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La Valigia dell’Attore 2019 in memoria di Fantastichini e Volonté, guardando al futuro

Venticinque anni sono passati dalla morte di Gian Maria Volonté, la sedicesima edizione del festival di La Maddalena ne ha celebrato la memoria. Ma non solo…

La Valigia dell’Attore 2019, sedicesima edizione, si chiude con un bilancio estremamente positivo. Non solo per le proiezioni sempre gremite, così come gli incontri con gli attori e registi, ma per quello che ha raccontato.

Il festival di La Maddalena celebra il lavoro d’attore, nella memoria di Gian Maria Volonté, uno dei più grandi interpreti di tutti i tempi. Nel venticinquennale della morte è stato ricordato con tre film, “Ogro”, “Porte Aperte” e il restauro, magnifico, di “A ciascuno il suo”. Gli hanno reso omaggio tra gli altri Angela Molina, Alessandro Haber e Renato Carpentieri.

Ma mai come quest’anno, La Valigia dell’Attore è stato un evento dedicato alla memoria, non solo di Volonté, ma anche di tutto quello che ha trasmesso, culturalmente e storicamente, alle generazioni future.

A Lorenzo Fantastichini è stato consegnato da Le Isole del Cinema il Premio Volonté, assegnato postumo al padre Ennio Fantastichini. Il premio è stato consegnato da Gianfranco Cabiddu, regista di “La stoffa dei sogni”, di cui era protagonista Ennio.

Un festival che si è chiuso con gli splendidi ricordi di Renato Carpentieri su Gian Maria Volonté dal set di “Porte Aperte”, stimolato dalle domande di Fabio Ferzetti, Boris Sollazzo e Fabrizio Deriu, moderatori degli incontri del festival. “Avevo 46 anni ed esordivo al cinema, e la prima scena della mia vita è stato un piano a due con Gian Maria Volonté. Per concentrarmi e superare l’ansia, mentre dicevo le mie battute ero concentrato sul suo viso. Era perfetto, straordinario, con pochi sussulti dei muscoli del viso mi stava trasmettendo l’essenza del suo personaggio. Quando finimmo la scena disse a Gianni Amelio ‘Ma dove lo hai trovato?’, in senso positivo. Fu una gran giornata sul set, quella”.

Vincitore del David di Donatello come migliore attore protagonista per “La Tenerezza” (“Dopo ho scoperto che Valerio Mastandrea aveva scommesso su di me. Con la vincita è andato a farsi una cena di pesce”), Carpentieri, una vita dedicata al teatro, è stato scoperto tardi dal cinema, ma ha recuperato in fretta. Nell’ultimo anno ha partecipato a film importanti come “La Paranza dei Bambini”, “Momenti di trascurabile felicità” e “Ride”, l’opera prima proprio di Mastandrea. Ha lavorato con registi come Mario Martone, i fratelli Taviani, Gabriele Salvatores, Emidio Greco e Nanni Moretti.

Sedici edizioni di La Valigia dell’Attore hanno alimentato un data base di questo mestiere che si arricchisce anno dopo anno, di aneddoti, ricordi, consigli e riflessioni, contribuendo a svelare il mistero di un lavoro dietro il quale c’è fatica, sudore, insicurezza, sofferenza, gioia, e tutte quelle altre emozioni e sensazioni che fanno parte della vita e che si cerca di portare sullo schermo o su un palcoscenico per raccontare storie. Le prossime arriveranno a La Valigia dell’attore 2020, diciassettesima edizione.

Premio Volonté 2019 a Ennio Fantastichini – MOTIVAZIONE

Ennio. Basta il nome di battesimo. Come Diego nel calcio, Michelangelo nell’arte, Gian Maria al cinema. Quel cognome lungo, al massimo, lo pronunci tutto attaccato, ma non serve. Basta quel nome per richiamare alla mente, al cuore e un po’ anche allo stomaco quella vitalità esplosiva, quel sorriso, quegli occhi che erano accoglienti ma sapevano essere anche pugnali, quel corpo che era sorprendentemente agile nonostante la stazza, perché Ennio Fantastichini era grande, nel senso letterale del termine e in quello metaforico.

Sul set, ma anche fuori, davanti alla macchina da presa come a un tavolo da pranzo, sapeva essere dolcissimo, delicato, ma anche feroce; commovente e irritante, selvaggio e disciplinatissimo, spudorato e timido. Spariva Ennio, come quando ci ha lasciati tutti senza avvertire. Sapeva diventare schivo, costruendo quei silenzi pieni di significato che la macchina da presa sapeva catturare così bene anche quando il regista non era poi così bravo, ma sapeva anche riempire ogni spazio vuoto con battute, istrionismi, overacting che non era mai gigioneria, ma al massimo generosità.

Forse per questo ha saputo essere straordinario ovunque: tv, teatro, cinema. Ha saputo essere Vanzetti dopo Volonté, uscendone alla grande, cattivo per i Manetti, diventare un’icona sociale per Virzì, navigare tra Shakespeare ed Eduardo con l’amico e sodale Rubini per Cabiddu. Di Ennio, che era un gigante, ti rimangono impressi pure i ruoli meno famosi e celebrati, perché lì forse sentivi di più la sua pennellata unica, e c’è da giurare che Mastandrea in Perfetti Sconosciuti abbia rubato un po’ al Fantastichini di Saturno Contro sul disegnare l’omosessualità senza retorica.

È inutile andare a cercare nella carriera, nei nomi, nei titoli, il motivo di un premio così ovvio. Rimane solo la vertigine di quanto ancora avrebbe potuto darci, di quanti ruoli avrebbe scolpito, sempre meglio, perché Ennio invecchiando migliorava.

Pensaci tu, Lorenzo, a continuare, fottendotene della sua eredità. Perché lui era così, non dimenticava nulla e nessuno, ma era Ennio e basta. Ed è l’unica lezione che conta.

La Valigia dell’Attore è realizzato con il sostegno di MiBAC – Direzione Generale Cinema, Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Cultura e Assessorato al Turismo, Comune di La Maddalena, Ente Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena, Fondazione Sardegna, Nuovo IMAIE.

RB Casting da quest’anno è media partner di questa prestigiosa manifestazione.

 

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