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Eleonora Sergio: “Quando Verdone mi ha presa per il suo film ho urlato a perdifiato”

Intervista alla fidanzata di Carlo Verdone in “Sotto una buona stella”, dal 13 Febbraio al cinema

ELEONORA SERGIO

E’ un periodo fitto e fortunato per Eleonora Sergio. E’ proprio il caso di dire che si trova “sotto una buona stella”. Una serie di progetti interessanti e ritmi senza sosta che la vedono impegnata su più fronti. Un’intervista articolata e sviluppata “per elenco” proprio per approfondire tutti i progetti.

Dal 13 Febbraio la vedremo sul grande schermo nei panni della fidanzata di Carlo Verdone nel suo nuovo lavoro tanto atteso. Nell’immediato il 27 e 28 Gennaio per l’esattezza, sarà su Rai 1 ne “L’Ingegnere”, ultimo episodio della trilogia “Gli Anni Spezzati” diretta da Graziano Diana, nei panni di una terrorista. Eleonora sta, inoltre, finendo di girare la seconda serie de “Il Restauratore” sempre per Rai 1, per la regia di Enrico Oldoini. Ha finito di girare la seconda serie de “La Narcotici” di Michele Soavi ancora per Rai 1, nel ruolo della cattivissima “Evil”. E’ inoltre nel cast del “Giudice Meschino” con Luca Zingaretti, per la regia di Carlo Carlei.

Eleonora-Sergio-L-Ingegnere-trilogia-Gli-Anni-Spezzati-477411Insomma, da dove partire? Sei impegnata in una serie di progetti e praticamente stai lavorando di continuo. Partiamo per ordine: parlami della serie “Gli Anni Spezzati” e nel dettaglio dell’episodio che ti riguarda. Chi interpreti?
E’ l’ultimo della trilogia e i protagonisti sono Alessio Boni e Giulia Michelini. Io interpreto il ruolo di Gianna, una terrorista che fa capo ad un gruppo. E’ ambientato nel 1980, anno in cui ci fu il grande movimento degli operai Fiat con l’ingegnere, appunto, che poi sfociò nella marcia dei quarantamila. E’ stato un movimento che ha rappresentato, da quel momento, un cambiamento generale e ha stravolto radicalmente il rapporto con le aziende e i sindacati. Quello di Gianna è stato un ruolo che mi è molto piaciuto, un ruolo decisamente nuovo e davvero interessante da interpretare. La mia prima volta da terrorista, quindi tante scene di azione, rapimenti, strategie. Inoltre, bella ambientazione.

Eleonora-Sergio-Giulia-Michelini-L-Ingegnere-trilogia-Gli-Anni-Spezzati-477411Come ti sei preparata? E cosa hai rivissuto di quel periodo, qual è stato il sentimento predominante?
Ho cercato di documentarmi attraverso internet, per capire che tipo di clima si respirasse e per entrare nella psicologia di un terrorista. I terroristi, ancor più in quel periodo, credevano in qualcosa, avevano degli ideali molto forti, per molti dei quali hanno rischiato la propria vita. Pur agendo in maniera sbagliata, agivano per quello in cui credevano. Inoltre, per quanto riguarda le scene di azione, ho dovuto anche capire come si impugnava un mitra per sparare. Ho dovuto girare scene abbastanza forti e mettere da parte la mia sensibilità. Ho imparato ad ostentare quella sicurezza che deve avere un terrorista senza scrupoli e che non ha paura di niente.

Invece, cosa puoi dirmi de “Il Restauratore”. Sono finite le riprese? Cosa puoi anticiparmi e quando andrà in onda. Chi interpreti?
Non so se posso dirti qualcosa perché abbiamo finito di girare la scorsa settimana. Interpreto un ruolo maledetto e mi sono proprio divertita perché è talmente distante da me che non riuscirei mai a ricoprirlo nella mia vita. Se potessi ti racconterei tutto, ma credo di non poterlo fare al momento. E’ un ruolo che chiude la serie quindi non è presente per tutta la durata, ma è anche vero che ogni ruolo che interpreti ti prepara ad affrontare altri ruoli futuri. Ogni esperienza serve, insomma. Questo personaggio ad esempio ha tirato fuori alcune cose del mio carattere.

5665-Eleonora-Sergio-Carlo-Verdone-scena-film-Sotto-una-buona-stellaArriviamo a quello che mi incuriosisce di più, il capitolo Verdone.
Il film di Verdone è il mio sogno realizzato. Ho sempre desiderato lavorare con lui e posso considerarlo il mio mito. Leggendo le sue interviste mi sono sempre fatta l’idea di un regista molto attento e bravo con le attrici, quindi ho sempre sostenuto che potesse darmi tanto. E per me un’esperienza del genere vale oro. Ricordo che era fine luglio quando mi hanno chiamato dall’agenzia per dirmi che lui voleva incontrarmi. E’ già lì è stata una grande soddisfazione. Sono stata chiamata perché voluta. Durante il primo incontro mi ha raccontato la storia del film, mi ha descritto il progetto. Poi c’è stato il provino vero e proprio. E’ durato dalla mattina al pomeriggio, avevo l’adrenalina a mille, sapevo di dover dare il massimo e di stare giocando una partita importante. Dovevo vincere, era un treno che non potevo perdere ed ero emozionatissima. C’era lui con tutti gli operatori. E’ stato gentile, attento e mi ha detto quello che voleva. Una volta uscita di lì mi son detta “Ok, l’hai fatto e ora non pensarci più”. Generalmente, quando fai un provino, torni a casa e fai mentalmente un resoconto di come sia andata. Ero contenta, sapevo che più di quello non sarei riuscita a dare. Oggi, sostengo ancora più convinta che bisogna continuare a credere nei sogni e lavorarci sempre. Volevo ritornare al cinema dopo tante esperienze in teatro e televisione e volevo lavorare con Verdone. Quando mi hanno comunicato che il provino era andato a buon fine, ho urlato fino a farmi mancare il fiato.

Cosa puoi dirmi del ruolo?
Io sono Gemma, la fidanzata di Verdone. Il film si apre proprio con me e con lui. Nel film, sono una donna intraprendete, vivace e allegra che possiede un negozio di arredamento al quale tiene molto. E’ un’esteta molto attenta ai dettagli. Ha anche una casa arredata da lei, in cui vive col suo compagno, Carlo Verdone appunto. La sua vita cambia in un attimo con l’arrivo dei figli di lui. Ovviamente, le mie scene sono state quasi tutte in compagnia di Verdone ed è stato bellissimo. Ho imparato tanto e ribadisco che un regista eccezionale e una persona meravigliosa.

DSC0484-5665-Eleonora-Sergio-Carlo-Verdone-scena-film-Sotto-una-buona-stellaCome ti sei trovata e come definiresti il suo metodo?
E’ un regista presente, è sempre con noi attori. Ha molto chiaro quello che vuole ottenere ma al contempo ti lascia osare, dandoti molta libertà. Ho apprezzato molto il suo metodo e non mi sono mai sentita giudicata. E’ bravo a creare armonia e sintonia sul set. Ha sempre regnato un’atmosfera distesa. E quando sono finite le riprese mi è dispiaciuto molto, proprio per il clima. Mi sembrava di sentirmi a casa ed eravamo tutti di buon umore. Sono veramente stata fortunata.

Hai finito di girare la seconda serie di “La Narcotici”?
La stiamo ancora girando e dovremmo finire le riprese prossima settimana. Il mio è un personaggio che già dal nome lascia presagire la sua anima criminale spietata: interpreto “Evil”, una spacciatrice piena di tatuaggi, la cattiva della serie. E non essendo io cattiva, ho dovuto indagare nei traumi e chiedermi se questa donna avesse sofferto nella sua vita o meno. Ho anche dovuto subire una piccola trasformazione fisica, nella serie ho i capelli rasta e sono piena di tatuaggi. Come stile e immagine, non c’è niente di più distante da me. Però nel “Giudice Meschino” sono buona.

Infatti parliamo proprio di questo.
Sono una mamma disperata perché si ritrova ad avere un figlio malato a causa dei rifiuti tossici. La seria tratta lo scempio dei rifiuti in Calabria e il Commissario indaga proprio su questo. Abbiamo girato giù a Reggio Calabria. Carlo Carlei è un altro regista con il quale mi son trovata benissimo. Così come con Luca Zingaretti e Luisa Ranieri. Non so dirti quando uscirà perché è ancora un po’ prematuro.

ELEONORA SERGIOInsomma, con tutte queste esperienze sei riuscita a sperimentare diversi ruoli e anche diversi lati di te.
Sì infatti. E’ andata proprio così e rivedendo il film di Verdone, mi sono piaciuta molto. Tanta energia, forse era anche per la felicità che ci ho messo. Vorrei che tanta forza e tanta energia ci fossero sempre nei miei prossimi ruoli. Tutte queste cose che ho fatto mi hanno comunque arricchito.

Cosa ti aspetti dal futuro?
Vorrei che il film di Verdone andasse bene e spero che mi porti qualcosa. Vorrei un altro progetto al cinema e, in generale, vorrei continuare a lavorare.

Dicotomia tra cinema e tv. Qual è l’aspirazione maggiore per un attore?
La dicotomia la creano gli altri e noi attori siamo costretti a subirla. La differenza sta solo nei ritmi e nel cinema, girando al massimo due scene al giorno, si ha più modo di scendere più nei dettagli e di costruire o sviluppare il personaggio insieme al regista. Hai modo di scendere maggiormente a fondo, insomma. Ma ripeto, sono gli altri che fanno la differenza tra tv e cinema, non gli attori. Siamo stati educati a reagire così. In America gli attori fanno tutto, presentano programmi e spettacoli, fanno film, teatro e tv e conservano una loro professionalità e credibilità. Anche per questo sono grata a Verdone, perché a prescindere da quello che ho fatto, ha apprezzato le mie capacità prima di tutto, senza etichettarmi.

Sei felice?
Sì, sono decisamente felice.

Foto in primo piano di Gianmarco Chieregato

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