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Daniela Virgilio, da femme fatale a posseduta per “Hypnosis”

Intervista a Daniela Virgilio

All’anteprima per la stampa di “Hypnosis”, thriller paranormale degli esordienti Simone Cerri Goldstein e Davide Tartarini, Daniela Virgilio siede in disparte con il suo agente e nessuno la riconosce. Abitino nero, capelli legati e trucco inesistente, praticamente l’opposto della femme fatale che in “Romanzo criminale”, la serie cult di Sky, faceva girare la testa al Dandy e al commissario Scialoja. Ma è diversa anche da Alice, il personaggio che interpreta in questo film indipendente (dal 24 giugno in una cinquantina di multisale italiane), una ragazza dolce e rassicurante che però cela un’aurea sinistra e quasi diabolica.

Protagonista dell’horror, è il puro di cuore Christian (Nicola Baldoni), un ragazzone affetto da aneurisma cerebrale congenito, che gli provoca visioni inquietanti e un’amnesia totale relativa ai suoi primi dieci anni di vita. Per questo è in cura da Moretti (Alberto Mancioppi), un noto professore della psicoanalisi classica. Dall’America arriva Alice, sua amica d’infanzia e figlia dello psichiatra, che gli propone di affrontare il problema con il compagno Isaia (Federigo Ceci), brillante medico americano e fautore di una teoria innovativa che si basa sull’ipnosi video-documentata. Iniziano le sedute che portano Christian, Alice e Isaia nel paese natale del paziente, un luogo magico dall’atmosfera immutata che rievoca un passato irrisolto e dove risiede una donna (Narcisa Bonati) con uno strano modo di fare.

Girato in digitale in provincia di Bergamo, nel Villaggio Crespi d’Adda (il paese-fabbrica costruito a fine Ottocento dai grandi industriali tessili per i loro operai), il thriller low budget si ispira al cinema psyco-horror giapponese. “Volevamo tentare il genere senza finire nello splatter – spiega Tartarini – così ci siamo ispirati ai giapponesi, da ‘Ju-On Dark Water’ a ‘The Ring’, con presenze che tornano dall’aldilà o che non se ne sono mai andate. Poi abbiamo aggiunto un pizzico di ironia: il nostro obiettivo era far paura due o tre volte e far sorridere due o tre volte. So bene che il film non è perfetto, ma per realizzare un prodotto che potesse competere con gli americani avevamo bisogno di più tempo e soprattutto di un budget più alto. Come opera prima siamo comunque contenti di essere riusciti a conquistare il circuito delle multisale”.

Soddisfatta anche l’interprete della misteriosa Alice, che non nasconde il suo compiacimento per essere passata quasi “inosservata” agli occhi dei giornalisti.

Daniela, che impressione fa rivedersi in un film horror?
Sono contenta di aver interpretato un personaggio completamente diverso dalla Patrizia di “Romanzo criminale”: in sala non mi hanno riconosciuta e questo è un grande complimento, vuol dire che sono stata credibile. Riguardo alla scena in cui il diavolo si impossessa della mia Alice, mi ha divertito girarla ma non mi ha colpito rivederla. Forse è stata troppo breve per impressionarmi.

Che ricordi ha dei momenti passati sul set?
E’ stato un periodo intenso ma breve, nel Villagio Crespi siamo rimasti solo quattro settimane. Il paese era perfetto per quello che ci serviva, con le sue casette stile inglese e la nebbia che saliva dal fiume. L’atmosfera faceva un po’ paura, ma per noi è stato come fare una gita fuori porta: con il cast e tutta la troupe abbiamo fatto squadra e, a parte il freddo, è stato tutto molto divertente.

Conosceva già la tecnica dell’ipnosi?
Non ne sapevo nulla, anche se l’ho sempre considerata una tecnica molto interessante. Per aiutarmi a capire il personaggio di Alice, Simone (Cerri Goldstein, ndr) mi ha ipnotizzato per  una ventina di minuti e al risveglio non ricordavo nulla. Mi è stato raccontato che abbiamo parlato della mia personalità e del personaggio: lui mi ha detto come voleva che fosse, io gli ho spiegato come l’avrei fatto in relazione al mio modo di essere. Pare che parlassi con una voce molto bassa: segno, secondo Simone, di una grande timidezza che maschero con questo mio modo di fare aperto e solare.

Che rapporto ha con il paranormale?
I fenomeni che la ragione non riesce a spiegare mi hanno sempre affascinata. Sono molto curiosa e un po’ ci credo, nel senso che riesco a sentire le energie, positive o negative che siano.

Prossimi impegni?
Ho appena finito di girare “Workers”, una commedia a episodi di Lorenzo Vignolo sulle disavventure di un gruppo di persone alle prese con il mondo del lavoro. Al fianco di Dario Bandiera, sarò una cassiera romantica con la fissa dei dottori. L’anno prossimo, invece, sarò protagonista di puntata nella nuova serie di “Rex”: cambierà il format, più giovane e con uno spazio maggiore al commissario, che sarà interpretato da Ettore Bassi per la regia di Andrea Costantini. Infine girerò un corto di Marco Marchionni, una specie di promo ambientato negli anni Sessanta che fa parte del progetto “Eco Hotel” e dovrebbe aprirci la strada per un futuro film.

Il ruolo che le manca?
Mi piacerebbe vestire i panni di un personaggio d’epoca, magari l’eroina di una storia d’amore struggente. Ma i personaggi vorrei abbracciarli tutti: mi piace essere sempre una persona diversa, l’importante è che il ruolo abbia una certa sostanza.

 

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