A 15 anni dall’ultimo premio Oscar ad un film italiano (per “La vita è bella” di Roberto Benigni) e a 66 dal primo (assegnato a “Sciuscià” di Vittorio De Sica), Paolo Sorrentino riporta in Italia la prestigiosa statuetta per il miglior film straniero con “La grande bellezza”, fotografia di una società romana vacua, indolente, disfatta e deprimente, nonostante lusso e potere, interpretata da Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Roberto Herlitzka, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Galatea Ranzi, Isabella Ferrari, Lillo, Anita Kravos e Luca Marinelli.
Nel suo discorso con i ringraziamenti di rito il regista ha citato Fellini, Scorsese, i Talking Heads (colonna sonora in molti suoi film) e Maradona, sue fonti d’ispirazione e con un “Grazie a Roma e a Napoli e alla mia personale grande bellezza: Daniela, Anna e Carlo” (moglie e figli ndr.). Un discorso asciutto e senza entusiasmi, con accanto Toni Servillo e il produttore Nicola Giuliano, dovuto probabilmente all’emozione.
Spesso paragonato a “La Dolce Vita”, il film di Sorrentino ha riconquistato il prestigioso premio a 50 di distanza da “8 e 1/2” di Fellini, quasi un segno che lega in qualche modo, ancora una volta, i nomi dei due registi.
Nella storia degli Oscar, giunti all’86esima edizione, solo 13 film italiani hanno vinto il prestigioso riconoscimento: “Sciuscià”, “Ladri di biciclette”, “La strada”, “Le notti di Cabiria”, “8 e 1/2”, “Ieri, oggi e domani”, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “Il giardino dei Finzi-Contini”, “Amarcord”, “Nuovo Cinema Paradiso”, “Mediterraneo” e “La vita è bella”.
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Foto di scena del film
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