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Liliana Mele: “Non riesco a immaginarmi tra 10 anni, ma di certo so che starò cantando”

Intervista all’attrice e cantante Liliana Mele

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Si dice sia la nuova voce nera del jazz e lei non fa mistero sulla lunga preparazione e sulle sfide che ha dovuto affrontare per poter cantare. Prima fra tutte la difficoltà a tirar fuori la voce, anche solo per parlare, a causa di un “problema” fisico. Problema che però non le ha impedito di intonare la voce e “suonarle” a tutti.

Liliana Mele, attrice e cantante, è impegnata con il suo primo amore, il teatro, nella preparazione di due spettacoli che partiranno in autunno e sta attingendo dalla Bioenergetica, lavorando, come ci spiega sull’immaginazione e la postura. “E’ difficile da spiegare ma se mi vedessi penseresti che sono matta da legare”.

Ha esordito al cinema, nel 2004, con Carlo Verdone in “L’amore è eterno finché dura”, poi è stata la volta della serie tv “Gente di mare” e nel 2008 è stata nel cast di “Italians” di Giovanni Veronesi. Alla domanda “Cosa sogni nel tuo futuro?” lei, serafica e zen risponde: “Sogno di evolvermi, musicalmente e con la recitazione, ma non riesco a immaginare come sarò, neanche tra 10 anni. Di certo so che starò cantando”.

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Come e dove nasce la passione per il canto e per il jazz?
Nasce tanti anni fa, e ho dovuto fare un lungo percorso per realizzarlo. Quando ero piccola avevo un problema che mi creava difficoltà a tirar fuori la voce, anche solo per parlare. Ho avuto l’istinto di sfidare questo problema e la cosa più opposta e immediata per farlo è proprio il canto, che ti costringe a tirar fuori la voce. Inoltre, la passione per la musica c’è sempre stata.

Hai un tuo progetto musicale?
Ho un progetto che sto portando avanti con il pianista Roberto Rea. Proponiamo un repertorio misto tra blues e jazz anni ‘20, reinterpretato da noi e ogni volta invitiamo musicisti diversi a prendere parte ai live. Spaziamo da Louis Armstrong a Ella Fitzgerald a Billie Holiday.

Com’è la realtà musicale di questo genere a Roma?
Su Roma la scena è fitta e i locali sono tanti e diversi. Ma in generale è un genere che rimane nascosto, come volesse rimanere elitario. Il che è curioso perché questo genere, forse più di altri, viene dalla strada. Ci sono molti gruppi di alto livello.

Quali sono i tuoi prossimi progetti a riguardo?
Spero di incrementare il repertorio in futuro. Ho fatto uno studio abbastanza lungo, di lirica e tecnica vocale, che mi ha aiutato tantissimo, tra Olanda e Belgio. Poi ho frequentato il Conservatorio e l’Accademia Saint Louis. E’ per questo che ho tanta dimestichezza con la realtà musicale romana.

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Parlando di recitazione invece, quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto preparando uno spettacolo teatrale, “Racconto d’inverno”, con la compagnia del regista Ezio Ruggeri. E’ un progetto sperimentale, sopra le righe e non convenzionale, che non adotta i soliti metodi e attinge dalla Bioenergetica. Inoltre, sono impegnata nell’adattamento teatrale di “Quel giardino di aranci fatto in casa” di Simon Neil. Anche questo progetto sarà stravolto dal metodo bioenergetico. Gli spettacoli partiranno in autunno.

Come ti stai preparando a questo approccio?
Lavoro molto sull’immaginazione e sulla postura. E’ un po’ complicato da spiegare e se mi vedessi penseresti che sono matta da legare; ma la Bioenergetica rientra anche tra i metodi d’insegnamento utilizzati nelle scuole di recitazione. Non sono poi così matta.

Ti dividi, quindi, tra cinema e teatro. Qual è l’esperienza a te più cara e qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il cinema mi è capitato quasi subito, appena arrivata in Italia. Decisi di venire a vivere qui dopo un concorso in Etiopia, tipo Miss Italia. La prima esperienza al cinema l’ho avuta con Carlo Verdone e Luca Verdone nel film “L’amore è Eterno finché dura”. Credo di essere stata molto fortunata. Poi è arrivata la fiction “Gente di mare”, l’esperienza che forse ritengo più formativa, un ruolo che ho sentito adatto a me. Poi è stata la volta di Veronesi. Il teatro è stato una riscoperta, perché l’avevo già fatto da bambina. La musica, infine, è una cosa che ho dentro da sempre e che credo non mi lascerà mai. Sogno di evolvermi, musicalmente e con la recitazione, ma non riesco a immaginare come sarò, neanche tra 10 anni. Di certo so che starò cantando.

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