Home Eventi Cannes 2025: Alice Rohrwacher presidente di giuria della Caméra d’or

Cannes 2025: Alice Rohrwacher presidente di giuria della Caméra d’or

Foto di Fabio Lovino / Alice Rohrwacher

La regista e sceneggiatrice italiana Alice Rohrwacher è stata scelta per presiedere la giuria della Caméra d’or alla 78esima edizione del Festival di Cannes (13 – 24 maggio 2025). Il riconoscimento è destinato a un’opera prima presentata nella Selezione Ufficiale, alla Semaine de la Critique o alla Quinzaine des Cinéastes.

Alice Rohrwacher, il cui lavoro è sbocciato a Cannes, premierà a sua volta il debutto di un regista durante la  cerimonia di chiusura del festival, sabato 24 maggio. Nel 2024, la Caméra d’or è andata a Halfdan Ullmann Tøndel per “Armand”, presentato in anteprima a Un Certain Regard.

“Le prime volte sono sempre importanti e ci accompagnano per tutta la vita – ha detto Alice Rohrwacher – Come entrare in una stanza sconosciuta, avvicinarsi alla persona amata per il primo bacio o approdare su una terra straniera. C’è qualcosa di dorato che avvolge questi momenti nella nostra memoria. È per questo che il premio più prestigioso per le opere prime si chiama Caméra d’or?”.

In una filmografia che abbraccia cortometraggi e lungometraggi, documentari e fiction, Alice Rohrwacher – sottolinea il Festival di Cannes nel comunicato ufficiale – dipinge con tocchi sottili il bagliore dorato degli inizi e lo splendore delle prime volte. Figura di spicco del nuovo cinema italiano, concilia il naturalismo di De Sica con la visione onirica di Fellini in film sempre al limite tra narrazione e documentario.

Nel suo primo lungometraggio, “Corpo Celeste” (Heavenly Body), presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2011, Alice Rohrwacher ha esplorato un rapporto con il mondo fatto di scoperte e inizi attraverso il ritratto di una ragazza di tredici anni. Il suo secondo lungometraggio, “Le Meraviglie” (The Wonders), è stato selezionato in concorso al Festival di Cannes 2014 e ha vinto il Grand Prix. Questo racconto personale evoca la vita quotidiana di giovani sorelle in una fattoria isolata e la società moderna che le raggiunge con le riprese di un reality show. “Lazzaro Felice” (Happy as Lazzaro) continua a sondare un ideale di innocenza perennemente afflitto dalla corruzione morale: improvvisamente liberato dal giogo di un proprietario terriero che teneva i contadini in servitù, Lazzaro si confronta con la violenza della città. Presentato in concorso a Cannes nel 2018, si è aggiudicato a pari merito il premio per la migliore sceneggiatura, coronando il singolare talento di scrittura di Alice Rohrwacher. “La Chimera”, considerato dalla regista la conclusione di una trilogia formata con i suoi due lungometraggi precedenti, è stato presentato anch’esso in concorso al Festival di Cannes nel 2023. Ambientato sullo sfondo di un traffico di antichità e di una parabola sul nostro rapporto con il passato, il film analizza il modo in cui le origini plasmano il nostro rapporto con gli altri, con la vita e con il mondo.

L’opera affascinante di Alice Rohrwacher, venata del suo personalissimo realismo magico, non si limita a questi quattro lungometraggi. Il documentario, il primo genere che ha intrapreso partecipando a film collettivi, le ha permesso di esplorare la poesia del mondo rurale, l’importanza del passato e il fremito della giovinezza (“Checosamanca”, 2006; “9×10 Novanta”, 2014; “Futura”, 2021). I cortometraggi, a cui torna spesso, sono uno spazio espressivo che reinventa costantemente. Da una capsula 16mm per la messa in scena di un’opera (“Violettina”, 2016) a una cronaca del lockdown (“Quattro Strade”, 2021), fino a un cortometraggio di finzione (“Le Pupille”, presentato a Cannes nel 2022 e candidato all’Oscar nel 2023), Alice Rohrwacher si è nuovamente dedicata all’esercizio nel 2024 co-dirigendo con JR “Un’allegoria urbana” (Allégorie citadine), riprendendo un tema fondante della sua opera, l’Allegoria della caverna di Platone.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here