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Festival di Roma 2013: in concorso il dolore e il razzismo de “I corpi estranei”

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci. Quinto giorno. 

Roma, 12 Novembre 2013 – Primo film italiano IN CONCORSO al Festival Internazionale del Film di Roma, dove è stata presentata la seconda opera registica di Mirko Locatelli “I corpi estranei” con Filippo Timi e Jaouher Brahim, per la prima volta sul grande schermo. La storia è quella di un uomo è solo a Milano dov’è arrivato con il suo bambino, affetto da una grave malattia. In ospedale incontra Jaber, un 15enne migrato in Europa da poco, in fuga dal Tunisia. I due sono costretti a “convivere” in ospedale, dove Jaber si trova per assistere un amico malato. La malattia è l’occasione per un incontro tra due anime sole e impaurite, due “corpi estranei” alle prese con il dolore.
“Io e mia moglie, la sceneggiatrice Giuditta Tarantelli, siamo partiti da un immagine che mi ha sottoposto lei stessa. – racconta Mirko Locatelli – Arrivava direttamente dalla sua memoria e risaliva a vent’anni fa: un uomo solo con in braccio un bambino all’interno di un reparto di oncologia pediatrico. Da li abbiamo provato a immaginare e costruire una storia intorno a lui. In questo modo si spostava, con un certo pudore, l’attenzione dal bambino al padre mettendo in evidenza la fragilità dell’uomo e non il dolore. Perché, in un certo senso, i veri malati sono i genitori, ossia quelli che non vengono accompagnati e tutelati”.

In concorso è stato presentato anche “Out of the furnace” di Scott Cooper , che ha visto un red carpet vuoto a causa dell’assenza dell’intero cast (composto da Christian Bale, Zoe Saldana, Woody Harrelson, Willem Dafoe, Forest Whitaker). Il film racconta di un uomo appena uscito di prigione dopo aver scontato una lunga condanna per omicidio, e del fratello minore, coinvolto da tempo in un giro di scommesse clandestine.

FUORI CONCORSO è passato  “The Green Inferno” di Eli Roth, che è arrivato a Roma accompagnato dall’attrice Lorenza Izzo, protagonista principale nei panni di una studentessa che si unisce ad un gruppo di attivisti in lotta per la salvezza della foresta Amazzonica. Il film è un omaggio ai cannibal-movies italiani, come racconta lo stesso regista di “Hostel”: “Sono cresciuto a pane e film di Dario Argento, Lucio Fulci, Mario Bava e Luciano Martino, ho visto tutti i loro film, o almeno tutti quelli che sono arrivati negli Usa. Quello fu il mio primo contatto con il cinema italiano e con loro ho scoperto che nessuno al mondo è bravo come gli italiani a portare la violenza sul grande schermo. Quando vidi per la prima volta ‘Cannibal Holocaust’ pensai che era talmente realistico che Ruggero Deodato avrebbe potuto essere persino arrestato per quelle scene. E’ un film molto potente che non solo ha fatto scalpore ma ha anche creato un genere nuovo che nessuno aveva mai visto prima utilizzando la tecnica della fiction documentaristica”. “Cannibal Ferox e Cannibal Holocaust erano considerati i capisaldi di un cinema pericoloso ed estremo. E’ forse questo che mi ha spinto a diventare un regista di genere”, spiega Eli Roth.
“The Green Inferno” uscirà in Italia nel 2014 ditribuito da Koch Media.

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SPECIALE
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