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Un’ispirazione dantesca per “Vento di soave” di Corrado Punzi in concorso al Torino Film Festival

Alla conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, Germania e Francia rilanciano la lotta contro i cambiamenti climatici e i disastri ambientali. In una delle più importanti sessioni, la cancelliera tedesca Angela Merkel ricorda ai Paesi del mondo l’importanza degli impegni assunti a Parigi due anni fa, sottolineando con forza che “quella del clima è una sfida centrale per il mondo, una questione di destino dell’umanità”, mentre Macron annuncia l’uscita dal carbone della Francia entro il 2021.

Il cinema ha sempre dedicato attenzione alle questioni ambientali, a cominciare dai fratelli Lumière, i “pionieri”: in “Puits de pétrole à Bakou. Vue de près” del 1899, in pochi secondi, girati a macchina fissa, immagine di pozzi, immense fiamme ed emissioni di fumi neri, il disastro che si mostra.

Tra i film più recenti, c’è “Vento di Soave” del 38enne regista e sociologo pugliese Corrado Punzi – ha scritto e diretto diversi documentari tra cui “Fresia”, su vicende accadute in Cile durante la dittatura di Pinochet – che sarà presentato in anteprima e in concorso al 35° Torino Film Festival nella sezione Italiana.Doc domenica 26 novembre, con repliche lunedì 27 novembre e sabato 2 dicembre.

Quelle di “Vento di Soave” sono storie di ostinata ma contraddittoria opposizione al gigante industriale e raccontano il conflitto tra le narrazioni del progresso e i danni socio-sanitari in un territorio a vocazione agricola. I giganti in questione sono le Centrali della zona industriale brindisina: il petrolchimico Eni e la centrale a carbone Enel, situata a Cerano. Il regista Corrado Punzi li osserva da vicino, e per la prima volta anche da dentro.

Il titolo s’ispira alla Divina Commedia: «Quest’è la luce de la gran Costanza che del secondo vento di Soave generò ‘l terzo e l’ultima possanza» (Dante Alighieri, Paradiso, Canto III). “Vento di Soave” è l’espressione con cui Dante si riferisce alla dinastia sveva, Soave, degli Hohenstaufen, paragonando il loro dominio sull’Italia meridionale alla potenza impetuosa del vento. Il terzo vento di Soave e l’ultima possanza è l’imperatore Federico II, che succede a suo padre Enrico VI, secondo vento e marito di Costanza d’Altavilla. Con Federico II, conosciuto anche come Stupor mundi e puer Apuliae, la città pugliese di Brindisi visse i suoi migliori anni di prestigio culturale e commerciale. Oggi però, a testimonianza di quel passato glorioso, è rimasto solo qualche monumento e il nome dell’imperatore richiama soltanto il nome della centrale a carbone Enel Federico II, che è la seconda più grande d’Italia e tra quelle in Europa che emettono più sostanze inquinanti e più CO2. Ora il vento trasporta i fumi di questa centrale e del petrolchimo Eni nell’aria della città e unisce, come un soffio soave, le vicende di quattro persone che raccontano i due lati di un conflitto apparentemente irrisolvibile e immutato, come il ripetersi ciclico dei giorni e delle stagioni.

L’intento del film è restituire la complessità del tema, attraverso la molteplicità delle prospettive e una narrazione che tenta di limitarsi a osservare: sia la quotidianità di chi si ritiene vittima dell’impatto ambientale delle industrie, ma continua a viverci a ridosso o a lavorarci, sia di chi ricopre incarichi istituzionali per queste stesse industrie, lavorando alla costruzione della loro immagine.

L’idea non era realizzare tanto un’inchiesta su Brindisi e la sua zona industriale, quanto piuttosto un film con un carattere più universale, capace di raccontare un problema cruciale dei nostri giorni: il conflitto moderno tra progresso e danni ambientali e socio-sanitari. Osservare Brindisi, quindi, significa soltanto osservare l’archetipo di un modello di sviluppo insostenibile, perseguito in diversi Sud del mondo e riproposto ancora, come dimostra quello che sta avvenendo tuttora nello stesso territorio salentino con la costruzione del gasdotto Tap.

Il film è stato realizzato da una troupe interamente pugliese: nato da un’idea e dalla collaborazione con il giornalista Stefano Martella, è stato scritto dal regista insieme allo sceneggiatore Francesco Lefons, sonorizzato da Gianluigi Gallo e montato da Cristian Sabatelli. Prodotto dalla Fluid Produzioni di Davide Barletti e dal collettivo cinematografico Muud Film (di Mattia SoranzoMattia Epifani e Corrado Punzi), “Vento di soave” ha ottenuto i finanziamenti del Regional Film Fund di Apulia Film Commission. Il film è stato realizzato anche grazie al contributo di: Asl Brindisi, Arci Lecce, Unione dei Comuni di Andrano, Diso e Spongano, Comune di Trepuzzi.

 

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