Home Eventi Carlo Verdone: “Oggi si vedono i film anche sullo smartphone ma spero...

Carlo Verdone: “Oggi si vedono i film anche sullo smartphone ma spero che la sala non muoia mai”

L’attore e regista ospite oggi a Presente Italiano, la manifestazione dedicata al cinema italiano in corso a Pistoia

Pistoia, 5 ottobre 2019 – “Pistoia? È una città che non conoscevo, strano. Conosco tutta la Toscana ma questa cittadina toscana mi mancava. Voglio tornare per guardare bene il museo dei treni antichi perché sono un appassionato e collezionista. Qui c’è la storia della locomotiva e dei vagoni”. Così Carlo Verdone oggi a Pistoia al film festival Presente Italiano, la manifestazione dedicata al cinema italiano in corso in vari luoghi della città, dove ha presentato in anteprima il nuovo numero monografico della rivista INLAND (Bietti Editore) dedicata proprio a Verdone.

Il festival gli ha dedicato una retrospettiva e una mostra fotografica dei suoi film. “Mi sembra un miracolo e un privilegio – ha raccontato Verdone nel suo incontro con il pubblico – aver trascorso 42 anni di carriera nel mondo del cinema. Soprattutto oggi che si consuma tutto con grande rapidità. Oggi, per un attore, è difficile entrare nel cuore delle persone, il pubblico degli anni ’80 e ’90 non c’è più. I giovani usufruiscono dei film in modo diverso, con gli smartphone, ma io spero che la sala non muoia mai, con la sua aggregazione”.

E poi l’attore e regista ha detto: “Ognuno se lo guarda come vuole, ma il cinema, con il suo racconto, ha ancora più anima delle serie tv”. E sulle serie tv, continua Verdone rispondendo alle domande del pubblico. “Nelle serie girano 15 minuti al giorno e c’è molta post-produzione. Molte serie sono scritte benissimo, ma il cinema d’autore è un’altra cosa”.

Sulla sua carriera da regista ha raccontato: “Ho cominciato con Sergio Leone e mi ha insegnato cosa vuol dire sceneggiare un film”. E a chi gli ha chiesto cosa cambierebbe della sua carriera, Verdone ha risposto: “Io non cambierei niente della mia carriera, anche se il giudice supremo è sempre il pubblico. Ogni film mi è servito per affrontare quello dopo con maggiore concentrazione e coraggio. Serve prendere un gradino male, serve per prendere salita nella maniera migliore. Io non mi ritengo un grande autore, scrivo commedie, ma ho sempre lavorato con serietà”.

E poi sulla comicità al cinema ha aggiunto: “Sorrentino? Mi ha chiesto di fare quel ruolo lì ne ‘La Grande Bellezza’ e mi chiese di mettere un po’ della mia anima. Quindi ben venga una proposta non comica, magari un film drammatico ma deve essere consistente e venire incontro alle mie corde. I miei film comici hanno tanta malinconia”.

[Photo credits: Presente Italiano]

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here