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Venezia 76: Arca CinemaGiovani a “Ema” di Pablo Larraín

Con più di 60 giurati under 26, è la giuria più numerosa della Mostra del Cinema. Il film si aggiudica anche il Premio UNIMED per la diversità culturale e la libertà di espressione artistica.

La 18esima edizione di ARCA CinemaGiovani, premio collaterale della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con più di 60 giurati under 26, è la giuria più numerosa del festival. Con il consueto giorno di anticipo sui Leoni d’oro, le giurie hanno proclamato il vincitore.

Miglior film in concorso è “Ema” di Pablo Larraín “per aver saputo esprimere un’idea rivoluzionaria e nuova di famiglia, un’idea che dà voce al bisogno ancestrale di maternità ma allo stesso tempo mette in discussione le costrizioni sociali che lo regolano. Per aver saputo presentare un concetto avanguardistico di cinema, in cui genere drammatico e musical arrivano a fondersi dando vita a un linguaggio rimodernato, privo dei cliché tipici del genere e ricco di elementi che proiettano l’arte cinematografica nel futuro. Per il suo racconto provocatorio e anarchico, che grazie alla portata straripante del contenuto e dei caratteri dei personaggi, trasforma una tematica classica in rivoluzionaria e innovativa, arrivando a scardinare convenzioni sociali e cinematografiche attraverso una carica esplosiva di cui la danza è espressione universale”.

Il riconoscimento è stato assegnato venerdì 6 settembre alle ore 17.00 presso l’Hotel Excelsior – Spazio Fondazione Ente dello Spettacolo.

“Ema” di Pablo Larraín si aggiudica anche il Premio UNIMED per la diversità culturale e la libertà di espressione artistica con la seguente motivazione: “Questo film punta i riflettori sulla diversità culturale e l’integrazione in modo non convenzionale, tramite coraggiose scelte tecniche ed estetiche. È un film-concerto postmoderno e contemporaneo, che sorpassa i confini di amore, sesso e corpo andando oltre l’etica e i pregiudizi sociali. ‘Ema’ è un anti-eroe che, oltre a incendiare semafori e antiche statue, incenerisce la nostra percezione di famiglia e di genere sullo schermo. Si batte per ricostruire le relazioni umane, basandosi sull’amore incondizionato, sulla libertà e sull’espressione del corpo con un aspro contrasto tra poesia, vita e danza”.

 

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