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Venezia 70: con Scola al Lido rivive Federico Fellini

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci – Decimo giorno 

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Una scena del documentario
“Che strano chiamarsi Federico. Scola racconta Fellini”

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Venezia, 6 Settembre 2013 – È “Les Terrasses” dell’algerino Merzak Allouache il film che chiude il concorso della 70. Mostra del Cinema di Venezia prima della premiazione con cui domani verranno assegnati i Leoni d’oro e d’argento e le Coppe Volpi per le migliori interpretazioni. Ambientato su cinque terrazze del quartiere Bab El-Oued di Algeri, che fanno da scenario ad altrettante storie di violenza e morte, il film indaga sulla complessa e tormentata società algerina.

Fuori concorso. L’attenzione dell’ultimo giorno è però concentrata su “Che strano chiamarsi Federico. Scola racconta Fellini” di Ettore Scola, ricordo/ritratto di Federico Fellini, raccontato dall’amico Scola in occasione del ventennale della morte del regista con frammenti, momenti e impressioni sparse, che alterna alle scene scritte, ricostruite e girate a Cinecittà a materiali di repertorio d’epoca. In occasione della proiezione e del Premio Jaeger LeCoultre dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo e assegnato quest’anno a Scola, è arrivato in sala Grande il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la moglie Clio. La proiezione è stata preceduta da un forte abbraccio tra Napolitano e Scola e una standing ovation del pubblico.
“Tutti mi dite che vi siete commossi. Ma non c’è niente da piangere. – Ha detto il regista parlando del suo film – C’è da piangere quando si muore dimenticati ma non è il caso di Federico. Non si è mai pianto per la morte di Leopardi perché non mi risulta che sia morto. Così Fellini. E poi Federico si incazzerebbe da matti. Federico non fa piangere. Era una persona davvero divertente, sorridente, allegra e autoironica e questo spero venga fuori da questo film. Gliele hanno detto di tutti i colori, che era maschilista che era qualunquista. Federico era l’opposto, era la tenerezza. Il suo sguardo per le donne è pieno di tenerezza”.
Tra gli attori del film c’è anche Sergio Rubini che 24enne aveva lavorato con Fellini e che non aveva invece mai girato un film, con Scola: “Desideravo fare una cosa con Rubini da quando vidi ‘La stazione’ e pensai che era davvero un bravo attore. Ma non ci sono mai riuscito se non in questo album”. Rubini dal canto suo ammette di essere tra coloro che si sono commossi: “A me viene da piangere tantissimo e trovo stupendo il fatto che un grande maestro faccia un film su un collega, soprattutto in un paese dove il fratricidio è una pratica molto diffusa”.

Fuori concorso sono passati anche “Yurusarezarumono” (Unforgiven) di Lee Sang-il, remake in salsa giapponese de “Gli Spietati” di Clint Eastwood con Ken Watanabe e “Amazonia 3D” di Thierry Ragobert, in cui immagini documentaristiche si fondono con una trama scritta ad hoc in base ai comportamenti degli animali.

Nella sezione Orizzonti tocca a “Mahi va gorbeh” (Fish & Cat) di Shahram Mokri, basato sulla storia vera di un ristorante che come cibo serviva carne umana macinata, e “La prima neve” di Andrea Segre con Anita Caprioli, che racconta il conflittuale rapporto di madre e figlio dopo la morte del marito e padre.

In attesa di conoscere i vincitori domani intanto sono stati assegnati alcuni premi collaterali tra cui il Leoncino d’oro Agiscuola a “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi e il Mouse d’oro, premio dei siti online (di cui fa parte anche RB casting), a “Philomena” di Stephen Frears.
(Guarda gli altri premi assegnati nel nostro speciale dedicato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia).

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SPECIALE
70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
28 agosto – 7 settembre 2013

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