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Miriam Dalmazio: “Sul set con i fratelli Taviani ho respirato un’atmosfera sacra e importante”

Intervista all’attrice Miriam Dalmazio, candidata al Premio L’Oréal Paris per il Cinema, assegnato nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

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Fino all’anno scorso, era conosciuta più che altro come Margherita, una delle ragazze ospitate in convento da Suor Angela, ovvero Elena Sofia Ricci, nella popolare fiction “Che Dio ci aiuti”, la cui terza stagione si sta girando proprio in questi giorni. Poi, è arrivato il successo con “Sole a catinelle” al fianco di Checco Zalone, film italiano sbanca botteghini.

Ora, Miriam Dalmazio, 27 anni, è nel cast di “Meraviglioso Boccaccio”, l’ultima fatica dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani. Le riprese sono iniziate lo scorso 31 marzo in Toscana per raccontare liberamente storie ispirate al Decamerone di Boccaccio. Dieci giovani, sette donne e tre uomini, che lasciano la Firenze disperata ed appestata del 1300 e si rifugiano in una grande villa, dove a turno, per ingannare il tempo e la drammaticità del momento, si raccontano cinque novelle. Miriam interpreta una delle novellatrici.

E’ anche candidata, insieme ad altre 4 attrici italiane, per il Premio L’Oréal Paris per il Cinema, che sarà assegnato a un’attrice emergente, per “talento, bellezza e stagione cinematografica brillante” durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, a settembre. (Per votare vai alla pagina Facebook di L’Oréal Paris Italia, ndr).

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Sei in lizza per il Premio L’Oréal. Come sta procedendo e come sei stata scelta?
Onestamente non ho idea di come sia andata. Un giorno il mio agente mi ha chiamato e mi ha detto “Buongiorno, sei candidata al Premio L’Oréal”. Ma credo ci sia una Giuria che ti sceglie e in base alle votazioni del pubblico, se vinci, ricevi la premiazione nello splendido scenario del Festival di Venezia. Chissà come andrà, siamo in 5 e ho visto le mie concorrenti e sono tutte molto più popolari di me quindi già è una bella soddisfazione essere candidata. Va già bene così, ora sarà il pubblico a decidere.

In ogni caso, è un periodo intenso per te, professionalmente. So che sei impegnata su vari fronti.
Ho appena finito di girare “Meraviglioso Boccaccio” dei fratelli Taviani. Adesso sto girando la terza stagione di “Che Dio ci aiuti”. Sto assaporando cose nuove, la vita mi sta concedendo più cose. Sono passata dalla commedia di Checco Zalone, al dramma più assoluto dei fratelli Taviani, alla commedia brillante della fiction. Non mi sto facendo mancare niente.

Qual è il genere che senti di più nelle tue corde?
Tutti. A me piace fare tutto, con un buon lavoro di squadra chiaramente, visto che non recito da sola. Mi diverto nella commedia ma mi piace calarmi in tutti i ruoli. Sono molto malinconica di mio e le note del Decamerone le ho sentite molto forti. Si respirava un’aria sacra sul set. Due grandi come i fratelli Taviani hanno creato proprio l’atmosfera perfetta, anche fuori dalla finzione della recitazione. Non che sia stato un set drammatico ma c’era proprio un’atmosfera importante, sacra direi. E’ stato molto emozionante essere lì, una sensazione molto forte.

Cosa puoi dirmi del tuo personaggio e come ti sei preparata?
Io interpreto Fiammetta, una delle novellatrici. Non avevo mai letto il Decamerone, quindi come prima cosa mi sono documentata. Ho dato un’occhiata generale ma ho capito subito che tutte le mie idee avrei dovuto cestinarle. Tutto il lavoro di “costruzione” del personaggio è avvenuto sul set con i fratelli Taviani; loro avevano già le idee piuttosto chiare. Con due grandi così, metti da parte qualsiasi cosa e ti pieghi a loro. Mi son lasciata guidare e mi hanno mostrato il personaggio a 360°, facendomi vedere cose che magari non avrei visto da sola. Ho avuto modo di approfondire il mio personaggio, in maniera pratica sul set con loro.

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E gli altri progetti in ballo?
Il film di Cristiano Bortone, “Caffè”, è un progetto internazionale. Io sono la protagonista femminile dell’episodio italiano. Sono 3 episodi, uno cinese, uno inglese e uno italiano: tre storie legate dal filo conduttore del caffè. Il mio è un personaggio molto drammatico, interpreto una ragazza “alternativa” ed è curioso perché nessuno mi aveva mai visto in queste vesti. E’ stato divertente, soprattutto perché mi sono proposta in maniera diversa da quella che sono abitualmente. Altro non posso dirti.

Stai passando per vari ruoli e generi. Cosa ti aspetti dai prossimi anni?
Oddio, io vivo alla giornata, come ho sempre fatto. Le cose mi sono quasi capitate. Ho sudato e studiato molto, ci mancherebbe, e ho sempre fatto tutti i provini, però non ho mai sgomitato. Anche l’esperienza coi Taviani è andata così.

Come è andata infatti?
Ho fatto il provino, un’improvvisazione. Hai visto la scena di “Cesare deve morire”, in cui il regista fa i provini ai carcerati e chiede loro di fare la stessa scena con intenzioni diverse? Ho fatto questa improvvisazione e lì per lì loro non hanno detto niente. Poi il giorno dopo, che non capita mai (anzi spesso ti fanno aspettare settimane o mesi), mi chiama il mio agente per dirmi che al 99% sono dentro. All’inizio non avevo capito, non avrei mai pensato di poter fare un film del genere dopo il film con Checco Zalone, una commedia campione d’incassi. Non so davvero cosa aspettarmi e neanche ci voglio pensare. Sto toccando un po’ tutto e staremo a vedere cosa succede.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Per adesso, e dico “adesso” perché cambia spesso, è riuscire a conciliare il lavoro con i viaggi. Mi piacerebbe molto andare in giro per il mondo e prendere un po’ di boccate d’aria fresca vedendo cose diverse.

C’è un regista con il quale ti piacerebbe lavorare?
Sì, ma prendimi con le pinze perché nel frattempo avrei bisogno anche di diverse sedute psicanalitiche. E’ Lars Von Trier. Ho paura io stessa di quello che sto dicendo perché Lars è davvero un campo minato. Deve essere davvero tosta, ho letto un paio di interviste di attrici che hanno lavorato con lui e credo sia bello matto. Ma a me piacciono le sfide quindi sogno questo.

Qual è il cinema che ti piace?
In genere i film che indagano molto sull’animo umano, incentrate sul mondo femminile. Adoro vedere come sono dirette le donne. Mi affascina il mondo delle donne e Lars indaga molto su questo, anche in maniera folle e a tratti grottesca. Quindi rimango in linea, e credo sia il motivo per il quale mi piacerebbe lavorare con lui.

Sono in corso le riprese di “Che Dio ci aiuti” 3. Ci sono novità che puoi anticipare?
I toni sono sempre gli stessi, quindi rimaniamo sui temi sociali. Ci saranno personaggi nuovi e molte più donne, per la mia gioia. Il mio personaggio sarà più drammatico perché dovrò affrontare un evento che può capitare nella vita di tutte le donne, ma non ad una ragazza di 27 anni. Quindi ho cambiato un po’ registro, prima il mio personaggio era più buffo, ora più maturo. Per il resto, dicono già sia la serie più bella, da quello che hanno visto, e fa ancora più ridere degli altri anni. Non posso dire altro.

Qual è il tuo rapporto coi social? Sei tu a gestire le tue pagine?
Ho una pagina privata e una pubblica che gestisco sempre io. Presto aprirò un profilo Instagram, ma al momento mi limito a Facebook anche perché non amo troppo mettere su piazza la mia vita privata. Al massimo metto cose che riguardano il mio lavoro.

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