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Venezia 69: Kasia Smutniak inaugura con raffinatezza l’edizione 2012

Dalla nostra inviata al Lido Marilena Vinci

Con eleganza e grazia Kasia Smutniak ha inaugurato la 69° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Fasciata in un sobrio abito rosso lungo di Armani e con i capelli raccolti in uno chignon, la madrina ha aperto la cerimonia parlando delle attuali difficoltà sociali (crisi economica, globalizzazione, eutanasia) e di come il cinema le rispecchi, poi ha sottolineato la significativa presenza di 21 registe donne in tutte le sezioni del festival.

Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha invece ricordato l’80° compleanno della Mostra, inaugurata nel 1932. “Quest’anno festeggiamo ricordando i fondatori, – ha detto – col ritorno di Alberto (Barbera ndr), con promesse che guardano al futuro e anche ricordando al mondo che i film vanno restaurati, ecco perché accanto manteniamo una retrospettiva di film restaurati”.

Poi, come da tradizione, sono state presentate le giurie delle tre sezioni: “Venezia 69”, “Orizzonti” e “Venezia Opera Prima”. “Non vedo l’ora di vedere i diciotto film in concorso, – ha dichiarato il presidente della giuria ufficiale Michael Mann – dopo tutto siamo anche un pubblico, i criteri di giudizio che verranno applicati saranno soprattutto innovazione ed eccellenza”. Ancora una volta, come gli scorsi anni, in giuria è rimasta vuota una sedia, quella dedicata al regista iraniano Jafar Panahi, detenuto nel suo paese perché dissidente contro il regime e a cui il festival ha voluto ancora una volta dichiarare la sua solidarietà.

Una cerimonia sobria ed insolita in cui è mancato l’intervento del direttore artistico di quest’edizione, Alberto Barbera, che ha scelto di non salire sul palco e di lasciar parlare le immagini dei film montate in sequenza.

Protagonisti della prima giornata dell’edizione 2012 sono stati il film d’apertura “The reluctant fundamentalist” di Mira Nair e il documentario su Enzo Avitabile di Jonathan Demme dal titolo “Enzo Avitabile Music Life”, presentati entrambi fuori concorso.

La regista indiana è tornata alla Mostra di Venezia, dopo aver vinto con “Monsoon Wedding” il Leone d’Oro nel 2001 (ultimo anno della prima direzione Barbera), con una pellicola che racconta il cambiamento epocale che ha rappresentato per l’America, per il Pakistan e per il mondo intero, la tragedia dell’11 settembre. Per presentare il film, che in Italia uscirà nel 2013 distribuito da Eagle, in laguna sono sbarcati anche i protagonisti Kate Hudson e Liev Schreiber.

L’altro film della giornata di apertura è stato il documentario del premio Oscar Jonathan Demme (regista de “Il silenzio degli innocenti”) sul musicista napoletano Enzo Avitabile. “Mi sono innamorato della musica di Avitabile ascoltandola a New York, una sera, alla radio. – ha raccontato Demme in conferenza stampa – I suoi album per me sono diventati un’ossessione. Quando poi sono andato ospite al Napoli Film Festival, ho chiesto al direttore Davide Azzolini (diventato produttore del documentario) di poterlo incontrare. Da una serata insieme è nata l’idea del film”. Secondo il regista “artisti come Avitabile non pensano in termini di separazioni e stati, la bellezza delle collaborazioni in tutto il mondo sta in questo. La sua musica è una protesta contro i confini, una guida per unire le persone”.

Oltre ai tanti vip che hanno affollato il red carpet, Laetitia Casta, Isabella Ferrari, Piefrancesco Favino, Violante Placido, Kate Hudson e Naomi Watts (arrivata in laguna per accompagnare il marito Liev Schreiber), al Lido sono sbarcate anche le proteste: quelle degli attivisti del Teatro Valle a cui quest’anno si è affiancata quella dei lavoratori di Cinecittà, che hanno allestito un set vicino al red carpet per sparare della neve artificiale.

Domani al via il concorso ufficiale con “Izmena” (Betrayal) del regista russo Kirill Serebrennikov e “Superstar” del francese Xavier Giannoli.

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