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Kim Ki-duk, il ricordo di Alberto Barbera

Il Direttore della Mostra del Cinema di Venezia: “È mancato un grande artista. Un regista di enorme talento”. Vincitore del Leone d’Oro e d’Argento.

Credit: Elisabetta A. Villa / WireImage

Il Presidente, il Consiglio di amministrazione, il Direttore della Mostra del Cinema e La Biennale di Venezia tutta esprimono sincero cordoglio per la scomparsa del maestro del cinema coreano, il regista Kim Ki-duk.

Premiato col Leone d’Oro e d’Argento alla Mostra del Cinema, era stato presente in più occasioni al Lido a partire dall’edizione del 2000 con “Seom” (L’isola), che aveva rappresentato la sua consacrazione internazionale, film in concorso alla 57. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diretta da Alberto Barbera.

Nel 2012 la giuria presieduta dal regista statunitense Michael Mann gli aveva attribuito il Leone d’Oro per il film “Pietà” (Pieta).

Kim Ki-duk aveva partecipato al Concorso al Lido anche nel 2001 con “Indirizzo sconosciuto” (Suchwiin bulmyeong), e nel 2004 con “Ferro 3 – La casa vuota” (Bin-jip), con cui ottenne il Leone d’Argento – Premio speciale per la regia.

Era stato inoltre selezionato Fuori Concorso nel 2013 con “Moebius”, e nella sezione Cinema nel Giardino nel 2016 con “Il prigioniero coreano” (Geumul). Nel 2014 il suo “One on One” (Ildaeil) era stato il film d’apertura delle Giornate degli Autori.

“È mancato un grande artista – dichiara il Direttore della Biennale Cinema, Alberto Barbera – Un regista di enorme talento e non comune personalità benché, da ultimo, controversa. Ricordo perfettamente il momento in cui feci la scoperta del film che suscitò scalpore alla Mostra vent’anni fa. Era il giorno prima della conferenza stampa di presentazione del programma, e avevo inserito un’ultima cassetta VHS nel lettore. La visione de ‘L’isola’ fu una rivelazione alla quale fecero seguito molte altre negli anni successivi, sino al Leone d’Oro di ‘Pietà’ e oltre. Sono fiero di aver contribuito a far conoscere al mondo intero i suoi film, e di aver goduto della sua amicizia, consolidatasi in ripetute e assidue frequentazioni. Ci mancheranno il suo talento di narratore, le sue raffinate doti figurative e il gusto inesausto per la provocazione che lui non potrà più esercitare, ma i suoi film continueranno ad alimentare il nostro immaginario e, mi auguro, quello degli spettatori di domani”.

 

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