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MSF: Mauritania, nel campo rifugiati di Mbera ogni giorno arrivano 1.000 persone in fuga dal Mali

Dalla fine di gennaio, circa 57.000 maliani sono arrivati al campo rifugiati di Mbera in Mauritania; il numero dei rifugiati è in costante aumento, dai 200 arrivi registrati il 5 aprile ai 1.500 del 19 aprile. 

In risposta a questo afflusso massiccio, Medici Senza Frontiere (MSF) sta rafforzando le proprie attività e l’assistenza medica d’urgenza in questa zona desertica, dove l’accesso alle cure mediche è estremamente limitato.

I combattimenti tra l’esercito del Mali, il movimento dei tuareg e altri gruppi armati sta costringendo migliaia di persone a fuggire verso Fassala, in Mauritania, località a 3 chilometri dal confine con il Mali. “La presenza di gruppi armati e le incertezze politiche in Mali sta generando paura e panico tra la popolazione”, dichiara Elisabetta Maria Faga, coordinatore del progetto di MSF. Gli sfollati sono principalmente famiglie tuareg della regione di Timbuktu. “Arrivano qui esausti dopo un viaggio di due giorni in camion”.

Nel campo Mbera, nel cuore della regione del Sahel e a sei ore di macchina dal più vicino ospedale di riferimento di Nema, MSF sta fornendo assistenza sanitaria primaria e materna ai rifugiati e cure mediche ai bambini malnutriti. MSF sta anche supportando le popolazioni locali, gestendo punti sanitari nella regione. “Un gran numero di persone soffre di infezioni respiratorie e diarrea a causa della mancanza di accesso all’acqua, l’esposizione a temperature estreme e a frequenti tempeste di sabbia”, spiega Jean-Paul Jemmy, coordinatore medico di MSF.

Aumentando il numero di sfollati, cresce anche la pressione per la risposta umanitaria per migliorare le condizioni di vita all’interno del campo. Ci sono attualmente 100 latrine in comune per 57.000 rifugiati e solo nove litri di acqua per persona, al giorno. Queste condizioni sono al di sotto degli standard umanitari, che richiedono 20 litri di acqua per persona, al giorno, e una latrina ogni 20 persone. “Ci aspettiamo ancora diverse migliaia di sfollati nelle prossime settimane. Con questo costante afflusso di persone, dobbiamo agire in modo rapido ed efficiente per fornire servizi di emergenza. Dobbiamo fornire ricoveri a sufficienza, acqua e servizi sanitari e rafforzare l’assistenza medica di emergenza generale”, conclude Jean-Paul Jemmy.

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.it

 

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