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Le prime immagini di “Guerra e Pace” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

Dopo “Spira Mirabilis” (2016), il duo di documentaristi sarà in Concorso nella sezione Orizzonti a Venezia 77

Dopo “Spira Mirabilis” (2016), presentato in Concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il duo di documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti tornano quest’anno al Lido con “Guerra e Pace”, in Concorso nella sezione Orizzonti della 77. Mostra (2-12 settembre 2020).

Una produzione Montmorency Film con Rai Cinema e Lomotion, con Schweizer Radio und Fernsehen / SRG SSR, con il supporto di MiBACTBerner FilmförderungFederal Office of Culture (FDHA) – Switzerland, in partecipazione con Cinémathèque Suisse, in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, EMI – ECPAD, International Red Cross e con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La sinossi ufficiale:

“Guerra e Pace” racconta l’ultracentenaria relazione tra cinema e guerra, dal loro primo incontro, nel lontano 1911, in occasione dell’invasione italiana in Libia, fino ai giorni nostri. Dalle sequenze filmate dai pionieri del cinema alle odierne riprese girate con gli smartphone dai cittadini del mondo, il passo appare brevissimo e la relazione tra cinema e guerra solidissima. “Guerra e Pace” è una riflessione sulle immagini e, come in un grande romanzo scandito in quattro capitoli – passato remoto, passato prossimo, presente e futuro –, prova a ricomporre i frammenti della memoria visiva dai primi del ‘900 a oggi e mette in scena la moltiplicazione delle visioni che, come un costante rumore di fondo, accompagnano le nostre attuali esistenze. Quattro importanti istituzioni europee ospitano la narrazione del nostro film e ne costituiscono la solida impalcatura spazio-temporale. Impalcatura in cui la pace e la guerra sembrano convivere e tenersi a bada a vicenda. Dal costante lavoro di ricerca e restauro di antiche pellicole di guerra dell’Istituto Luce di Roma; alla quotidianità dell’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri Italiano con i suoi monitor perennemente accesi sul mondo; dalla formazione di giovani militari che imparano a produrre immagini di guerra presso l’ECPAD (Archivio Militare e Agenzia delle Immagini del Ministero della Difesa Francese); alla conservazione dei preziosi archivi della Croce Rossa Internazionale custoditi presso la Cineteca Svizzera di Losanna, “Guerra e Pace” ci racconta come l’estetica di guerra, molto più che l’estetica di pace, ci accompagna da sempre, riflettendosi e proiettandosi nell’effimero presente che ci circonda. “Guerra e Pace” si interroga sulle conseguenze della guerra, sul senso della storia e della conservazione della memoria a beneficio delle future generazioni.

Note di regia:

“Chi siamo dunque? Siamo gente sempre in guerra. O perché la stavamo facendo o perché ci apprestavamo a farla. Non siamo mai vissuti altrimenti”. Ryszard Kapuściński

La prima intuizione di “Guerra e Pace” è nata un giorno di fronte un’Ambasciata Italiana in una capitale straniera. Ci siamo domandati che funzione e che valore potessero avere ancora questi palazzi privilegiati e, più genericamente, quale fosse il senso dell’attività diplomatica in un mondo in cui la comunicazione e le notizie viaggiano ad una velocità fuori da ogni controllo. Dopo molti studi, riflessioni e incontri crediamo che oggi più che mai è necessario ripensare agli strumenti che prevengono, limitano, contengono i conflitti in favore del dialogo tra uomini e istituzioni. Il cinema, fin dalle sue origini, ci mostra di aver avuto un legame fortissimo con la guerra più che con la pace, sia per lo spirito che ha attraversato la prima metà del secolo scorso, sia per l’intrinseca necessità di documentare gli eventi storici, sia per la reale difficoltà di filmare un processo di pace. Abbiamo dunque deciso di riflettere sulle immagini del passato e del presente non solo come strumento di guerra, ma anche come possibile strumento di pace.

Biografia – Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

Massimo D’Anolfi e Martina Parenti nel 2007 hanno realizzato insieme “I promessi sposi”, presentato al Festival di Locarno in Ici & Ailleurs e premiato al Festival dei Popoli di Firenze e al Filmmaker Film Festival a Milano. Nel 2009 “Grandi speranze” è stato anch’esso presentato al Festival di Locarno in anteprima mondiale in Ici & Ailleurs. Nel 2011 “Il Castello”, selezionato in tantissimi festival internazionali (Visions du Réel, Nyon; Hot Docs, Toronto; EIDF, Seoul; RIDM, Montreal; etc.), è stato premiato agli Hot Docs (Toronto) con il Premio Speciale della Giuria e agli EIDF (Seoul) con lo stesso riconoscimento, agli IDA Awards (Los Angeles) con il Premio per la Miglior Fotografia, al Torino International Film Festival con il Premio Speciale della Giuria Italiana.Doc e con il Premio Avanti e in molti altri festival ancora. Nel 2013 “Materia Oscura” vince il Premio Corso Salani per il Miglior Work in Progress, viene presentato alla Berlinale (Forum) e inizia un lungo percorso festivaliero, ricevendo diversi riconoscimenti. Nel 2015 “L’Infinita Fabbrica del Duomo” viene presentato in anteprima al Festival di Locarno e successivamente distribuito da Lab80. Nel 2016 “Spira Mirabilis” ha la sua anteprima in Concorso Ufficiale alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e poi nei maggiori festival internazionali. È distribuito in Italia da I Wonder e nel mondo da The Match Factory. Nel 2018 il cortometraggio “Blu” è presentato Fuori Concorso alla 75. Mostra di Venezia. Massimo D’Anolfi e Martina Parenti oltre che della produzione e della regia si occupano della fotografia, delle riprese, del suono, del montaggio dei loro progetti.

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