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Festival di Roma 2013: chiudono l’italiano “Tir” e l’ultimo film di Takashi Miike

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci. Ottavo giorno.

Con l’ultimo film italiano, i nuovi lavori di Takashi Miike ed Isabel Coixet si conclude il Concorso dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.
Dopo l’apprezzato “Rumore bianco”, il regista Alberto Fasulo torna dietro la macchina da presa con un film a metà tra documentario e finzione: “Tir”, un road movie che, muovendosi tra est ed ovest lungo il così detto “corridoio 5” (che nei piani dell’Unione Europea, unirà Lisbona con Kiev) racconta la vicenda dell’ex professore Branko, trasformatosi in camionista per una ditta italiana nella speranza di un guadagno migliore.
Per interpretarlo Fasulo ha scelto l’attore romeno Branko Zavrsan facendogli prendere una patente per camion con cui insieme hanno girato l’Europa per venticinque giorni fingendosi degli autotrasportatori.
“Prendere la patente ha fatto solo parte di un percorso necessario. – racconta Branko Zavrsan – Indubbiamente questo lavoro ha richiesto più impegno rispetto ad altri o, forse, solo un approccio diverso. Però un attore si mette sempre a disposizione di ogni lavoro cui è chiamato. Questa volta si trattava di mostrare un altro tipo di vita, probabilmente da questo punto di vista possiamo dire che si tratta di un’esperienza speciale, diversa”.
“Io sono l’unico a filmare – spiega il regista – perché ho bisogno di creare un rapporto stretto e unico con quello che racconto. In questo senso, l’emozione diventa più importante di qualsiasi messinscena. Anche l’utilizzo di molti campi lunghi era per dare spazio alla storia e, forse, meno allo stile. Quello lo lasciamo per altri generi e racconti. Anche con Branko abbiamo fatto un lavoro profondo sulla realtà che doveva coincidere con le domande che ci eravamo posti fino a quel momento. Ossia, su quale crisi era importante evidenziare tra quella economica ed etica?”.

Creare la suspense partendo da elementi di vita quotidiani come ascensori, corridoi, nebbia, silenzi e fotografie: è l’intento che ha guidato la regista Isabel Coixet per il suo “Another me”. Basato sul romanzo omonimo di Cathy MacPhail, il film è una variazione sul tema del doppio. A dare forma alle ossessioni della regista sono la giovane Sophie Turner, Jonathan Rhys Meyers e Rhys Ifans. Un thriller in cui però le cose diventano chiare quasi dall’inizio, “lo scopo non era costruire un mistero ma comprendere come riusciamo a convivere con i nostri fantasmi. Centrale è la quotidianità famigliare, piuttosto chiusa, e il peso del passato che si fa sentire sui diversi componenti. Questo è stato lo scopo principale del mio lavoro”. “L’atmosfera attinge dal noir e dal gotico per descrivere l’ambiguità e il peso del non detto. – spiega Coixet – In questo senso l’opera è il frutto del mio incessante desiderio di turbare, commuovere e sconcertare gli spettatori”.

In concorso è stato presentato anche “The Mole Song”, l’ultimo film di Takashi Miike. Tratto dalla comic series di Noboru Takahashi e interpretato da Toma Ikuta, il film racconta di un laureato che, licenziato da poliziotto di quartiere per condotta disonorevole viene assegnato ad una mission impossibile: infiltrarsi da talpa nel principale clan yakuza della zona di Kanto, lo Sukiya-kai, per assicurare alla giustizia il capo. “Il manga da cui è tratto il film è molto popolare, ma le storie sulla yakuza oggi vengono viste come se fossero qualcosa di passato, pertanto, raccogliamo pochi spettatori: io ho cercato di farli divertire, ma ci sono anche scene serie”. Nel film ci sono anche sequenze animate sullo stile del fumetto omonimo. “Il manga scuote il cuore delle persone, perché – spiega Miike – rappresenta i nostri desideri irrealizzati, e il maestro Takahashi è stato il mio più importante spettatore. Leggendo il manga anche io vivevo un’avventura, sovrapponevo alla sua straordinaria la mia vita quotidiana. Non sono gay, ma un uomo può amare un altro uomo in modo virile, vedevo in Reiji una persona imperfetta che con sforzo quotidiano riesce a compiere delle imprese al di là di ogni immaginazione, e questo mi dava il coraggio per vivere”.

Domani gran finale di Festival con la cerimonia di premiazione che sarà presentata dall’attrice Anna Foglietta.

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Festival Internazionale del Film di Roma

dall’8 al 17 novembre 2013
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