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Venezia 71: al Lido Milla Jovovich e la sconcertante trattativa di Sabina Guzzanti

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci. Ottavo giorno.

Sivas red Carpet Venezia 71

Venezia, 3 Settembre 2014 – Due adolescenti sono i protagonisti dei film in concorso oggi alla 71. Mostra del Cinema di Venezia: “Sivas” e “The Last Hammer Blow”. Nel primo, diretto da Kaan Mujdeci, la storia si sviluppa sul rapporto tra un ragazzino di un villaggio dell’Anatolia e un cane da combattimento, il Sivas che dà il titolo al film, mentre nella pellicola francese, diretta dalla regista Alix Delaporte, il giovane protagonista si avvicinerà a suo padre, che non conosce, attraverso la musica.

Milla Jovovich Venezia 71 2014

La sezione Orizzonti accoglie Milla Jovovich, arrivata ieri a Venezia, con “Cymbeline” diretto da Michael Almereyda, adattamento moderno dell’omonima opera di Shakespeare che vede la figlia di un boss ribellarsi a suo padre che vorrebbe imporle il matrimonio con un uomo di cui non è innamorata. La bella attrice ucraina, incinta del secondo figlio dal marito (il regista e produttore inglese Paul W. S. Anderson), si è presentata sul red carpet esibendo con ironia il suo pancino.

Sabina Guzzanti La Trattativa Venezia 71

Ad attirare la maggiore attenzione della giornata sul piano cinematografico, è stata pero “La trattativa” di Sabina Guzzanti, presentato fuori concorso insieme a “Revivre” di Im Kwon-taek.

Accolto con un lungo applauso alla fine della proiezione stampa, il documentario della Guzzanti affronta il tema del rapporto tra Stato e Mafia, in particolare durante la cosiddetta “stagione delle bombe” dei primi anni Novanta, ricostruendo la vicenda nota come “trattativa Stato-Mafia” realizzata ispirandosi al modello, dichiarato dalla stessa regista, del cortometraggio di Elio Petri “Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli”. Nel film, che risulta un’interessante ibrido tra cinema, teatro e documentario, oltre alla stessa Guzzanti, anche Ninni Bruschetta e Maurizio Bologna.

Il docufilm nasce come “una lunghissima ricerca, tanto tempo a studiare e provare a scrivere diverse sceneggiature con chiavi diverse: – racconta Sabina Guzzanti – poi mi sono ricordata del corto di Elio Petri con Gian Maria Volonté. E’ stata una svolta in scrittura, il meccanismo consente di passare in modo omogeneo da finzione al documentario: libertà creativa, umorismo, recitazione brechtiana, anche se è una parola che non si dovrebbe più usare”. Il lavoro è stato cominciato e interrotto più volte: “Ho pensato non si potesse fare, ma la conoscenza della materia aumentava, ho scoperto fonti e, grazie a Radio Radicale, ho avuto tutti i processi a disposizione: ho potuto ascoltare tutte le testimonianze, perché non ho una formazione giudiziaria per fortuna”.

LA TRATTATIVA VENEZIA 71

Dalla visione del film si esce con sentimenti di rabbia, impotenza e rassegnazione ma, spiega la regista, “credo che lo scopo del film sia di mettere tutti in grado di capire che cosa sia la trattativa, i fatti che hanno cambiato il corso della democrazia. Gli italiani dovrebbero conoscerli. L’idea generica è nemica di un’idea precisa: quali fasce di istituzioni, tuttora al comando, hanno preso queste decisioni? Da dove viene l’Italia che abbiamo sotto gli occhi, il cambiamento così rapido del Paese? Questo film dà tutte le spiegazioni che servono”.

Durante la lavorazione la Guzzanti dice di non aver ricevuto “alcuna intimidazione” e ora non teme polemiche perché, dice, “purtroppo è un film abbastanza inattaccabile. Dal punto di vista dei contenuti, tutti i fatti sono realmente accaduti. Ma questo non vuol dire che si trovi un colpevole: non è mai accaduto qui, e probabilmente non accadrà neanche per la trattativa. In Italia siamo abituati ad aspettare i risultati del processo: almeno dal ’92-’93, prima non se ne può parlare. Ma perché mai? Il processo serve solo per trovare i responsabili penali, ma l’opinione pubblica può parlarne, svincolarsi dal percorso processuale e prenderci responsabilità che ci spettano come cittadini. Lo diceva anche Borsellino: ‘Non è che se un politico viene assolto vuol dire che è innocente’, ma oggi in tv si sente ripetere l’opposto”.

Il film chiama anche in causa il presidente Napolitano, cui vengono addebitate pressioni su Pietro Grasso e la Cassazione: “Ogni parola del film è stata controllata 1670 volte, anche con l’aiuto del giornalista di Report Giorgio Mottola: abbiamo verificato tutto, e queste pressioni sono documentate”. Napolitano: “si è legato al processo sulla trattativa per sua decisione, con interventi a gamba tesa sulla Procura di Palermo”.

“La trattativa” sarà al cinema dal 2 ottobre distribuito da Bim.

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SPECIALE
71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
27 agosto – 6 settembre 2014

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