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Andrea Lattanzi: “il primo incontro con Carlo Verdone mi ha gelato”

La nostra intervista al giovane attore Andrea Lattanzi

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di Ivana Calò

Andrea Lattanzi, romano, classe 1992 e una faccia che non passa inosservata. Si è fatto notare nel corso dei casting de Il Gioco del Lotto con RB Casting durante il Festival del Cinema di Roma 2014, uscendone vincitore (qui la notizia). E proprio in quell’occasione ha recitato, al cospetto di Carlo Verdone, un monologo tratto da “Er fattaccio de vicolo Der moro” di Americo Giuliani, poeta romanesco del secolo scorso. Da allora si stanno succedendo le esperienze professionali ed è appena rientrato da Milano dove ha girato un cortometraggio al fianco di Valeria Solarino e Valeria Golino, prodotto da Vanity Fair.

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Sei appena rientrato da Milano dove hai girato un cortometraggio per Vanity Fair. Cosa puoi anticiparmi?
Si tratta di “Un’altra storia”, per la regia di Dario Piana, è il secondo capitolo di un racconto (a sei mani) che diventerà un film, storie diverse insieme e tre volti della stessa donna nel corso del tempo e degli incontri che farà. Io interpreto Edoardo, un ragazzo in conflitto con la madre. E’ stata una grandissima esperienza che mi ha dato modo di conoscere grandi attori con i quali mi sono trovato veramente bene. E’ fantastico vedere quanta energia possano darti attori che hanno avuto più esperienza di te; un enorme bagaglio di esperienza.

Altro progetto interessante che ti riguarda: “Altrove” di Vittorio Rifranti. Parlami del soggetto e del tuo personaggio?
E’ una storia di quattro studenti universitari che partono per una breve vacanza fuori stagione nella casa al mare a Lignano Sabbiadoro. Ma, durante i giorni trascorsi insieme, un evento imprevisto cambierà le loro vite. Su Marco, il mio personaggio, non posso dirti troppo anche perché è un personaggio cruciale, che fa da fulcro alla trama e che genererà molti cambiamenti. Non posso dirvi di più o rischio il linciaggio (ride, ndr). Vi consiglio di andarlo a vedere quando sarà in sala. Lo considero un grande progetto.

Come è nato l’incontro con Vittorio Rifranti?
A Milano, in cui mi trovavo appositamente per il provino di questo film. Inizialmente ero stato proposto per un altro ruolo, ma nel corso del nostro secondo incontro è arrivata questa bella notizia. E’ stata una grande soddisfazione ricevere la chiamata di Vittorio, dopo pochi giorni. Ero in Puglia, impegnato sul set di “Attesa e cambiamenti”, e lui mi ha comunicato di essere così soddisfatto del mio lavoro che avrei potuto scegliere il personaggio da interpretare. Insieme abbiamo deciso per il ruolo di Marco, che è appunto un personaggio tosto, che andrà incontro a numerosi cambiamenti.

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Sembra tu non ti stia fermando mai. Set e ruoli continui. Aspetta, andiamo per gradi. “Attesa e cambiamenti” di Sergio Colabona, quindi.
E’ stata una bellissima esperienza ed è stato il mio primo approccio con il mondo del cinema. Devo ringraziare tanto Sergio per avermi dato questa opportunità. Sono stato chiamato sotto suggerimento di sua figlia dopo avermi visto in occasione del provino per “Ciak, si Roma! Nove giorni di grandi interpretazioni”. Potete immaginare che emozione e che soddisfazione.

Come è cambiata la tua vita professionale nell’ultimo anno?
Sicuramente in positivo. E’ fantastico sapere che ogni tanto il sacrificio paga. Devo molto alla mia famiglia che ha sempre creduto in me, allo staff di RB Casting e allo stand del Gioco del Lotto, mi hanno sicuramente dato molta più forza di quella che avevo prima. E ho avuto l’occasione di lavorare a vari progetti e di conoscere persone nuove che mi hanno dato tanto e alle quali mi sono affezionato tantissimo.

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Come descriveresti la tua vittoria a “Ciak, si Roma!” (qui la notizia) e cosa ricordi dell’incontro con Carlo Verdone, Lina Wertmüller e Daniele Luchetti?
Certe emozioni sono difficili da spiegare o rivivere. Per un bel po’ di giorni mi è sembrato di vivere in un cartone animato. Ogni tanto mi sedevo accanto a mia madre, increduli entrambi, per fissare in silenzio il premio ricevuto. Mi ci è voluto un po’ per realizzare quello che stava accadendo. Tuttora ho un ricordo un po’ vago e in quel periodo ero un trambusto di emozioni. Per quanto riguarda Carlo Verdone, quel giorno sapevo che lui era lì e avevo deciso che il mio monologo l’avrei presentato proprio a lui. Si avvicinava il mio turno, eravamo rimasti in pochi, e scoprì con mio sconcerto che l’attore prima di me presentava il mio stesso pezzo. Eravamo più di mille attori, era l’ultimo giorno dei provini e pensai “che disdetta”! Quando mi presentai a lui, comunicai subito che portavo lo stesso monologo del precedente e la sua risposta fu: “No…pure te?”. Mi arrivò un gelo improvviso. Poi presi coraggio, quella era la mia occasione e l’avrei tentata fino in fondo. Trovai la determinazione per rispondergli che doveva lasciarmi fare. A quanto pare, poi è andata bene (ride, ndr). Non ho avuto molto tempo per conoscerli, perché quel giorno era un tripudio di caos e confusione. Ma sono sicuro che avremo modo di rincontrarci e di avere l’opportunità di restituire loro quello che hanno dato a me.

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Qual è il ricordo o, meglio, la soddisfazione più grande che hai ricevuto ad oggi?
Ti elencherei tantissime cose… Sicuramente il mio primo premio, ricevere apprezzamenti e congratulazioni è magnifico e ti regala molta forza. Ho avuto modo di conoscere tantissime persone tra cui Roberto Bigherati, con il quale poi si è instaurato un ottimo rapporto di amicizia, la mia agente Patrizia Cafiero, una persona che stimo molto e alla quale sono grato per il lavoro che svolge quotidianamente con grande professionalità e dedizione.

Qual è il tuo sogno nel cassetto oggi?
Aprire il mio cassetto significherebbe aprire un vaso di Pandora: di sogni ce ne sono fin troppi. Nutro il desiderio di aprire un luogo di incontro e confronto per attori, dove possano studiare, allenarsi, provare scene insieme e creare progetti; uno spazio creativo per attori, insomma. Un altro “piccolo” sogno sarebbe quello di superare l’oceano per approdare, magari un giorno, al cinema americano.

Con chi sogni di lavorare?
Con Stefano Sollima. Trovo che la sua impronta sia innovativa e forte. C’è ovviamente un lungo elenco di persone di spessore con le quali sarei onorato di lavorare, ma diamo tempo al tempo e forse piano piano arriveranno altre soddisfazioni.

Chi sei? Riusciresti a descriverti con tre aggettivi?
Sono un sognatore: dinamico, determinato e sensibile.

E come passi il tuo tempo libero?
Mi piace dedicare il mio tempo libero a me stesso e agli altri. Mi rilassa andare al cinema da solo o scrivere canzoni. Sto inoltre scrivendo una sceneggiatura tratta da un libro che mi ha colpito molto ma che non vi dico. Quando posso, evado in luoghi diversi, ascolto musica e contemplo la natura. Mi caricano di energia. Mi piace dare una mano a mia madre in negozio quando ne ha bisogno e amo confrontarmi con altri attori per scambiarci consigli e idee. C’è una persona con la quale condivido molto il mio tempo libero, un’artista anche lei; è difficile trovare persone che ti capiscano veramente e che amano il tuo stesso lavoro. E sentirsi liberi ma allo stesso tempo amati è una cosa meravigliosa.

Cinema o regista di riferimento?
Stanley Kubrick. Amo molto il suo cinema: “Odissea nello Spazio”, “Eyes Wide Shut”, “Arancia Meccanica”…potrei elencarti tutta la sua filmografia.

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