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Cannes 2014: Assayas chiude il concorso e arriva Tarantino superstar

Da Cannes la nostra inviata Marilena Vinci. Diario e foto del decimo giorno. 

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Cannes, 23 Maggio 2014 – E’ “Clouds of Sils Maria” di Olivier Assayas a far calare il sipario sul concorso della 67esima edizione del Festival di Cannes. Il film con Juliette Binoche, Kristen Stewart e Chloé Grace Moretz riflette sul lavoro dell’attrice, il suo rapporto con la scena, la popolarità e l’età che passa. La storia è quella di Maria Enders, un’attrice a cui viene proposto il riadattamento del film che lanciò la sua carriera ma stavolta con una giovane star nel ruolo che fu il suo, mentre a lei toccherà quello della matura co-protagonista.

“Non penso al passato, sono una grande fan del presente. Non so mai quale sarà il mio prossimo ruolo”, ha dichiarato Juliette Binoche in conferenza stampa. L’attrice si presenta al fianco di Assayas e della Moretz, mentre è assente la Stewart però ha salito la montée des marches in occasione della presentazione ufficiale. “Immagina di interpretare una ventenne quando ne hai quaranta di anni – continua la Binoche –. Non sarebbe ridicolo? Negli anni si viene modellati dalla vita come la creta. Cambiare è una buona cosa”. E sui vantaggi di essere un’attrice che interpreta un’attrice, commenta: “Ci siamo divertiti molto a portare in scena il nostro mondo. So come funziona e non avevo bisogno di tre mesi di ricerca! Per Kristen tutto questo è anche più familiare, lei ci vive in mezzo ai paparazzi”. “Film come questo – ha concluso invece Assayas – funzionano solo con un cast di grande generosità. Una volta che hai la totale fiducia dei tuoi attori, non c’è nulla che ti possa fermare. Abbiamo lavorato senza nemmeno fare una prova”.

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In concorso è passato anche è “Leviathan” di Andrey Zvyagintsev, dramma di ispirazione biblica che si sviluppa sul confronto tra Nikolay, un meccanico che vive in una cittadina che affaccia sul mare di Barents, nel nord della Russia, insieme alla sua famiglia. Il sindaco della cittadina, determinato a togliergli tutto ciò che possiede decide di fargli un’offerta economica, che Nikolay rifiuta, e poi si fa più aggressivo nel voler avere la meglio su di lui, tanto che il meccanico si vede costretto a chiedere l’aiuto di un amico avvocato. Undici anni fa Zvyagintsev vinse il Leone d’Oro a Venezia per “Il ritorno”, e qualche anno fa ha presentato a Cannes il suo “Elena”, vincendo nella sezione Un Certain Regard.

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Il vero protagonista della giornata è però Quentin Tarantino, arrivato al Festival di Cannes per introdurre domani sera la versione restaurata di “Per un pugno di dollari” e presenziare stasera alla proiezione in spiaggia che celebra i 20 anni di “Pulp Fiction”, il film che vinse la Palma d’oro a Cannes nel 1994 consacrando il talento del regista e di una delle sue protagoniste, Uma Thurman (anche lei all’evento con John Travolta). Spiaggia presa d’assalto per la proiezione del film cult.

“Non celebro soltanto i cinquant’anni del capolavoro di Sergio Leone – ha detto dice il regista durante l’affollata conferenza stampa – Quella non fu solo la nascita dello spaghetti western, piuttosto si tratta del primo action di genere della storia del cinema”. Sul suo rapporto con il cinema afferma, in maniera entusiasta: “Io divoro film voracemente ogni giorno, li studio in continuazione, è la mia università quotidiana e mi laureerò solo il giorno della mia morte”.

“Pulp Fiction” ha dato vita ad un filone di crime movies pulp appunto tanto da essere spesso imitato: “In realtà non penso che gli altri abbiano sempre copiato da me – spiega Tarantino – Piuttosto ho capito che c’era qualcosa nell’aria all’epoca: io sono stato il primo di tanti che sono arrivati subito dopo di me e che di certo non ho influenzato. Eppure sì, mi piace pensare che come Leone viene celebrato per gli action di genere, io sono stato il primo a fare i Crime movies”.

La copia di Pulp Fiction viene presentata a Cannes in 35mm, e in merito Tarantino dichiara: “Oggi il cinema, almeno come lo intendevo io, è morto. Il digitale è un’opportunità per i giovani, è la democrazia del cinema, però è anche la sua morte. Serve una ragione per fare in modo che la gente voglia tornare in sala e non vedere i film nei loro home theatre in altissima risoluzione. Tutti hanno l’home theatre, nessuno ha più i 35mm. Ecco dunque cosa fa la differenza. La guerra è persa oggi. Questa generazione di spettatori, dipendenti da TV e da digitale, è senza speranze. Mi auguro che ci sia una nuova ondata di romanticismo con le prossime generazioni e che la pellicola torni a essere apprezzata, un po’ come oggi i vecchi album di fotografie tornano di moda a poco a poco”.

Riguarda alla sua carriera e agli otto film realizzati in ventidue anni, il regista dice: “Voglio che le persone si aspettino tanto da me e attendano i miei film come un grande evento cinematografico. Anche io ero così da ragazzino: non vedevo l’ora che uscisse il nuovo film di Brian De Palma e lo attendevo per settimane. Ricordo ancora ‘la settimana di Scarface’ quando facevo il conto alla rovescia all’uscita. Lo andai a vedere nel primo spettacolo del primo giorno di programmazione. Da solo. Non volevo che nessuno mi parlasse del film, il primo commento doveva essere mio. Poi andavo allo spettacolo della mezzanotte dello stesso giorno, stavolta con i miei amici. Dunque considero un privilegio che ci siano persone che amano così tanto il mio lavoro”.

A proposito dei suoi progetti futuri il regista rivela: “Potrei aggiungere a Django Unchained i 90 minuti lasciati fuori e farne un’opera di 4 ore divisa in 4 capitoli da un’ora ciascuno”. E aggiunge: “Sto finendo la seconda stesura della sceneggiatura di The Hateful Eight”, il possibile futuro film il cui furto dello script tanto l’aveva fatto incazzare mesi fa. “Mi sono calmato a questo proposito, ma non so che ne farò, forse un film, forse una piéce teatrale, forse un romanzo.. vedremo”.

E in chiusura della sua affollata conferenza stampa ringrazia Cannes che lo premiò 20 anni fa: “È stato il trofeo più prestigioso della mia vita professionale. Perché è il premio che ti permette di entrare nella Storia del cinema. Grazie Cannes!”.

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Cannes: ritratto Marcello Mastroianni su locandina ufficiale

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