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Valeria Solarino: “L’intento è parlare di ‘ndrangheta senza violenza”

Intervista esclusiva alla protagonista de “La Terra dei Santi”, al cinema dal 26 marzo

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E’ in sala dal 26 marzo il film di Fernando Muraca che racconta la ‘ndrangheta vista dal punto di vista femminile. E lei è la protagonista, Valeria Solarino, un magistrato determinato e freddo. “Non ha paure particolari così come non teme di scontrarsi contro una realtà così crudele e dura come quella dei mafiosi”. E’ una storia al femminile e forse è la prima volta che un film sulla mafia abbia solo protagoniste femminili. “E’ un film che parla di esseri umani, in questo caso di donne che si confrontano, con i loro mondi. Si spara poco e c’è molto di più l’anima di queste donne e di questi personaggi”.

Vittoria (Valeria Solarino) è un magistrato, viene dal nord e crede nella giustizia. Assunta (Daniela Marra) è la vedova di un soldato di ‘ndrangheta, non è mai uscita dalla sua terra e gli unici legami che riconosce sono quelli della famiglia. Per lei la vendetta è un diritto e non avere paura del sangue un dovere. Vittoria ha un obiettivo: scardinare l’omertà delle donne verso quel sistema patriarcale che sta alla base della più influente organizzazione criminale del mondo. Indagini e arresti sono armi inutili allo scopo; per vincere la sua battaglia l’unica possibilità è quella di togliere la patria potestà a tutte le madri che mandano a morire i propri figli. Nel cast anche Lorenza IndovinaNinni Bruschetta, Franco Colella, Marco Aiello, Piero Calabrese e Tommaso Ragno.

Qui le sale dove vedere “La Terra dei Santi”

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Mi descrivi il temperamento del tuo personaggio?
Vittoria è una donna molto determinata, fredda anche nel suo modo di essere, che ha scelto questo lavoro come una missione, come penso che sia per tanti magistrati o giudici di mafia. Non ha paure particolari così come non teme di scontrarsi contro una realtà così crudele e dura come quella dei mafiosi. E’ una storia al femminile, le protagoniste sono donne mafiose, questo perchè il ruolo della donna nelle associazioni criminali è molto importante, soprattutto nella ‘ndrangheta e Fernando (Muraca, ndr) nel film ha voluto sottolineare come la donna prenda il posto dell’uomo se quest’ultimo è in carcere, gestendo i traffici di droga e mandando avanti la famiglia che è il nucleo principale anche per le organizzazioni criminali. Credo che l’intento sia anche quello di sottolineare l’impostazione che ha la ‘ndrangheta.

Quanto c’è di te nella determinazione di questo personaggio e come ti sei preparata?
Non c’è molto di me, intanto perchè è una realtà che non conosco ma poi nella vita possiamo anche dire o credere di essere determinati ma non sarà mai paragonabile ad una scelta estrema come quella che fa Vittoria nel film o come quella che fanno tanti magistrati. Sono scelte di vita in cui decidi di rischiare anche di essere ucciso. E io ne sono molto lontana, veramente. Sì, sono determinata nella vita, nel mio lavoro e nelle scelte, ma credo che il lavoro del magistrato sia qualcosa di molto molto particolare. Non possiamo paragonarci a loro perché sono degli eroi, pur non sentendosi tali. Io mi sono preparata ascoltando Fernando, lui è calabrese e conosce e vive molto bene questa realtà. Al di là delle organizzazioni criminali, in determinati posti c’è proprio una mancanza di possibilità di altro, per cui ci sono meno espressioni culturali, si fa molta più fatica a trovarne e a crearne, e un ragazzo ha molti meno stimoli o comunque se li deve andare a cercare, diversamente dalle grandi città del nord in cui la realtà è molto diversa. Io sono siciliana ma sono cresciuta a Torino, quindi in una realtà completamente diversa.

Qual è stata la difficoltà più grande?
Entrare nell’anima di questo personaggio che decide di trasferirsi e passare la sua vita in quel posto e, visto che non si sa molto della sua vita privata, si capisce che lei ha vinto il concorso e ha deciso di andare in Calabria, ma non si sa bene qual è la motivazione dietro una scelta del genere. Io mi sono fatta delle idee e mi sono creata una sua storia. Però è una scelta molto coraggiosa quella di avere a che fare col male tutti i giorni. Entrare veramente nel cuore di questa donna non è stato immediato.

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Forse è il primo film di genere declinato al femminile. Qual è secondo te il lato più forte o la novità del film?
La cosa principale è che non c’è azione, nonostante sia un film che parla di mafia, di ‘ndrangheta. Non ci sono sparatorie o omicidi. E’ un film che parla di esseri umani, in questo caso di donne che si confrontano, con i loro mondi, e ad un certo punto il mio personaggio e quello di Assunta (interpretato da Daniela Marra) hanno un contatto. E questo contatto è una salvezza per lei e i suoi figli. Per cui la novità del film è proprio questa. Inoltre, si spara poco e c’è molto di più l’anima di queste donne e di questi personaggi.

Come pensi sarà accolto?
L’anteprima a Roma è andata molto bene, soprattutto per quanto riguarda il pubblico pagante, che ha proprio scelto di venire a vedere il film. C’è stato anche un lungo dibattito dopo la proiezione, e sono state tante le persone presenti che conoscono quella realtà. Una donna calabrese ha ringraziato Fernando dicendo che questa verità non viene mai raccontata. E che proprio i ragazzi hanno difficoltà a pensare a qualcosa di diverso visto che non c’è la struttura culturale che ti dà un’alternativa. Non hai possibilità di scelta, quindi farai quello che hanno fatto i tuoi genitori e non uscirai mai da questo meccanismo. Il film parla anche molto dei figli, della speranza, del garantire una vita libera. La bellezza di questo film è proprio il fatto che suggerisce come un cambiamento sia possibile e deve venire dalla base, dall’educazione, dalla cultura. Penso che sia un principio fondamentale ed un valore generale assoluto.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? Il 2 aprile esce “La scelta” di Michele Placido, cosa puoi anticiparmi?
Posso dirti molto poco perché non sono la protagonista di questo film, io interpreto la sorella di Ambra Angiolini e il mio personaggio serve un po’ per sottolineare quello che lei non è. Lei è una donna felicemente sposata che non ha figli, io invece ho un marito, un amante e due bambine ma non me ne frega niente, e in realtà tutto questo amore che ho intorno, lo do per scontato. Quindi per sottolineare la profondità del suo personaggio, c’è la superficialità del mio in contrapposizione. Per quanto riguarda invece me, ho finito da poco di girare un film che è ancora in fase di lavorazione. Non si sa ancora il titolo e il periodo di uscita visto che lo stanno ancora montando e preferisco dirti tutto a tempo debito.

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Guarda il trailer del film “La Terra dei Santi”

"La terra dei santi" (Trailer Ufficiale HD)

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Poster

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