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“Posh”: fan in delirio per i bad boys Sam Claflin, Max Irons e Douglas Booth

Video intervista ai tre attori, arrivati a Roma per presentare “Posh”, il film tratto dall’omonima pièce teatrale di Laura Wade e diretto dalla danese Lone Scherfig

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Ricchi, arroganti, cinici e viziati: sono i protagonisti di “Posh”, arrivati a Roma, a gran richiesta dei fan dopo che l’hashtag #PoshCastInItaly è diventato trend topic in mezza giornata su Twitter. I loro volti corrispondono ai nomi di Sam Claflin (già interprete di “Biancaneve e il cacciatore e “Hunger Games”), Max Irons (figlio di Jeremy, già visto in “The Host”) e Douglas Booth (“Noah” e “Romeo e Giulietta”), che nel film sono tre dei membri del Riot Club, storica ed esclusiva congregazione dell’Università di Oxford.

Tratto dall’omonima pièce teatrale di Laura Wade (che ha scritto anche la sceneggiatura), il film è diretto dalla danese Lone Scherfig (già regista di “An Education” e “One Day”) e racconta i degenerati atti del club inglese.

Assediati dalle fan sin da domenica, dove le hanno incontrate in un affollato meet and greet alla Coin di piazza San Giovanni a Roma, Sam Claflin, Max Irons e Douglas Booth si sono generosamente concessi, anche prima di entrare in sala per la premiere italiana al cinema Adriano, dove nel delirio generale, si sono fermati per tre quarti d’ora, firmando autografi e concedendosi ai flash. “Non ci era mai successo niente del genere  prima. Forse ci hanno scambiato per gli One Direction!”, scherza Claflin.

“Finalmente possiamo spingere i ragazzi ad andare a vedere un film che non ha supereroi, – dice Douglas Booth – non appartiene a franchise ma affronta un argomento forte come l’iniquità della nostra società. Spero che possa far riflettere”.

A Roma, assieme ai tre attori, anche il produttore del film, Pete Czernin, amico del premier inglese David Cameron, a suo tempo membro dell’esclusivo Bullingdon Club: “Cameron non ha ancora visto il film, ha avuto da pensare al referendum scozzese e alla Siria. Però esistono molte confraternite simili a quella di cui si parla, sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna. Non è un crimine essere ‘posh’ (termine che definisce qualcosa o qualcuno elegante e raffinato, ndr). Quel che è sbagliato è essere arroganti e presuntuosi, sfruttare i propri privilegi. Laura Wade ha fatto un’ampia ricerca, sono i giornalisti che hanno visto nell’ambientazione a Oxford, il legame con il Bullingdon Club”.

Una storia da cui l’autrice Laura Wade dice di essere stata attratta perché metafora di qualcosa di più grande ed inaccessibile. Una ricerca, quella sui club britannici, osteggiata dai membri: “Non trovi facilmente persone disposte a parlare apertamente di qualcosa, specie quando sanno che stai facendo una ricerca per scrivere uno spettacolo. Ma la cosa mi ha addirittura resa libera, avevo così la possibilità di mettere insieme la storia come la volevo io. Non volevo un documentario su un vero club: volevo crearne uno senza dover essere obbligato ad alcun tipo di verità o precisione”.

“Posh” è nelle sale dal 25 settembre, distribuito in 250 copie da Notorious Pictures.

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VIDEO INTERVISTA 

Sam Claflin, Max Irons e Douglas Booth

Sam Claflin, Max Irons e Douglas Booth - Intervista per Posh - RB Casting

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GALLERY

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