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“La duchessa di Amalfi” Mariangela D’Abbraccio

Poliedrica attrice teatrale e cinematografica è in procinto di vestire nuovamente i panni della Duchessa di Amalfi nell’omonimo spettacolo teatrale diretto da Consuelo Barilari, dove interpreterà il duplice ruolo della duchessa e del suo gemello. Mariangela D’Abbraccio ci racconta di come ha affrontato questi complessi ruoli, della lotta per il potere e dell’emancipazione femminile, del suo precedente progetto, “La strana coppia”, e di come la cultura sia la forza dell’Italia anche in un momento di crisi.

Ha recentemente concluso la tournée de “La strana coppia”, mentre a breve tornerà a vestire i panni della Duchessa di Amalfi, puoi darci qualche anticipazione?
“La strana coppia” finisce dopo la seconda stagione di repliche, è un capolavoro di comicità ed è stata un’esperienza molto costruttiva, una bella palestra teatrale.  “La duchessa di Amalfi” è stata presentata per la prima volta due estati fa al Festival di Ravello e ora arriva a Napoli al Teatro Bellini dall’8 marzo. È stata un’esperienza particolare interpretare i due ruoli, quello della duchessa e del fratello assassino, che vuole la morte della sorella, perché si tratta di due personaggi agli antipodi, uno è la vittima e l’altro il carnefice. Questo è il primo caso al mondo in cui sia la stessa attrice ad interpretare i due ruoli ed è strano che nessuno si sia mai cimentato nell’impresa sinora in quanto sono gemelli e si somigliano moltissimo. Questo, va ricordato, è un testo classico elisabettiano e molte grandi attrici inglesi come Judi Dench e Helen Miller hanno interpretato la protagonista, ma un’edizione con un doppio ruolo non si è mai vista. È stata la regista, Consuelo Barilari, a propormi di fare questo doppio ruolo in quest’opera nera, piena di passione e di sangue, dove si racconta la sopraffazione del potere maschile sulla donna, in quanto la duchessa ha potere e i due fratelli cercano di eliminarla perché non possa sposare un servo. Una donna nel luogo del potere viene divorata dal potere maschile. È un testo scritto al femminile, che difende i diritti di avere la parità al potere delle donne.

Parlando di questo duplice ruolo, il lato femminile della duchessa e quello maschile del suo gemello Ferdinando, com’è stato rapportarsi con questi due personaggi così diversi fra loro?
Loro sono una sorta di bene e male, la sorella è il bene, non perché è una donna, ma perché è la vittima della vicenda. Lui incarna il male, ma la questione è complessa, adora talmente la sorella che ne è geloso, instaurando uno strano rapporto morboso che culminerà in pazzia in seguito alla morte di lei. Sembrerà folle ma è meglio interpretare il personaggio maschile, essendo il disegno del ritratto maschile molto ben delineato come quasi tutti i ruoli del periodo shakespeariano. John Webster, l’autore di “La duchessa di Amalfi”, si nutre dell’opera di Shakespeare, e ricalca i tratti tipici delle sue opere infatti, pur trattandosi di protagoniste femminili, i personaggi maschili sono scritti con più decisione e nitidezza, per tale motivo mi è sembrato più semplice interpretare Ferdinando.

Quali città toccherà la tournée de “La duchessa di Amalfi”?
Saremo a Napoli dall’8 marzo, poi toccheremo varie città della Croazia. Ci auguriamo che arrivi a Roma e in molte altre città la prossima stagione teatrale e ci fa piacere che sia Napoli, il punto di partenza di questa tragedia inglese su una storia realmente accaduta in terra campana. Questa inoltre è la prima volta al mondo in cui un’attrice napoletana interpreta il ruolo della duchessa.

Paragonando invece il ruolo della Duchessa di Amalfi a quello di Florence, qual è stato quello più difficile da interpretare e con quale dei due personaggi si identifica maggiormente?
Per me è stato più difficile interpretare la duchessa, Florence di “La strana coppia” è un personaggio vincente sul pubblico, con cui è più facile rapportarsi, nonostante la commedia sia molto difficile, io la faccio con grande piacere, mi somiglia di più Florence nella maniacalità che lei sfoga diventando buffa, con la sua mania dell’ordine e del prevedere tutto, mi somiglia nell’avere il bisogno di cercare di sistemare tutte le cose e di illudersi che mettendo a posto la casa possa organizzare la sua vita. La duchessa è più difficile da interpretare, perché ha una psicologia su vari livelli, più complessa, anche da far uscire rispetto ai ruoli maschili scritti con più determinazione.

Come attrice non solo teatrale ma anche cinematografica che cosa ne pensa dell’attuale situazione in cui versa il cinema italiano che, nonostante i tagli, riesce ad avere incassi record al botteghino anche contro i colossal americani?
Noi siamo in crisi, i tagli effettivamente ci sono sia nel cinema che nel teatro e tanti attori che hanno solo fatto cinema, o che da anni non calcavano il palcoscenico stanno tornando a teatro, spero che questo sia una voglia di teatro, che è una cosa di cui ci si deve sempre nutrire. Ci sono film che fanno incassi record come mai è stato prima, questo vuol dire che c’è una voglia di cinema, di andare al cinema e di cinema italiano. Questo dimostra che un talento vince qualsiasi crisi, che il talento può spiazzare la crisi. C’è un grande contrasto, e questo deve far pensare anche a chi investe i soldi nella cultura. Noi siamo un paese che ha radici profonde nella cultura, è la nostra forza. La creatività italiana è famosa nel mondo e in tanti settori artistici siamo leader, e questo deve essere valorizzato.

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