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“William Kentridge, Triumphs and Laments” in anteprima al MAXXI per la Festa del Cinema di Roma

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Il docu-film “William Kentridge, Triumphs and Laments” sarà presentato in anteprima sabato 22 ottobre alle ore 21.30 presso il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, all’interno della sezione Riflessi per la Festa del Cinema di Roma.

Il film per la regia di Giovanni Troilo, prodotto da Todos Contentos Y Yo Tambien e In Between Art Film in collaborazione con Sky Arte HD, Rai Cinema, Lia Rumma e Tevereterno, ci immerge nell’arte di uno dei più grandi artisti contemporanei, accompagnandolo nella conquista di una colossale e combattuta opera dedicata alle sponde del Tevere: una lunga successione di immagini ottenute tramite idropulitura volte a rappresentare vittorie e sconfitte della città eterna.

Il regista ci coinvolge nel viaggio di “recupero” della memoria della Capitale partendo dall’Africa, per rivelare la pulsione autobiografica di un artista che racconta l’uomo universale tramite il bianco e il nero, la luce e l’ombra, l’apartheid e la vita. Kentridge si trasforma in inviato speciale nella realtà del contesto romano, indagando il paesaggio che nasconde la storia e ne coglie le connessioni.

Una lunga successione di 90 immagini emergono sul travertino, bianco dei muraglioni per rappresentare le vittorie e le sconfitte di Roma: non sono solo la morte di Remo, Cicerone, le opere del Bernini, a sfilare sulle rive, ma anche quel noto senso di possibilità, di trasformazione, che deriva dall’immaginario cinematografico legato alla città: ecco quindi le citazioni iconiche di Roma Città Aperta, Anita Ekberg nella Dolce Vita felliniana, Marcello Mastroianni e la morte di Pasolini.

“Triumphs and Laments” è un grandioso regalo per Roma e l’iconografia proposta da Kentridge, tra miti e lamenti, recupera e ricostruisce la storia della Capitale, collocandola come apparizione visiva lungo le sponde del Tevere.

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L’OPERA

“Triumphs and Laments”, di William Kentridge, è un’imponente opera site specific dedicata alle sponde del Tevere inaugurata il 21 aprile a Roma.

Il progetto artistico prevede un fregio lungo 550 metri che rappresenta la storia millenaria di Roma, in una successione di immagini ispirate alle sconfitte e vittorie della città. Più di ottanta figure – alte fino a 10 metri formano la processione sul tratto fluviale che va da Ponte Sisto a Ponte Mazzini.

L’iconografia proposta da Kentridge, tra miti e lamenti, recupera e ricostruisce la storia di Roma, collocandola come apparizione visiva lungo le sponde del Tevere. Non sono solo la morte di Remo, Cicerone, le opere del Bernini, a sfilare sulle rive, ma anche quel noto senso di possibilità, di trasformazione, che deriva dall’immaginario cinematografico legato alla città: ecco quindi le citazioni iconiche di Roma Città Aperta, Anita Ekberg nella Dolce Vita felliniana, Marcello Mastroianni e la morte di Pasolini.

Le figure emergono dal travertino tramite pulitura: le sagome in stencil dei disegni vengono pulite nei loro contorni con un vaporizzatore. Le silhouettes scure sono quindi costituite dalla materia organica rimasta sotto gli stencil e saranno temporanee: la patina biologica si riforma naturalmente, cancellando le immagini che nel giro di pochi anni spariranno inglobate nuovamente nei muraglioni e riassorbite dagli agenti atmosferici. Lasciando però impressa nella memoria una rappresentazione spettacolare da cui emerge il legame indissolubile tra le immagini del contemporaneo e quelle dell’epoca classica.

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