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Carlo Buccirosso: “con Napoletani a Broadway sono portavoce dei sentimenti degli attori”

Intervista a Carlo Buccirosso, Valentina Stella e Claudia Federica Petrella

Una divertente parodia sul mondo dello spettacolo e una profonda riflessione sul mondo del teatro che, vivendo di sovvenzioni, riduce la libertà di espressione degli artisti. Il fascino del palcoscenico e la speranza di una vita più sincera, dove ogni artista possa trovare sollievo e soddisfazione, è il sogno di Vito Pappacena, attore e titolare di un’agenzia di casting. Stiamo parlando di “Napoletani a Broadway” di e con Carlo Buccirosso, che firma anche la regia, in scena fino al 22 gennaio presso il Teatro Sala Umberto di Roma.

Vito Pappacena, cinquant’anni, celibe, nato a Napoli, felicemente convivente con sua madre, è un attore innamorato del teatro, deluso dalla superficialità del sistema del mondo dello spettacolo. Un giorno l’uomo, al suo ennesimo infruttuoso provino, mortificato dall’insensibilità di un cineasta che lo dichiara colpevole di essere “un po’ troppo napoletano”, decide di passare dall’altra parte del fiume, e con l’aiuto economico di sua madre, mette su un’agenzia di casting di soli attori napoletani… Una sfida singolare! Il fascino del palcoscenico e la speranza di una vita più sincera, dove anche l’artista sofferente possa trovare sollievo e soddisfazione, imbriglieranno ancora una volta il suo cuore, spingendolo ad avventurarsi in un indimenticabile viaggio verso Broadway!

Nel cast, oltre a Buccirosso, anche Valentina Stella, Claudia Federica Petrella, Gianni Parisi, Graziella Marina, Davide Marotta, Silvia De Spirito, Sergio D’Auria, Giordano Bassetti, Fabrizio Miano, Viviana De Angelis, Carmine D’Orsi, più tutto il corpo di ballo.

Carlo Buccirosso
Come è nata e come si è evoluta l’idea di questo spettacolo?
L’idea nasce fondamentalmente da sentimenti e sensazioni che ho provato nel corso degli anni. Quello dell’attore è potenzialmente il più bel lavoro che si possa fare, a patto che sia fortunato, altrimenti diventa un’elemosina continua. Ho voluto raccontare i sentimenti di chi vive il rifiuto di un provino. Nel dettaglio, è la storia di Vito Pappacena, un 50enne innamorato del teatro che sbatte la testa contro tanti rifiuti e provini andati male. Per cercare di rendere la sensazione, ho portato sul palco la mortificazione, facendo apparire il protagonista in canottiera come a simboleggiare quasi la sua perdita di dignità.

Quanto c’è di autobiografico nella storia di Vito Pappacena?
Di autobiografico veramente poco. Ho avuto modo di ascoltare molti racconti e aneddoti e mi son fatto portavoce di quelle voci e di quei sentimenti. Per quanto mi riguarda, ho fatto poca gavetta e ho interpretato, quasi da subito, ruoli importanti. Tornando ai provini, non mi è mai capitato di uscirne mortificato.

Come giudica il riscontro del pubblico?
Positivo, ho ricevuto anche i complimenti da Pippo Baudo e Gigi Marzullo, due nomi che ritengo importanti nello spettacolo italiano, seppur in ambiti diversi. Ed è stato molto piacevole. E’ difficile che personalità così importanti vengano a dirti cosa pensano. Lo spettacolo, a mio avviso, è piacevole, si mescolano diversi ingredienti: canto, ballo, recitazione, sentimento, leggerezza ma anche riflessione.

Difficoltà riscontrate dal punto di vista della regia?
Non è facile dirigere 19 attori. Ho potuto contare sul prezioso aiuto del coreografo Fabrizio Angelini. Ho provato a dirigere in maniera diversa. E i 5 minuti di applausi e ringraziamenti ricevuti in una sera mi hanno ovviamente fatto molto piacere.

Prossimi progetti?
Ci vado sempre molto piano e preferisco, per indole, procedere per gradi, una cosa alla volta. Ho ricevuto alcune proposte cinematografiche che ho rifiutato. Una volta terminato lo spettacolo, ho bisogno di ordinare le idee.

Valentina Stella
Puoi parlarmi del tuo personaggio?
Interpreto la governante, sono la Cenerentola trainante della storia. Mi infilo nell’agenzia di Pappacena per cantare e fare tanti soldi. Amo cantare e provo in tutti i modi a farmi notare da Pappacena, che all’inizio mostrerà una serie di riserve per poi abbandonarsi alla relatà delle cose ed ammettere che sono brava.

Un aspetto positivo o negativo del tuo personaggio?
A mio avviso, non c’è un aspetto negativo. L’unica cosa che mi è mancata è quella di non aver potuto eseguire un repertorio classico della tradizione musicale napoletana, quella cioè di non aver potuto cantare un pezzo classico, vista l’ambientazione a Broadway. Anche se sono contenta di poter cantare “New York, New York”

Come è nato l’incontro con Buccirosso e come ti sei trovata con lui?
E’ nato a Ischia. E’ venuto ad un mio concerto e mi ha proposto uno spettacolo in cui si doveva solo recitare. Io amo cantare. Ed è stato un impegno enorme quello di fare la prima attrice. Ma se lo fai con amore, qualunque impegno può essere sostenuto. Bisogna certo tutelarsi ogni giorno, nel senso che hai la responsabilità di stare bene ogni giorno; se ti ammali, metti in difficoltà una compagnia intera. Io comunque ringrazio il Signore, perché il lavoro per me è anche un divertimento, amo stare su un palcoscenico. E ogni sera è sempre diversa. La regia di Carlo è precisa e giusta nelle indicazioni, ed essendo una sua creatura cerca sempre di migliorarla.

Progetti per il futuro?
Sto preparando un doppio lavoro discografico, uno di cover e uno di materiale inedito. Non ti anticipo niente perché sto ancora selezionando il materiale e sto ancora formalizzando gli accordi con un’etichetta. In questo caso, mi sento di essere scaramantica.

Claudia Federica Petrella
Puoi parlarmi del tuo personaggio? Che ruolo ha nella storia?
Sono il personaggio più a tutto tondo. Interpreto un’attrice che vuole fare carriera, che non ha conoscenze o raccomandazioni e che troverà il modo per farsi notare, presentandosi sempre travestita in maniera diversa ad ogni provino. E’ lei che incita Vito Pappacena ad andare avanti. E’ uno spettacolo completo che va dalla commedia brillante al musical. Non c’è proprio un lieto finale, ma è aperto e lascia una speranza.

Quanto ti senti vicina caratterialmente a lei?
Sicuramente non sono vicina a lei nei modi. Lei è più esuberante di quanto lo sono io nella vita. Di delusioni ne ho avute tante e ho incontrato un sacco di produttori chiacchieroni che ci provano, ma l’amore per il teatro mi portano a crederci sempre. Sono molto orgogliosa di aver scritto alcuni dei pezzi dello spettacolo. Mi sono confrontata con Carlo Buccirosso che ha dato carta bianca alle mie idee. Ed è una soddisfazione.

Progetti per il futuro?
Sono in fase di transizione e il mio futuro è tutto da vedere. Faccio parte della compagnia da molti anni e inizio ad avere l’esigenza di confrontarmi con altre realtà e di camminare con le mie gambe. Ho il desiderio di grandi novità e cambiamenti. Sono impegnata fino ad aprile con due spettacoli, dopo si vedrà.

 

 

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