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Luisa Ranieri: “finalmente un personaggio che non si appoggia a un uomo”

Intervista a Luisa Ranieri

Alla prima uscita pubblica dopo la nascita di Emma, che ha reso papà il Montalbano televisivo Luca Zingaretti, Luisa Ranieri è raggiante. Sul volto ha la felicità di una neo mamma che comunque non ha messo da parte la carriera: attualmente in Grecia sul set di “Immaturi – Il viaggio”, sequel della fortunata commedia di Paolo Genovese, l’attrice è tornata a Roma per presentare “Mozzarella stories”, l’opera prima di Edoardo De Angelis (nelle sale dal 23 settembre con Eagle Pictures) dove interpreta la protagonista Sofia.

Ambientato nel casertano, il film è una commedia malavitosa a base di caglio e canzoni neomelodiche, a metà strada tra il cinema “pulp” e la tradizione nostrana. Al centro della storia, il casaro Ciccio Dop (Gianpaolo Fabrizio, meglio conosciuto come l’imitatore televisivo di Bruno Vespa), che si trova ad affrontare una guerra di mercato con i cinesi. Le reazioni dell’imprenditore scateneranno una serie di eventi con cui dovranno fare i conti sua figlia Sofia, il cantante e cognato Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), la cantante Autilia “Jazz-Mood” (Aida Turturro), l’ex campione di pallanuoto Dudo (Massimiliano Rossi) e tanti altri personaggi coloriti e improbabili (nel cast anche Tony Laudadio, Giovanni Esposito e Andrea Renzi), che il regista ha definito “incredibilmente veri”.

Incontriamo l’attrice napoletana all’anteprima per la stampa romana. Luisa Ranieri, una sceneggiatura scritta e pensata per lei. Che effetto le ha fatto?
La storia mi ha subito colpita. Ho pensato fosse originale e geniale, un genere poco battuto in Italia. E’ vero che si tratta di un film sopra le righe, ma De Angelis è riuscito ad affrontarlo con la cifra giusta e alla fine il risultato ha superato le mie aspettative. Il mio personaggio, poi, è stato un regalo e una grande chance. Quasi tutte le attrici italiane non sono contente dei propri ruoli, perché sono pochi gli autori che realizzano uno script per loro. Spesso, nelle commedie, ti trovi a interpretare una bella donna che appoggia un uomo, qui finalmente non è stato così. Il fatto che il personaggio sia stato scritto su misura per me mi ha lusingata.

Come si è trovata a interpretare una donna forte e carismatica come Sofia? Si è rivista nella parte?

Non mi sono rivista in lei e però mi ha ricordato le donne napoletane del mio vissuto, come mia madre o mia nonna. E’ molto difficile utilizzare la mia fisicità: il personaggio parte con lo stereotipo della bella scema e alla fine scopriamo una donna tutt’altro che scema. Di De Angelis amo soprattutto la visione “femminile” delle cose…all’inizio Sofia mi sembrava folle, ma nella sua follia lei è così vicino al nostro mondo! In fondo noi donne siamo tutte un po’ visionarie, nel senso che sappiamo vedere avanti. E’ questo un aspetto che mi ha affascinato tanto: quando Edoardo mi chiedeva cose eccessive avevo paura, ma allo stesso tempo mi lanciavo. Qualcuno ha detto che nel film c’è tanta roba, io dico “evviva l’opulenza”!

Ci sono state, da parte sua, improvvisazioni esterne alla sceneggiatura?

Assolutamente no. De Angelis ha le idee chiare, voleva che ballassi in un certo modo e che i personaggi si intrecciassero l’un l’altro in una determinata maniera. Di solito i giovani registi hanno il terrore di avvicinarsi a un attore professionista e subiscono le sue paranoie, ma con lui non è successo. Certo i suoi film possono piacere o non piacere e però, vivaddio, è un regista che sa osare.

I suoi costumi sono spesso esagerati. Si è trovata d’accordo con queste scelte?

All’inizio mi sembravano eccessivi: il vestito rosso a pois che indosso per la festa delle bufale, per esempio, va oltre ogni buon gusto.  Poi mi sono resa conto che De Angelis aveva ragione, la sua intenzione era di raccontare la “cafonaggine” di questo mondo attraverso l’esagerazione. In fondo queste donne si vestono guardando le riviste di moda e lui, nel suo immaginario, voleva ricordare un’icona femminile. Insomma, quel costume un po’ folle era un omaggio alla femminilità, anche se appena l’ho messo ho detto: scusa Edoà, ma ‘ndò vado co’ sto coso?

Nel film la vediamo ballare…

Non l’ho trovato difficile perché da ragazzina ho studiato danza. Sul set, però, abbiamo lavorato con una coreografa: De Angelis voleva una serie di movimenti specifici che abbiamo cercato di mettere in pratica.

Avrebbe voluto anche cantare?

Avevo imparato una canzone “tamarrissima” che ho ascoltato tutta l’estate a Pantelleria, coinvolgendo tutti i miei amici in barca. Alla fine è stata tagliata.

Che cosa dice Zingaretti di questa sua interpretazione un po’ “pulp”?

In realtà sul lavoro ci confrontiamo poco, temo il suo giudizio e non gli chiedo mai niente.

In questi giorni è sul set di “Immaturi”, ci può dare qualche anticipazione? Quali saranno gli sviluppi del suo personaggio
?
Non posso dire nulla…mi hanno anche bacchettata perché mi sono allontanata dal set per ventiquattro ore. Sul film ci sarà una conferenza stampa in Grecia.

Progetti dopo “Immaturi”?

Mi riposerò per un po’: vorrei godermi mia figlia, l’ho portata sul set che aveva solo cinquanta giorni poverina! Per la primavera ho dei progetti cinematografici, ma per scaramanzia non ne parlo. Con il teatro, invece, riprenderò nel 2013: al momento la bimba è troppo piccola per affrontare una tournée.

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