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Intervista a Bradley Cooper, fra poche ore tra i protagonisti degli Oscar

Tra poche ore sarà tra i protagonisti dell’85esima Notte degli Oscar. Noi di RB Casting abbiamo incontrato a Roma Bradley Cooper, candidato come miglior attore protagonista per “Il lato positivo”, la commedia che ha raccolto, a sorpresa, ben 8 candidature, tra cui tutte quelle per gli interpreti. Intervista di Marilena Vinci.

Brillanti occhi azzurri, abbigliamento casual ed un sorriso smagliante: così Bradley Cooper ci accoglie a Roma, dov’è arrivato per presentare il nuovo film di cui è protagonista: “Silver Linings Playbook” (in uscita il 7 marzo in Italia col titolo “Il lato positivo”) di David O. Russell. Una commedia romantica che affronta in maniera delicata il tema del disagio psichico e che ha sorpreso tutti raccogliendo ben 8 nomination agli Oscar, tra cui quelle per tutti i migliori attori, protagonisti e non.

Innanzitutto benvenuto in Italia, so che lei ha origini nel nostro Paese…
E’ vero, sono cresciuto in una famiglia italo americana a Philadelphia. Mio padre ha origini irlandesi e mia madre italiane. I miei nonni erano italiani quindi sono cresciuto stando a stretto contatto con la vostra cultura e quella irlandese.

Ne “Il lato positivo” lei interpreta il ruolo di Pat, un uomo affetto da bipolarismo, come si è avvicinato al personaggio? 
Ho cominciato cercandone il cuore. Conosco persone con problemi di bipolarismo ed ho cercato di capire come funzionano certi processi mentali, quali sono gli approcci emozionali. Quando qualcosa li disturba o li ferisce non hanno gli strumenti per reagire come dovrebbero. Sono andato anche in qualche centro per cercare di capire cosa provano, che pensano, come si relazionano agli altri.

Dall’entusiasmo con cui ne parla sembra davvero molto affascinato da questo personaggio…
Ci sono molte cose che trovo interessanti in lui: il suo spirito, la profondità, il fatto che sue emozioni siano sottopelle. Dopo essere stato lui ho imparato molto di più. Ogni tanto capita che il personaggio ti insegni qualcosa.

E Lei cosa ha imparato?
Ad essere più ottimista. La vita non mi ha messo nelle stesse condizioni di Pat, ma penso che se lo fossi stato, forse non potrei essere ottimista.

Nel film recita accanto a Robert De Niro, che impressione le ha fatto dividere il set con un mostro sacro come lui?
Ho incontrato De Niro per la prima volta nella scuola di recitazione che frequentavo nel 1999, dove venne in visita. Mi colpì perché è un mito ma è umano, stava davanti a me in carne e ossa e ricordo mi disse che dovevo continuare a recitare. Quando mi proposero il ruolo in cui lui interpreta mio padre mi è sembrato incredibile! E’ privo di una qualità mitica e questo a riprova che e una persona normale a parte il fatto di essere un grande attore.

Com’è andata con la giovane co-protagonista Jennifer Lawrence (con la quale si vocifera sia nata una relazione)?
Lavorare con Jennifer è stato fantastico, ci siamo trovati immediatamente in sintonia, come se ci conoscessimo da una vita.

Conosce il cinema italiano?
Non quanto dovrei, almeno quello contemporaneo, ma mi piacciono molto Fellini e “C’era una volta il west” che è uno dei miei film preferiti.

Tra qualche giorno sarà al Dolby Theatre per la cerimonia degli Oscar, che effetto le ha fatto sapere che il film di cui è protagonista ha ricevuto ben 8 nomination?
Fantastico, è un grande onore! Essere qui, fare queste interviste è qualcosa di sorprendente ed è una grande soddisfazione, merito certo anche di queste candidature. Sono felice per la nomination all’Oscar innanzitutto perché credo che questo personaggio la meriti così come la merita chiunque è stato parte di quel gruppo.

Crede che dopo questa candidatura la sua carriera avrà un’impennata?
Ogni volta che fai un film che ha successo pensi che andrà sempre meglio. Nessuno pensava che “Una notte da leoni” potesse andare così bene, invece poi sono arrivati i sequel e una serie tv… Sarà difficile avere ancora la stessa soddisfazione che mi hanno dato film come questi di cui stiamo parlando.

C’è un regista in particolare con cui le piacerebbe lavorare?
Paul Thomas Anderson.

Cosa le piace del mestiere di attore?
Tutto! Incontrare persone creative, lavorare con loro, viaggiare, potermi esprimere in modi per cui altrimenti mi arresterebbero, vivere cose che non mi capiterebbero nella vita reale, interpretare personaggi che possono liberarti.

Tornando alla Notte degli Oscar oltre che per il suo film, ovviamente, c’è qualcuno in particolare per cui tifa?
Gli Oscar non sono una competizione sportiva perché non si giudica il tempo più veloce o il numero di goal e non c’è un punteggio. I film sono arte e in un certo senso dare premi è come fare sport. Io guardo la cerimonia fin da quando ero ragazzino ma la trovo strana perche non è una vera competizione. “Toro scatenato” per esempio non ha vinto, ma è uno dei migliori film della storia.

Nel 2012 la rivista People l’ha eletto l’uomo più sexy del mondo. Dovendo passare lo scettro a chi lo cederebbe?
A Channing Tatum! (ride perché è l’attore che ne ha ereditato il titolo nel 2012, ndr).

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