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Courmayeur Noir in Festival: l’apocalisse al centro della 21esima edizione

Alle soglie del “fatidico” 2012 non poteva che non essere l’apocalisse il tema al centro della 21esima edizione del Courmayeur Noir in Festival (5-11 dicembre 2011), diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri. Il Noir in Festival è un singolare cocktail di cinema, letteratura, televisione, cronaca, grafica e new media.

Tra gli eventi di questa edizione “da finimondo” spiccano due momenti di riflessione dal titolo “Vedo nero“: il primo “Un’apocalisse ci salverà?“, l’economista Giulio Sapelli, il critico Gianni Canova, gli scrittori Tullio Avoledo, Davide Dileo, Antonio Scurati e Tommaso Pincio ed esperti come Valerio Calzolaio e Federico Tavola rifletteranno sui diversi volti di questa nostra contemporanea apocalisse permanente e discuteranno sulle eventuali vie di uscita verso un possibile e sostenibile cambiamento; il secondo “La risposta del cinema italiano“, si misurerà invece con la ritrovata sensibilità del nostro cinema per l’impegno civile, per la ricerca delle risposte nella dignità individuale e collettiva. A discuterne, insieme al giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, ci saranno sceneggiatori, registi, giornalisti d’inchiesta e produttori di cinema e televisione. Realizzata con il sostegno di Cinecittà Luce, questa riflessione a più voci vuole essere la prima tappa di un percorso permanente, un vero e proprio osservatorio dedicato all’audiovisivo italiano come laboratorio del nuovo.

Sul versante cinematografico, l’ospite d’onore del festival sarà quest’anno il regista Stephen Frears, che ci racconterà il percorso “in noir” della sua multiforme carriera, , dall’opera di esordio “Gumshoe – Sequestro pericoloso” all’apocalittico tv-movie “A prova di errore”, da “Rischiose abitudini” a “Piccoli affari sporchi”.

Dieci le anteprime assolute, tre film fuori concorso, la selezione internazionale dei documentari, la fascia delle novità televisive proposte quest’anno insieme a Fox Crime (media partner della rassegna). Qualche titolo: “Margin Call” con Kevin Spacey e Demi Moore; “In Time“, di un autore di culto come Andrew Niccol, con Justin Timberlake; “We Need To Talk About Kevin” con Tilda Swinton e Martha Marcy May Marlene e con la rivelazione Elisabeth Olsen; il nuovo horror in 3D “Paranormal Xperience” di Sergi Vizcaino; due black comedy, l’americana “Bernie“, ultima fatica di Richard Linklater con Jack Black, Shirley MacLaine e Matthew McConaughey, e la russa “A Yakuza’s Daughter” di Sergei Bodrov e Gulshat Omarova. E poi le tante sorprese del Mini Noir con tre anteprime assolute come “L’incredibile storia di Winter il delfino” (in 3D) con Ashley Judd, la terza e ultima parte della trilogia di Luc Besson “Arthur e il popolo dei Minimei” e la web serie di Maccio Capatonda “La Villa Di Lato” che diventa film in quest’occasione.

Di italiano solo “Dracula 3D” di Dario Argento, che sarà presente a Courmayeur per commentare alcune sequenze del suo ultimo film.

Il territorio letterario del Noir quest’anno è popolato di “eredi”. A cominciare dall’ospite d’onore Lawrence Block, presente al festival anche come giurato. Block è anche uno degli autori della prestigiosa antologia “Millennium Thriller”, curata da un veterano del genere come Otto Penzler insieme a James Ellroy, che verrà presentata a Courmayeur dal curatore. Per continuare con l’inglese C.M. Jones, che per la sua esperienza nel business intelligence ha preso con vigore in mano il testimone di Le Carré. O come l’autore di best sellers Åke Edwardson, che ha vinto tre volte il premio per il migliore thriller svedese ed è considerato l’erede di Henning Mankell.

Ma il consolidato successo del giallo scandinavo ci regala altre sorprese, come il finlandese Matti Rönka esploratore dei misteri della Carelia e il giornalista globetrotter svedese Thomas Kanger. Eredi invece della nobile e combattiva tradizione anglosassone del giornalismo d’inchiesta sono pure il vice direttore del “Guardian” David Leigh e il suo corrispondente da Mosca Luke Harding, che portano a Courmayeur il loro libro sul controverso inventore di Wikileaks, Julian Assange.

Non mancano come al solito le scoperte, con l’inglese Stephen Kelman che al suo esordio è già stato finalista al prestigioso Booker Prize, o il criminologo Federico Varese che da Oxford analizza l’espansione mondiale del nostro prodotto di esportazione di maggior successo, la mafia.

Eredi di una grande cultura sono naturalmente i due protagonisti letterari di questa 21esima edizione del Courmayeur Noir in Festival: Andrea Camilleri e Petros Markaris, entrambi Premio Chandler 2011. Maestri che reinterpretano la lezione di Simenon nella prospettiva di “un modo particolare di concepire i rapporti umani”, come Camilleri definisce il “giallo mediterraneo”, e che ci parlano all’unisono della crisi e delle ingiustizie di oggi.

Infine, due anniversari d’eccellenza incorniciano idealmente l’intero programma: alla vigilia del bicentenario della nascita di Charles Dickens (2012) ci interroghiamo con Adrian Wootton e Masolino D’Amico sulle antiche radici del genere noir nel grande romanzo sociale vittoriano; a cento anni dalla nascita di Giorgio Scerbanenco – il padre del noir italiano – lo ricordiamo come esploratore curioso di territori letterari diversi dal noir e singolarmente consonanti con il nostro tema dell’anno, l’apocalisse.

Per maggiori informazioni: www.noirfest.com

 

 

 

 

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