppo. Invece sono sopravvissuto, sono stato testimone di crimini perpetrati intorno a me, giorno dopo giorno, mese dopo mese. La mente piena di centinaia di immagini di crimini di guerra, mentre la gente continua a vivere, al di là degli stereotipi dei media. Così ho deciso di seguire la lotta per la sopravvivenza nella mia città. Ho trovato speranza e sogni: dovevo, volevo mostrarli. Così è nato One day in Aleppo: per salvare e proteggere le memorie di chi è sopravvissuto, di chi ha perso la vita”.

Coadiuvato dalla Direttrice del Museo Vincenzo Vela, Gianna Mina, dopo la proiezione del film (ore 19.00), il regista e giornalista siriano Ali Alibrahim, si confronterà con la studiosa Frances Pinnock che dagli inizi degli anni ’70 si è occupata della Missione Archeologica di Ebla ed è oggi impegnata in importanti missioni internazionali per la ricostruzione di parchi archeologici, oltre ad essere stata curatrice della mostra dal “Rinascere dalle distruzioni: Ebla, Nimrud, Palmira” (che si è tenuta al Colosseo di Roma nel 2016).

In occasione della Bi10 – Biennale dell’immagine “Borderlines. Città divise/Città plurali”, il Museo propone, inoltre, in collaborazione con il Cineclub del Mendrisiotto, la Bi10 e la trasmissione “Laser” della RSI-Rete Due, una serata preziosa in cui, grazie alla proiezione del documentario “One day in Aleppo”, si avrà modo di riflettere su come un paese in guerra possa affrontare la difesa dei propri beni artistici e culturali. Per conoscere meglio questa problematica sarà ospite una studiosa di grande valore, che porterà testimonianza dell’esperienza maturata nel corso di molti anni di attività che l’ha vista operare sul “campo”, in particolare in Siria, paese funestato da molti anni dalla guerra.

 

 

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