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Susanne Bier: non è il Darfur

Dopo il clamoroso successo con cui è stato accolto “In un mondo migliore” alla proiezione ufficiale del Festival di Roma, la regista Susanne Bier si vede costretta a tornare su un fraintendimento legato al film, già ampiamente chiarito in passato, ma purtroppo rilanciato erroneamente dalla stampa italiana.

La parte del film ambientata in un campo di rifugiati africano, infatti, non si svolge in Sudan, né fa alcun riferimento alla situazione del Darfur. “La questione, priva di fondamento – chiarisce la regista – è saltata fuori durante il montaggio del film. Il Governo sudanese ha accusato il film, senza averlo visto, di essere anti-islamico e di dipingere una situazione inesistente in Darfur, mentre il film è stato girato in Kenya e l’azione si svolge volutamente in un luogo non specificato dell’Africa. La storia poi non ha nulla a che vedere con la religione: l’accusa era del tutto fuori luogo e, quando il film infine è stato visto, erano tutti d’accordo che si trattasse di un equivoco”.

Susanne Bier si dice sorpresa e amareggiata di come questa vecchia polemica, di cui ovunque si era spenta l’eco, sia riuscita comunque ad arrivare in Italia, riprendendo vita sulle testate nazionali malgrado l’ulteriore chiarimento offerto durante la conferenza stampa ufficiale organizzata dal Festival di Roma.

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