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Gabriele Greggio tra New York e Londra, la nostra intervista

La nostra intervista al giovane attore Gabriele Greggio

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Gabriele Greggio, 22 anni, è nato a Milano ma vive a Londra dove, dopo vari corsi di recitazione a New York, sta per concludere gli studi alla UAL – University of Arts of London, Drama Center.

Gabriele parla cinque lingue: inglese, italiano, francese, spagnolo e portoghese.

In questa intervista ci parla della sua passione per l’arte della recitazione, dei suoi studi a Londra e delle tecniche di recitazione che utilizza nel prepararsi per i ruoli che interpreta.

Quando e perché hai deciso di fare l’attore?
Sono cresciuto in un ambiente dove l’arte e lo “show business” era di casa, è stato facile innamorarmi del cinema e in particolare del mestiere dell’attore. Mio padre (Ezio Greggio, ndr) mi ha sempre portato sui suoi set dei film e nel backstage di “Striscia la Notizia”. Osservare come un film viene organizzato e realizzato mi ha sempre affascinato. Mi colpiva sapere quanta preparazione c’era dietro l’arte della recitazione che sembra così spontanea e naturale. E così, essendo l’inglese la mia prima lingua, ho iniziato a studiare prima a New York e poi a Londra.

Come ti prepari per un nuovo ruolo?
Utilizzo le tecniche che ho imparato prima alla New York Film Academy, poi alla London School of Film Media and Performance (Londra) e negli ultimi 2 anni al Drama Centre (Londra). Sono riuscito ad assemblare un metodo che funzioni specificamente per me, studiando i metodi di Constantin Stanislavski, Lee Strasberg, Stella Adler, Sanford Meisner e Michail Cechov. Dal momento che vengo scelto per un ruolo, mi concentro in vari modi sul personaggio, lo faccio mio, mi immedesimo in lui. Una volta che arrivo sul set prima di filmare o sul palcoscenico per la prima, lascio tutto andare. Mi fido della preparazione intensa che ho fatto e lascio che essa viva dentro di me senza spingere o forzare niente. Lascio che la storia mi guidi.

Come mai hai scelto di studiare alla UAL (University of the Arts London) e cosa ne pensi ora che hai quasi concluso gli studi?
Dopo aver studiato un anno di teatro e cinema a New York con un diploma su “film-making e acting for film”, e aver avuto una esperienza alla London School of Film Media and Performance con Kevin Spacey, ho deciso di concludere con un MA in Screen Acting al Drama Centre (ora parte della UAL) per chiudere il quadro del mio training nel miglior dei modi. Dal Drama Centre sono usciti grandi attori, come Tom Hardy, Michael Fassbender, Colin Firth e Emilia Clarke, una vera garanzia. Dopo la prima intervista e audizione, avevo capito che i metodi applicati nelle lezioni erano quelli che mi interessavano. È anche molto importante per me che fra le classi ci siano “Voice”, ‘”Speech” and “Movement”. Oltre che le tecniche di Meisner, Stanislavskij, Cechov e Strasberg. Adesso che sto per finire il mio training posso dire che ogni singola esperienza è stata importante e costruttiva. Ogni pièce teatrale, cortometraggio o film che ho fatto in questa Università mi ha fatto capire cosa devo fare per migliorare e arrivare un giorno ad essere pronto per i progetti che mi offriranno.

Consiglieresti ai tuoi colleghi in Italia di studiare recitazione a Londra?
Assolutamente sì. Non esiste un solo metodo di recitazione. Esiste quello che funziona per te. Per capire quale esso sia bisogna studiare i differenti metodi. È senz’altro un’esperienza che ti arricchisce e sviluppa come persona e come attore aiutandoti a capire differenti modi di lavorare. Ogni esperienza ti aiuta ad allargare i tuoi orizzonti e comprendere sempre di più come funziona la magia del nostro mestiere.

Un regista con il quale ti piacerebbe lavorare?
Ce ne sono molti. Ammiro tantissimi registi per la loro visione creativa e perché mi fanno sempre sognare con i loro film. In Italia sto seguendo molto Muccino, Sorrentino, Salvatores, Tornatore e Garrone. All’estero invece, Paul Thomas Anderson, Nicolas Winding Refn, Lars Von Trier, Cary Fukunaga, Alejandro Gonzalez Iñaritu, Sam Mendes, Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Christopher Nolan e Wes Anderson.

Un tuo pregio e un tuo difetto?
Un mio pregio è che conosco tante lingue, italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese. Un difetto è che spesso mischio l’italiano con l’inglese. Un po’ come Sordi in “Un Americano a Roma”.

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