Home Eventi Locarno 2020 apre con “First Cow”, il nuovo film di Kelly Reichardt

Locarno 2020 apre con “First Cow”, il nuovo film di Kelly Reichardt

In Giuria anche la regista italiana Alina Marazzi e il cineasta israeliano Nadav Lapid

Ad aprire Locarno 2020 – For the Future of Films, mercoledì 5 agosto, sarà “First Cow”, il nuovo film della regista e sceneggiatrice statunitense Kelly Reichardt, che fa anche parte dei tre giurati che valuteranno i progetti internazionali di The Films After Tomorrow. Per dieci giorni, dal 5 al 15 agosto, Locarno 2020 si svilupperà come un’edizione ibrida, da seguire online e in sala a Locarno e Muralto.

“First Cow” è stato accolto con entusiasmo al Telluride Film Festival e alla Berlinale, segnando anche uno degli ultimi momenti in cui il cinema ha potuto dispiegarsi ancora come una grande esperienza collettiva da vivere in presenza. Pochi giorni dopo la proiezione a Berlino, in tutta Europa è scattato il lockdown, che ha portato alla sospensione dei lavori sui set cinematografici, alla chiusura delle sale e ha finito per sconvolgere intere economie. Il Locarno Film Festival ha deciso di inaugurare simbolicamente la sua edizione 2020 proprio con questo film, che apre a grandi spazi: quelli fisici del western, ma anche quelli mentali di una inaspettata amicizia, essendo quest’ultima, come dice il verso di William Blake che apre il film (“The bird a nest, the spider a web, man friendship”), l’essenza stessa dell’uomo. “First Cow” sarà proposto il 5 agosto in sala al GranRex (alle ore 20.30) per l’apertura di Locarno 2020 in collegamento digitale con la regista. Il film è presentato grazie alla collaborazione del Centre Pompidou di Parigi, che dedicherà alla cineasta statunitense una retrospettiva completa, in sua presenza, dal 23 gennaio al 7 febbraio 2021.

La chiusura del festival interrogherà invece la nozione di confinamento, attraverso dei film che nella loro stessa forma e concezione intendono indagare temi come il mutato rapporto dell’uomo con le tecnologie, la pratica del lavoro da casa, anche applicata al cinema, e l’inedita esperienza del lockdown. Il 15 agosto, alle 20.30 al GranRex, il pubblico di Locarno 2020 potrà infatti scoprire il nuovo film di Jean-Marie Straub, già Pardo d’onore nel 2017, “La France contre les Robots” (2020), e una selezione di cortometraggi che compongono il progetto Collection Lockdown by Swiss Filmmakers: nove cortometraggi firmati da registi e registe svizzeri che, a prescindere dai mezzi, dalle location e dai cast, hanno deciso di continuare a fare cinema.

I tre membri della Giuria che valuterà i 10 progetti internazionali di The Films After Tomorrow – e che assegnerà il Pardo 2020 (70’000 CHF), il Premio Campari (50’000 CHF) e il Premio Swatch (30’000 CHF) – sono Kelly Reichardt, figura prominente del rinnovo del cinema d’autore statunitense, che nel suo percorso ha saputo rileggere con estrema originalità i generi della narrativa americana, come in “Night Moves” (2013) e “Certain Women” (2016); Nadav Lapid, sceneggiatore e cineasta israeliano, che nel 2019 con “Synonymes” ha conquistato l’Orso d’Oro alla Berlinale, imponendosi come uno degli autori più dirompenti dell’attuale panorama cinematografico; Lemohang Jeremiah Mosese, sceneggiatore, regista e direttore della fotografia del Lesotho, che nei suoi film più recenti, come il documentario “Mother, I Am Suffocating. This Is My Last Film About You” (2019) o “This Is Not a Burial, It’s a Resurrection” (2019, premiato con il World Cinema Dramatic Special Jury Award for Visionary Filmmaking al Sundance) si è rivelato una delle voci più originali apparse negli ultimi anni della cinematografia mondiale.

La Giuria della selezione svizzera, che assegnerà il Pardo 2020 al miglior progetto nazionale (70’000 CHF) e il Premio SSR SRG (100’000 CHF sotto forma di campagna promozionale televisiva), è invece composta da Alina Marazzi, regista italiana naturalizzata svizzera, autrice tra gli altri di “Un’ora sola ti vorrei”, menzione speciale della giuria del Locarno Film Festival nel 2002; Matías Piñeiro, regista, scrittore e artista argentino, che a Locarno ha presentato “Todos mienten” (2009), “La princesa de Francia” (2014) e “Hermia & Helena” (2016); Mohsen Makhmalbaf, regista, produttore, montatore, sceneggiatore e attivista, riconosciuto come uno dei maestri del cinema iraniano grazie a opere come “Sokut” (Il Silenzio, 1998), “Safar-e Qandehar” (Viaggio a Kandahar, 2001) e “Shaere zobale-ha” (Viaggio in India, 2006). Il suo “Noon-O-Goldoon” (A Moment of Innocence) – menzione speciale a Locarno nel 1996 – è tra i film che compongono la selezione di “Un viaggio nella storia del festival”.

Sito Ufficiale: www.locarnofestival.ch

 

 

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