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Amnesty International: Iran, condanna a morte per un programmatore web

Negli ultimi anni, un numero sempre crescente di blogger e operatori di Internet è finito nel mirino delle autorità iraniane. Nel 2012, tra esecuzioni rese note e altre denunciate da fonti non ufficiali iraniane, sono state già messe a morte 53 persone. 

La Corte suprema iraniana ha confermato la condanna a morte di Saeed Malekpour, un cittadino canadese arrestato in Iran nell’ottobre 2008 mentre stava visitando la sua famiglia d’origine, per l’accusa di “insulto e dissacrazione dell’Islam”. Malekpour aveva realizzato un software per caricare fotografie su Internet, che rea stato poi utilizzato a sua insaputa per pubblicare immagini pornografiche.

Malekpour è stato condannato a morte nell’ottobre 2010, dopo due anni di carcere, trascorsi in gran parte in isolamento nella prigione di Evin, nella capitale Teheran e, secondo quanto da lui denunciato, in balìa dei torturatori. Dopo la condanna in primo grado da parte di un tribunale rivoluzionario e un nuovo processo sollecitato dalla Corte suprema, lo stesso tribunale ha confermato la condanna a morte nel novembre 2011.

Negli ultimi anni, un numero sempre crescente di blogger e operatori di Internet è finito nel mirino delle autorità iraniane. Nel braccio della morte, in attesa dell’esecuzione, si trovano anche Vahid Asghari, uno studente di tecnologia informatica imprigionato, sempre nel 2008, al rientro da un periodo di studi in India; e Ahmad Reza Hashempour, amministratore di siti Internet.

Il 14 gennaio la giornalista e blogger Marzieh Rasouli è stata arrestata nella sua abitazione di Teheran. Stessa sorte per l’attivista per i diritti delle donne, giornalista e blogger Parastoo Dokouhaki, arrestata il 12 gennaio e incriminata per “propaganda contro il sistema” e attualmente detenuta nel carcere di Evin. Un giorno prima, l’11 gennaio, era stata arrestata Simin Nematollahi, autrice di post per il sito sufi Majzooban-e Noor. Il 15 gennaio è stato arrestato, sempre nella capitale, anche il fotogiornalista Sahamaddin Bourghani. Le ragioni del suo arresto non sono note.

Un altro cittadino irano-canadese Hossein Derakhshan, conosciuto come “il padre del blog” per aver inaugurato i blog in Iran, sta scontando una condanna a 19 anni e mezzo per accuse relative alle sue attività online. Il blogger Hossein Ronaghi Maleki è stato condannato a 15 anni per aver pubblicato testi su Internet ed è in cattive condizioni di salute.

Nel 2012, tra esecuzioni rese note e altre denunciate da fonti non ufficiali iraniane, sono state già messe a morte 53 persone.

Per maggiori informazioni: www.amnesty.it

 

 

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