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A Venezia 70 Berlusconi, Sarkozy, Merkel e Coelho nel “sogno” di Miguel Gomes

Coelho, Berlusconi, Sarkozy e Merkel: le quattro vite immaginarie di “Redemption” di Miguel Gomes. Il regista di “Tabu” nel Fuori Concorso di Venezia. Un applauso grande, divertito e liberatorio alla proiezione ufficiale.

Venezia, 31 agosto 2013 – Quattro cittadini europei, tre uomini e una donna originari di Portogallo, Italia, Francia e Germania, colti in un momento fatale delle proprie esistenze, una svolta del destino. I loro nomi: Pedro Passos Coelho, Silvio Berlusconi, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Sono i protagonisti di “Redemption”, il film breve presentato il 31 agosto nel Fuori Concorso della 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Festival.

“Redemption” è diretto da Miguel Gomes, il regista rivelazione di “Tabu”, premio Fipresci a Berlino 2012, particolarmente seguito in Francia e Germania e omaggiato da retrospettive a Torino, al Bafici e alla Viennale.

Il film, presentato in abbinata con “Con il fiato sospeso” di Costanza Quatriglio (e distribuiti entrambi da Luce-Cinecittà), dopo Venezia sarà anche a Toronto.

Quattro “finzioni”, quattro vite immaginarie che trasfigurano i leader continentali alle prese con una svolta decisiva nella loro esistenza e con confessioni intime, attraverso un suggestivo montaggio di immagini di archivi provenienti dai paesi d’origine, e a testi poetici recitati da voci fuori campo. Coelho, il primo ministro portoghese, scrive da bambino ai genitori lontani sullo stato di debolezza e di tristezza del suo paese. Sarkozy confessa alla giovane figlia l’incapacità di essere un padre presente e partecipe. La cancelliera tedesca rivive le sue nozze, nel ’75, nell’ultimo struggente episodio, non riuscendo a nascondere la tenerezza per la vita nella RDT e l’ossessione per un’aria di “quel fascista di Wagner”. Infine Silvio Berlusconi, nel secondo episodio del film, torna con la memoria al suo primo amore, e a un gesto che solo 3 o 4 compagni di quarta elementare possono ricordare.

“Tutti i testi sono frutto dell’immaginazione degli autori” – lo stesso Gomes e Mariana Ricardo –, si legge in didascalia alla fine del film che si pone però come una riflessione forte sul rapporto tra dimensione privata e politica, attraverso l’unione di testi poetici in forma di diario e brani di film, immagini di archivi pubblici e privati – alcune straordinarie – super 8 domestici. Un gioco sulla memoria in cui i leader sono messi alla stregua di comuni cittadini, con ansie, sogni, traumi personali, in una momentanea democrazia dei sentimenti e una riappropriazione del privato che sempre più nel tempo si è confuso con le cronache dei rappresentanti pubblici.

Una sfida di cinema di documenti e invenzione – salutata dal pieno, divertito e liberatorio applauso del pubblico alla proiezione ufficiale veneziana – che vede un team di coproduttori di Portogallo, Francia, Germania, tra cui Arte, e per l’Italia la Okta Film con HFILMS, la collaborazione di Fuori Orario, e Luce-Cinecittà, che distribuisce anche il film per l’Italia oltre a dare immagini dal suo Archivio Storico.

 

 

 

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