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Festival di Roma: “The Lady” Aung San Suu Kyi di Luc Besson apre la sesta edizione

Con la proiezione di “The Lady” di Luc Besson, il biopic sul premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, si è aperta ufficialmente ieri la sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Presentato fuori concorso, il film racconta in maniera piuttosto convenzionale e poco emozionante la storia dell’attivista birmana e della lotta per portare la libertà nel suo paese soffermandosi sugli aspetti più privati e sul rapporto col marito (interpretato da David Thewlis).

In conferenza stampa Luc Besson ha detto di aver “voluto raccontare con rispetto una donna che non ha mai potuto conoscere e che è viva”. “Quando ho pensato al film – ha raccontato – lei era agli arresti domiciliari da 12 anni e non credevo che la sua liberazione fosse vicina. La parte più difficile da affrontare è stata l’incertezza di ciò che poteva succedere durante la lavorazione del film. Per il resto ho usato una mano sobria perché la storia non richiedeva toni sopra le righe”.

Ad attrarre il regista francese è stato il personaggio di Aung San Suu Kyi: “ciò che più mi interessava non era raccontare la vicenda politica ma la dimensione umana di questo personaggio. Gli aspetti politici sono sullo sfondo ma non è su quelli che ho scelto di concentrarmi”. “Oggi assistiamo a ribellioni che hanno portato ad un grande spargimento di sangue – ha continuato il regista –, pensiamo alla Primavera Araba, alla Libia, alla Tunisia, dove la libertà è stata raggiunta con il sangue. Io non sono un esperto di storia ma la vita di Aung San Suu Kyi è la prova che la lotta per la democrazia si può portare avanti con la non violenza. E’ un aspetto su cui dovremmo riflettere”. Il film è stato visto da uno dei due figli dell’attivista birmana che si è commosso durante alcune scene.

A dare volto ad Aung San Suu Kyi sul grande schermo è Michelle Yeoh che ha voluto “interpretarla senza imitarla, cercando di capire il suo pensiero”. L’attrice ha raccontato di aver perso 5 chili, imparato a muoversi e camminare come lei e soprattutto, a parlare il birmano. “Questo film è un atto d’amore e di impegno – ha detto in conferenza stampa – Da questa donna ho imparato il senso di sacrificio e volontà, del riconoscere che ci sono cose più importanti. Spero – ha concluso – che tutto ciò che ho imparato da lei mi rimanga dentro”.

In serata il cast del film ha sfilato sul primo red carpet di questa edizione che si è svolto come da copione fino all’imprevisto arrivo di un gruppo di manifestanti del gruppo di destra “Il Popolo di Roma”, che ha lanciato petardi e fumogeni per protestare contro i tagli e chiedere l’abrogazione delle province. Sul tappeto rosso la protagonista di “The Lady” Michelle Yeoh è arrivata accompagnata dal marito, ex dg della Ferrari, Jean Todt, tra i vip nazionali c’erano Michele Placido, Pierfrancesco Favino e Giovanni Veronesi con Valeria Solarino, il presidente della Giuria 2011 Ennio Morricone, tra i rappresentati politici il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini.

A movimentare il red carpet è stato anche l’eccentrico Boy George che, dopo essersi esibito in un dj set per inaugurare “Punks & Patriots”, il Focus del Festival dedicato quest’anno alla Gran Bretagna, ha sfilato tra i fan con indosso una giacca dark con teschio luccicante ed un cappellone verde. Uno scherzo delle Iene, però, ha fatto infuriare la popstar che ha rifiutato il photocall tra le proteste e i fischi dei fotografi.

In sala, prima della proiezione per il pubblico di “The Lady”, la madrina di quest’edizione Luisa Ranieri, ha letto un messaggio di Aung San Suu Kyi incentrato sui valori della “verità, giustizia e solidarietà, spesso gli unici baluardi che si ergono contro la brutalità del potere”.

Oggi al festival è il giorno del primo film italiano in concorso “Il mio domani” di Marina Spada con Claudia Gerini, la divertente commedia sull’invenzione del vibratore “Hysteria”, con Tanya Waxler, Maggie Gyllenhaal e Rupert Everett, l’ultimo atteso lavoro di Steven Spielberg “Le avventure di Tintin: il segreto dell’Unicorno” (Alice nella città) e “A Few Best Men” di Stephen Elliott con Olivia Newton John (fuori concorso).

Foto di Alessandro Massimiliani

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