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Alessia Barela: “Torno al Festival di Venezia con l’entusiasmo della prima volta”

Intervista ad Alessia Barela

“La prima volta, con ‘Velocità Massima’, ho sentito la botta allo stomaco ma anche oggi, così diversa dopo 9 anni, torno a Venezia con lo stesso entusiasmo. Partecipare al Festival è sempre una grande opportunità, e sono così fiera del personaggio che ho interpretato”. Alessia Barela parla di “Giochi d’estate” di Rolando Colla, la pellicola svizzera che sarà presentata Fuori Concorso alla 68ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2011).

“Rolando è molto esigente. La preparazione è stata lunga e faticosa. Si è creata con lui un’empatia particolare, da subito. E mi ha lasciato molto spazio, si è fidato di me. Io sento di essere stata coraggiosa. Mi sono trasformata fisicamente e non è stato facile rivedersi senza trucco, trascurata, così diversa con 8 Kg in più”.

Raggiungo l’attrice al telefono nell’afoso pomeriggio di Ferragosto.

Come stai passando l’estate. Ti sei concessa un po’ di vacanze?
Sì, fortunatamente ci sono riuscita, anche se è sempre un’impresa. Tutte le produzioni e i lavori partono nei mesi estivi. Le riprese di “Ultimo 4 – Gli occhi del falco” con Raoul Bova, ad esempio, non si sono mai fermate. Mentre per “Tutti pazzi per amore”, hanno pianificato una breve pausa. Io sono riuscita a prendermi qualche giorno di vacanza e mi godo il bellissimo mare di Cagliari.

A proposito di “Tutti pazzi per amore”, che novità ci sono?
La serie dovrebbe partire ad ottobre. Il mio personaggio entra in scena a serie inoltrata per restare fino alla fine.

Sarai, a breve, alla 68ma Mostra del Cinema di Venezia con “Giochi d’estate”. Questa tra l’altro è la tua seconda volta a Venezia. Con quale spirito ritorni in laguna?
Ci ritorno dopo 9 anni. La prima volta è stata con il film “Velocità Massima” che all’epoca era in concorso. In quell’occasione ho sentito “la botta allo stomaco”, un’esperienza bellissima. Con “Giochi d’estate” invece siamo Fuori Concorso. Ritorno a Venezia con lo stesso bagaglio di entusiasmo, anche se oggi sono così diversa da allora. Credo che partecipare al Festival sia sempre una grande opportunità, nonostante oggi il cinema in generale in Italia non goda più dello stesso prestigio di un tempo. E sarà anche un’occasione per trovare una distribuzione italiana, speriamo. Io sono molto orgogliosa del mio personaggio.

Mi hai già raccontato che hai dovuto trasformarti fisicamente.
Sono ingrassata di 8 Kg per entrare nelle vesti di Adriana e ancora oggi non sono riuscita a disfarmi del tutto di quei chili di troppo. Rolando Colla era convinto dei miei provini, ma mi vedeva troppo delicata. Dovevo interpretare una donna di un ceto sociale medio-basso di periferia. E dovevo essere una donna stanca e appesantita dalla vita. Non è stato facile ma per me è stata un’ottima prova. Quando mi sono rivista, mi ha fatto una certa impressione. Ero contenta di interpretare un personaggio così fuori dai canoni, così poco legato alla bellezza fisica, come oggi siamo abituati a vederla. Da un lato temevo di imprigionarmi in questo ruolo. Spesso succede, infatti, che se interpreti un certo ruolo (ad esempio quello della “coatta” o della “lesbica”) finisci per fare sempre quello. Dall’altro lato, però, sento di essere stata coraggiosa, non è facile rivedersi senza trucco, stanca e così trascurata.

Come ti sei preparata e quanta libertà hai avuto nella costruzione del personaggio?
Ti premetto che Rolando Colla è svizzero. Pertanto, ha un metodo di lavorazione preciso e dettagliato. La preparazione è stata lunga e faticosa, lui è molto esigente ed è dura lavorare con lui ma abbiamo gusti molto simili ed è nata subito una bella empatia. Non ama la recitazione troppo impostata, anzi ha un’impronta da documentario. Abbiamo fatto numerose prove in teatro. Soprattutto con i bambini, che non sono attori professionisti ma sono stati presi “dalla strada”. In un paio di scene dovevo prendere un sacco di botte e ho provato con gli stuntman. A volte, quando la recitazione deve essere molto realistica, rischi di prendere davvero qualche schiaffo (ride, ndr). Il suo è un modo diverso di lavorare. Sento comunque che si è fidato di me, mi ha lasciato molto spazio. In una scena recito accanto ad una tomba. Durante le prove ho chiesto di non vederla, e guardavo sempre a terra per non avere subito l’impatto e conservarmi la sensazione autentica per il ciak. Lui mi ha lasciato spazio.

Approvi il suo metodo?
Mi piace l’esigenza sul lavoro. Lui è appassionato e non si accontenta del primo ciak. Credo che sia un ottimo metodo per crescere professionalmente. Poi, è nato subito un feeling particolare. Durante il provino, gli ho detto che il soggetto mi ricordava molto una storia della scrittrice Agota Kristof, autrice della “Trilogia della città di K”, scomparsa di recente. Credo che questo lo abbia colpito molto. Inoltre, anche con i bambini è nato immediatamente un’empatia speciale. Ci siamo sentiti davvero una famiglia, da subito. La troupe, poi, è stata tutta deliziosa. Con Lorenz Merz, il direttore della fotografia, è nata una bella amicizia. Ho avuto modo di conoscere tante persone di nazionalità diversa e, come sempre, quando finiscono le riprese di un film, ti porti dietro nuove amicizie e un nuovo bagaglio di esperienze di vita.

Ti succede di “soffrire” quando finisce un film?
Sempre. E del resto, come potrebbe essere altrimenti? Si condividono così tanti giorni ed emozioni insieme. Fortunatamente però, con molti sono tutt’ora in continuo contatto. Si creano sempre nuovi legami, alcuni duraturi e autentici.

Prossimi progetti?
Sarò impegnata, in autunno credo, in una produzione indipendente americana: “Mother of War”. Io dovrei essere la migliore amica di Anita Garibaldi. Poi, stavo pensando di cambiare mestiere (ride e poi torna seria, ndr). Non sto scherzando. Mi piacerebbe scrivere. Ho già scritto un paio di corti ma vorrei, almeno all’inizio, avere al mio fianco un vero sceneggiatore. Non amo chi improvvisa dall’oggi al domani una nuova professione.

Come si è conclusa la bagarre del Circeo Film Festival?
Ad oggi, non abbiamo ancora ricevuto nessuna scusa. Tra l’altro, Claudia Gerini non ha ancora ricevuto il suo compenso. Lo trovo vergognoso e scandaloso. Noi ci aspettiamo delle scuse da parte loro o, quanto meno, ci aspettiamo che ci restituiscano indietro la nostra idea, visto che è frutto della nostra inventiva e del nostro sforzo. Loro, invece, forniscono un’altra versione dei fatti. Stiamo pensando di intentare una causa nei loro riguardi, anche se sappiamo che queste cose sono lunghe a risolversi. Credo che, almeno per una questione di principio, vada fatta chiarezza. A settembre, io e Claudia decideremo come procedere.


3 Commenti

  1. L’ho già detto ma non mi stanco di ripeterlo… se quella è Alessia “ingrassata” e “senza trucco” le consiglio di optare per un look “trasandato” PERENNE perché è qualcosa di assolutamente STUNNING!!!!!

  2. Beh che dire Alessia io l’ho vista trasandata , lesbica, coatta,ricca,povera, bambina,adulta e penso che da zora la vampira o passato prossimo sia migliorata tanto, comunque un’impostazione molto rigorosa gliela ha data Marisa Fabbri e vedendola in giochi d’ estate penso che per avere 36 anni sia una grandissima attrice

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