Home Uncategorized Venezia 71: al Lido gli italiani ritratti da Salvatores

Venezia 71: al Lido gli italiani ritratti da Salvatores

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci. Settimo giorno.

gabriele-salvatores-venezia-71-red-carpet

Venezia, 2 Settembre 2014 – Sono simbolicamente sbarcati gli italiani oggi alla 71° Mostra del cinema di Venezia, dov’è stato presentato, fuori concorso“Italy in a Day” diretto da Gabriele Salvatores. Il progetto, ricordiamo, è stato in parte frutto della gente comune chiamata a filmare un giorno della loro vita (per l’esattezza il 26 ottobre 2013), per fornire un ritratto dell’Italia di oggi, delle paure, delle speranze, ma anche delle abitudini. La pellicola, che regala una variopinta umanità di personaggi e la loro voglia di comunicare, ha commosso in molti anche tra la stampa. “Italy in a Day” uscirà nelle sale come evento speciale martedì 23 settembre per poi essere mandato in onda su Rai 3, in prima serata, sabato 27 settembre.

“Ridley Scott ha ricevuto 15.000 video, noi 45.000. – racconta Salvatores riferendosi all’analogo progetto americano “A life in a day” – Il nostro è un paese che sente il desiderio di raccontarsi, non per esibizionismo, ma per necessità. Non mi piace sentir parlare di selfie degli italiani, credo sia più una seduta di terapia collettiva”.

Il regista premio Oscar tiene a sottolineare che i filmati non sono stati in nessun modo falsati: “Tanti video li abbiamo dovuti scartare per motivi tecnici e poi abbiamo eliminato le cose troppo costruite. Noi siamo intervenuti solo per fare delle migliorie, per correggere colore e audio, ma per il resto abbiamo lasciato che a parlare fossero gli italiani. Naturalmente ci sono alcuni fil rouge, alcuni personaggi che ritornano. Rivediamo più volte il marinaio della nave portacontainer, la ragazza che non vuole uscire dal letto, il medico in Kurdistan e l’astronauta Parmitano. Quella parte è un po’ più costruita rispetto al resto, ma mi era molto piaciuto ‘Gravity’ e ci tenevo a inserire immagini dallo spazio nel film. Alcuni video mi hanno colpito perché contengono temi che mi sono cari come il viaggio. Ci sono cose che non avrei mai potuto ricreare in un film, come il rapporto dell’anziano malato di Alzheimer con il figlio. La realtà è la forza di questo esperimento, però ci vuole anche uno sguardo. Noi abbiamo cercato di imprimere il nostro sguardo con il montaggio, che è l’anima del film”.

5454-Italy-in-a-day-gabriele-salvatores-venezia-71

“Quando ci siamo accostati al progetto, – spiega Salvatores – l’unica cosa di cui eravamo certi è che il film doveva iniziare a mezzanotte e finire a mezzanotte. Per il resto abbiamo scelto le cose che ci hanno divertito o emozionato di più. Ho cercato di avere immagini dei set, ma nessuno dei miei colleghi ha voluto partecipare. Io stesso ho avuto la tentazione di inserire qualcosa di mio, visto che stavo girando ‘Il ragazzo invisibile’, ma alla fine ha prevalso il pudore e ho lasciato perdere”.

Quale il ritratto dell’Italia che emerge da “Italy in a Day”? “Non sembra un’Italia che si piange addosso o si dispera. E’ un’Italia ferita, che soffre, ma con dignità. – afferma Salvatores – La crisi è presente, c’è la paura dei giovani sul futuro, la voglia di cambiare. Su 45.000 circa 400 avevano indicazioni sociali. Però mi chiedo perché nessun professionista affermato ha sentito la necessità di mandare il proprio filmato? Secondo me l’overdose di tg, web, informazioni incentrate sulla crisi ha creato uno spostamento su una visione più privata. Le persone hanno colto l’occasione per lanciare una sorta di messaggio in bottiglia e questo mi ha creato anche grossi problemi nella scelta. Non so se questa è l’Italia reale, ma il film rispecchia le proporzioni dei sentimenti e delle sensazioni presenti nei video. Se fossi un politico italiano sarei più colpito da queste cose che dalle risse che vediamo in tv perché la protesta sociale è sotto gli occhi di tutti, mentre la voglia di mantenere dignità nei sogni o nei desideri è qualcosa di più toccante”.

Nei titoli di coda c’è un ringraziamento a Margherita Hack perchè, spiega il regista, “per pubblicizzare questa iniziativa avevamo dei testimonial, tra di essi c’era anche Margherita Hack che purtroppo ora non c’è più. Abbiamo voluto ricordarla nei titoli per ringraziare una bella persona”.

La-zuppa-del-demoni-Venezia-71

Fuori concorso sono passati anche “O Velho do Restelo (The Old Man of Belem)” del centocinquenne Manoel de Oliveira e “La zuppa del demonio” di Davide Ferrario, documentario che racconta la storia industriale italiana con materiali d’archivio provenienti dagli anni ’30 fino alla metà degli anni ’70.

In concorso, invece, lo svedese “En duva satt på en gren och funderade på tillvaron” (“A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence”) di Roy Andersson, mix di tre romanzi classici (Don Chisciotte di Cervantes, Uomini e topi di John Steinbeck e Delitto e castigo di Dostoevskij) considerato l’ultimo di una trilogia insieme ai precedenti del regista, e la storia di guerra “Nobi” (“Fires on the Plain”) di Shinya Tsukamoto.

Thelma-Schoonmaker-Venezia-71-Leone d-oro-2014

In giornata è stato assegnato anche un altro Leone d’oro alla carriera dopo quello a Frederick Wiseman, alla montatrice Thelma Schoonmaker, tre volte premio Oscar (“Toro scatenato”, “The Aviator” e “The Departed – Il bene e il male”), tutti per film diretti da Martin Scorsese, “l’uomo che mi ha insegnato tutto, facendo diventare una drogata di questo mestiere”, dice. Perchè ha scelto di lavorare solo con lui? “E’ il migliore di tutti e io voglio solo il meglio. – afferma Schoonmaker – Martin vive ogni progetto nuovo come una nuova sfida, non ama ripetersi, per questo i suoi cambiamenti sono credibili e amo il fatto di essere con lui in questo viaggio. Fino ad oggi sono riuscita a lavorare sempre con lui. Collaboriamo bene perché siamo un’unica mente. Non solo, ma è disposto a considerare diverse opzioni quando si accorge che qualcosa non funziona. Rielaboriamo insieme, parliamo di tutto. Il nostro è un mondo fantastico. E quando lavoriamo, teniamo il televisore acceso in silenzio su un canale che trasmette vecchi classici del cinema. E’ il miglior corso sui film che si possa seguire”.

Per quanto riguarda il suo mestiere Thelma Schoonmaker dice: “Il montaggio è un lavoro misterioso, tuttavia in questi ultimi anni è cresciuto il numero di appassionati. Forse perché facendo i montaggi a casa, ci si rende conto di quanto sia difficile. Il montatore lavora su una massa di materiale e la plasma, dobbiamo prendere migliaia di decisioni in pochi minuti. Per capire quanto sia meraviglioso tutto ciò dovreste sedere accanto a me e annoiarvi. Ma non c’è niente di più bello al mondo”.

_______________________________________________________________________

venezia-71

SPECIALE
71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
27 agosto – 6 settembre 2014

Seguila con le nostre inviate

_______________________________________________________________________

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here