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MSF, Iraq: ospedali distrutti dagli attacchi, iracheni privati delle cure

Iraq - Medical care for those displaced by fighting in areas betBaghdad/Genova, 25 Luglio 2014 – Pesanti bombardamenti e attacchi aerei in Iraq settentrionale e centrale hanno colpito ospedali e altre strutture mediche, tra cui alcune supportate dall’organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF), privando i civili di cure mediche estremamente necessarie. MSF chiede a tutte le parti del conflitto di rispettare le strutture mediche, di consentire allo staff medico di portare avanti il proprio lavoro e di consentire l’accesso ai servizi sanitari.

“Dallo staff medico ci riferiscono che sempre più ospedali sono stati colpiti dalle bombe nelle ultime settimane”, ha detto Fabio Forgione, capomissione di MSF in Iraq. “Molti operatori sanitari sono fuggiti, temendo attacchi contro le strutture mediche in cui lavorano. Siamo molto preoccupati perché moltissime persone sono ora rimaste prive dell’assistenza medica di cui hanno bisogno”.

Nella città di Shirqat, tra Mosul e Tikrit, l’ospedale è stato bombardato il 20 luglio. “Ero nel reparto di emergenza a operare un paziente quando l’ospedale è stato colpito”, racconta un chirurgo iracheno, parlando al telefono dalla zona del conflitto. “All’improvviso è stato l’inferno: è saltata la corrente, le persone hanno iniziato a correre in tutte le direzioni, non sapendo se scappare all’esterno o cercare rifugio nell’ospedale. Erano tutti terrorizzati”.

Dal 20 luglio, l’ospedale a Shirqat ha subito diversi altri attacchi diretti e tutti i pazienti sono stati evacuati. Un certo numero di pazienti è stato trasferito al più vicino ospedale ancora in piedi, nella città di Hawija, mentre alcuni servizi sanitari sono stati spostati in tre diverse aree della città. “Le condizioni di lavoro sono disperate e molte forniture stanno scarseggiando, dagli antibiotici agli anestetici”, continua il chirurgo.

Dopo il bombardamento della clinica di MSF a Tikrit il 13 giugno, che puntava a fornire cure mediche a circa 40.000 persone sfollate nella regione, MSF ha chiesto a tutte le fazioni di rispettare lo staff e le strutture mediche. Due settimane dopo, il 27 giugno, l’ospedale principale di Tikrit è stato colpito da un attacco aereo.

Un chirurgo iracheno era in pausa dopo un parto cesareo quando ha sentito una grande esplosione. “I muri tremavano, le porte e le finestre sono andate in frantumi”, racconta. “Poi abbiamo visto un denso fumo alzarsi dal pronto soccorso e siamo corsi giù, in quello che rimaneva del piano terra”. L’entrata e il pronto soccorso dell’ospedale di Tikrit erano stati distrutti da un attacco diretto sferrato con una bomba da un elicottero.

“Una persona era morta e abbiamo trasferito gli altri al Saladin Hospital. Quel giorno, la maggior parte dello staff medico è fuggita”, racconta il chirurgo. La donna che aveva operato poco prima è sopravvissuta e lei e il suo bambino sono stati portati al sicuro dai familiari.

L’ospedale di Tikrit, dove un tempo venivano trattate 5.000 persone al mese, è stato ripetutamente colpito nei giorni seguenti, e così è accaduto al secondo ospedale della città.

“È un disastro”, dichiara il chirurgo iracheno, parlando da Tikrit. “Gli ospedali sono vuoti. Ora le persone devono fare più di 200 km attraversando aree devastate dalla guerra per raggiungere gli ospedali più vicini, a Erbil e Kirkuk”.

L’ospedale di Hawija, dove MSF lavora dal 2011, è uno dei pochi nella regione risparmiati dagli attacchi aerei. Ma un membro dell’équipe medica di MSF ad Hawija riferisce che, nell’ultima settimana, le bombe sono esplose due volte in aree vicine all’ospedale: “Temiamo che l’ospedale possa essere colpito da un bombardamento, come è già accaduto da altre parti. Per questo stiamo preparando un piano d’emergenza per trasferire i nostri servizi in altre zone”.

“Questa situazione sta trasformando le aree devastate dalla guerra in un deserto sanitario, proprio nel momento in cui le cure mediche sono disperatamente necessarie”, dichiara Forgione.

MSF supporta tre ospedali nelle città di Sinjar, Hawija e Heet con servizi di emergenza attivi 24 ore al giorno e consultazioni ambulatoriali. Le équipe mediche di MSF stanno anche gestendo cliniche mobili nelle aree di Mosul e Kirkuk, con un focus particolare sulle cure materno-infantili e le malattie croniche. MSF lavora in modo continuativo in diverse aree dell’Iraq dal 2006 e oggi impiega nel paese uno staff di più di 300 operatori.

Per maggiori informazioni: http://www.medicisenzafrontiere.it/

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