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Marco Cassini e “L’Ultimo Papa Re”

Intervista al protagonista de “L’Ultimo Papa Re” con Gigi Proietti, remake del film del 1977 con Nino Manfredi, per la regia del figlio, Luca Manfredi.

Serietà, professionalità e impegno. Sono gli ingredienti per fare bene il proprio lavoro secondo Marco Cassini, il co-protagonista de “L’Ultimo Papa Re”, film tv con Gigi Proietti in onda su Rai 1 in due puntate lunedì 8 e martedì 9 aprile 2013.

Remake del film con Nino Manfredi per la regia di Luigi Magni del 1977 (3 David di Donatello nel 1978), oggi avrà, in onore al grande Nino Manfredi, come protagonista Gigi Proietti, nei panni di Monsignor Colombo, Marco Cassini nei panni di Gaetano Tognetti mentre a dirigerli ci sarà il figlio di Nino: Luca Manfredi. Tra gli altri protagonisti: Lino Toffolo, Paolo CalabresiDomenico Diele.

Nel periodo della nascita del regno d’Italia, vedremo la storia di un padre e un figlio che si scontrano. Uno nei panni di un monsignore, l’altro in quelli di un rivoluzionario.

Marco Cassini, diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia, prosegue i suoi studi al Messner Acting Class di Anthony Montes a Los Angeles. E ricorda con piacere quegli anni: “portavo i caffè sul set di Desperate Housewives e anche quell’esperienza mi è servita tantissimo”.
Dopo svariati ruoli in teatro, cinema e fiction, ottiene un ruolo da protagonista nella fortunata serie tv “Fuoriclasse” e nel film “Una canzone per te”.
 Nel 2011 è nel cast di “Un Medico in Famiglia 7”.
 Ha ottenuto un premio come miglior attore emergente nell’ambito del festival Cultural Classic a Napoli.
 A breve lo vedremo inoltre nei “Borgia 2” su Sky e la web series “Forse sono io” (in anteprima il 10 aprile su Best Movies).
 Attualmente è uno degli attori più talentuosi del panorama italiano ed internazionale.

Parlami subito de “L’Ultimo Papa Re”, chi interpreti?
Sono uno dei protagonisti, Gaetano Tognetti, personaggio reazionario esistito realmente, autore dell’attentato contro gli zuavi pontifici per facilitare Garibaldi nella sua impresa dell’Unità d’Italia. E’ un personaggio interessante ed altrettanto interessante è stato per me interpretarlo. Mi ha molto colpito la dualità del personaggio, considerato criminale dallo Stato Pontificio e ritenuto un eroe per l’unità della patria da Garibaldi. Cambiano le prospettive e cambiano le responsabilità. Tutto dipende da chi detiene il potere. Ho maturato valutazioni ed osservazioni in merito.

Quando si sono svolte le riprese e com’era l’atmosfera sul set?
Sono iniziate a maggio 2012 e sono durate per un paio di mesi, tra Belgrado (soprattutto per la ricostruzione della Roma Antica) e Nepi. In generale, tutti gli esterni sono stati girati in Italia. L’atmosfera sul set era tranquilla, serena, ma molto professionale. E’ il remake del film di Luigi Magni, con Nino Manfredi; il film vinse 3 Davi di Donatello nel ’78. Che dire, quando decidi di misurarti con un progetto del genere, diventa una sfida e devi dare il massimo. Richiede preparazione, impegno e serietà. Appena arrivato a Belgrado ho pensato “Ecco, ora si fa sul serio”.

Come ti sei trovato a lavorare con Luca Manfredi e al fianco di Gigi Proietti?
Luca Manfredi ha le idee molto chiare. Mi ha dato indicazioni precise sull’intonazione del romanesco dell’epoca. E in molte scene piene di tensione, mi è stato di grande aiuto, mi ha messo a mio agio, mi ha detto di entrare nella scena e viverla, fornendomi molti suggerimenti e descrizioni. Idem con Proietti. Durante le pause, mentre il Direttore della Fotografia sistemava l’ambiente, ci si sedeva insieme e si scambiavano quattro chiacchiere, passando da barzellette e frivolezze a considerazioni più profonde, a riflessioni sull’epoca. Cambiava il registro della conversazione, insomma. E queste sono esperienze che possono capitare solo sul set.

Hai dovuto sostenere un provino per entrare nel cast?
Più di uno. E’ stato molto faticoso ottenere questa parte. La prima volta ho incontrato la casting director Laura Muccino, l’incontro è durato 20 minuti. Poi il secondo provino è durato un’ora e mezza con Luca Manfredi. Già da quell’incontro avevo avvertito la serietà del progetto. Luca sapeva quello che voleva. Le scene sono impegnative, devi morire, provare a salvarti le penne. Ero consapevole che avrei dovuto dare tutto me stesso. E insomma, tutto il cast è eccezionale.

Parlami di “Borgia”, quando andrà in onda?
Andrà in onda su Sky Cinema tra maggio e giugno. Anche lì ho dovuto sostenere un provino, in inglese. E’ stato girato a Praga e poi doppiato qui in Italia. Interpreto Pietro Bembo e compaio nella seconda serie, sono un co-protagonista. Ho imparato a suonare il mandolino. E’ stato faticoso ma bellissimo.

Hai dovuto girare in lingua inglese; che difficoltà hai riscontrato?
Nonostante conosca bene l’inglese, avendo vissuto a Los Angeles (portavo i caffè sul set di “Desperate Housewives”), ho dovuto esercitarmi giorno per giorno, abituarmi ad interpretare, a leggere e a pensare in inglese. Sono rimasto nella parte 24 ore su 24. Per me è molto importante “stare dentro” al personaggio. Se ti distrai, devi avere la prontezza di rientrare quando meno te lo aspetti. Se magari capita che vai a correre per allenarti o distendere la mente e ricevi una telefonata straniera, devi subito rientrare nel mood mentale.
Inoltre, come “L’ultimo Papa Re”, anche questo è un film in costume, quindi ho dovuto modificare le movenze. Non sei in jeans, non puoi metterti le mani in tasca quando vuoi. Anche quello non è stato facile.

E, infine, la web series “Forse sono io”. Di che si tratta?
E’ stato molto divertente, considerando che, ultimamente, le web series stanno riscontrando un discreto successo. Racconta le vicissitudini di Michele Miele, detto Mike, che prova a fare l’attore con pochi esiti. Io interpreto un co-protagonista, Tony, suo grande amico appassionato di fumetti, che ostenta estremamente la sua omosessualità. Uscirà il 10 aprile sul sito www.forsesonoio.it e credo sarà disponibile anche su YouTube.

Periodo pieno per te. Sei soddisfatto? Come vorresti si evolvesse la tua carriera e cosa ti aspetti dal futuro?
Sono iper soddisfatto. Sto lavorando tanto in questo periodo e mi sembra di essere riuscito a vincere la crisi, almeno per ora. Mi auguro di costruirmi una credibilità artistica, vorrei che la gente pensasse di me che sono un attore di qualità. Spero di arrivare in alto, sia in Italia che all’estero, e magari un giorno lavorare con Fausto Brizzi, Dario Argento, Martin Scorsese o Ridley Scott. Mi piacerebbe continuare a realizzare cortometraggi (ne ho già fatti 3), magari affacciarmi alla regia a tutti gli effetti, continuare a scrivere spettacoli teatrali e continuare ad insegnare recitazione così come faccio da quasi un anno e mezzo all’Actor’s Academy di Teramo.

Come passi il tuo tempo libero?
Giocando a calcio, passando il tempo con la mia famiglia o andando al cinema. Amo il cinema francese in generale, e Truffaut in particolare. E’ grazie a lui che mi sono avvicinato al cinema e alla macchina da presa. Mi sono ispirato a lui e alle sue prime pellicole “sporche” (ride, ndr).
Ora sto riguardando Scorsese, Kubrick, Garrone. In generale, al di là della vicinanza con i miei gusti, mi piacciono i film di qualità, che funzionano.

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